Tutta la fotografia di moda di Helmut Newton in un nuovo libro

<p>Figura tra le più osannate e allo stesso tempo controverse della fotografia mondiale, <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-31-ottobre-helmut-newton?gclid=Cj0KCQiAorKfBhC0ARIsAHDzsltYehc89gAbSqheczO-kPRxCCNtCpziQ5VhS9Udu-It9w07RgVKatEaAgcnEALw_wcB&gclsrc=aw.ds" target="_blank">Helmut Newton</a> inizia il suo percorso nel mondo della moda negli anni Cinquanta – quando viene arruolato dalla nota testata <em>Vogue</em> per scattare i primi ritratti di modelle in bianco e nero. Inizia da lì l'ascesa dell'artista, che nel giro di un decennio si sarebbe attestato come uno dei fotografi fashion più importanti ed emulati del suo tempo. Risale agli anni Settanta e Ottanta il picco della sua carriera: tracce della produzione di questo periodo sono gli scatti per <a href="https://arte.sky.it/news/yves-saint-laurent-marocco-programmi-tv-31-ottobre" target="_blank">Yves Saint Laurent </a>e <a href="https://arte.sky.it/news/karl-lagerfeld-programmi-tv-10-settembre" target="_blank">Karl Lagerfeld</a>, nonché i ritratti delle molte celebrità: donne e uomini del cinema e dello spettacolo che si lasciarono immortalare in pose provocanti e dall'alta valenza erotica.  </p>
<p><h2>LA FOTOGRAFIA DI HELMUT NEWTON</h2> <p>A raccontare la carriera del fotografo berlinese è la nuova edizione di <em>A Gun for Hire</em>, il leggendario catalogo dell'artista esclusivamente dedicato alla sua produzione per la moda. La scelta di concentrarsi sulle grandi commissioni ottenute in carriera è espressa già nel titolo: una frase enunciata dallo stesso Newton, che nel 2004 ribadì la sua indole da fotografo pubblicitario, contestando la restrittiva divisione tra fotografia di moda e fotografia d'arte. Una distinzione che, a ben vedere, sembra più che mai inadatta quando si pensa alle opere del maestro tedesco: i suoi scatti per le grandi aziende, pagati a cifre iperboliche dai committenti, sono ancora oggi considerati degli esempi eccelsi per tecnica e stile. Cosa abbiamo di fronte quando osserviamo una fotografia di Newton? Si tratta di un'immagine pubblicitaria o di un'opera fine art?  </p>
<p><h2>IL NUOVO LIBRO TASCHEN</h2> <p>Edito da <a href="https://www.taschen.com/it/books/photography/01365/helmut-newton-a-gun-for-hire/" target="_blank">Taschen</a> (nell'immagine in apertura, courtesy Taschen) e curato da Matthias Harder, il volume presenta nelle sue oltre 240 pagine decine e decine di scatti in bianco e nero e a colori realizzati dagli anni Sessanta al 2003 (poco prima della scomparsa di Newton). Ognuna delle opere presenti nel catalogo è frutto di una prestigiosa collaborazione con case di moda come <a href="https://arte.sky.it/news/chanel-tubino-programmi-tv-3-febbraio" target="_blank">Chanel</a>, Versace, Blumarine, Villeroy & Boch e Absolut Vodka.</p> <p>Eppure, come detto, al di là dei brand e delle finalità commerciali dei lavori, a emergere da ognuno di essi è il marchio di fabbrica dell'artista: lo stile austero e le ambientazioni sensuali delle modelle ritratte, le pose provocanti dei soggetti e la carica erotica che traspare da ogni immagine dominano le composizioni. Si tratta di campagne pubblicitarie, certo, ma è impossibile ignorarne la forza e il valore artistico e formale.</p> 

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A Parigi la grande mostra su Jean-Michel Basquiat musicista

<p>Il nome di <a href="https://arte.sky.it/news/jean-michel-basquiat-programmi-tv-22-dicembre" target="_blank">Jean-Michel Basquiat</a> è legato alla pittura tanto quanto lo è alla musica. Nonostante questo aspetto della produzione dell'artista sia decisamente meno noto rispetto alla sua produzione visiva, il genio ribelle di New York trovò nel suono un congeniale canale di espressione. Non è un caso che sax, trombe e note musicali compaiano frequentemente nelle sue opere, come allusioni alla sua grande passione per il jazz.  </p> <p>Una nuova mostra accende i riflettori proprio sul Basquiat musicista, osservando in maniera ravvicinata le sue creazioni e le sue ambizioni artistiche lontano dal cavalletto.  </p>
<p><h2>JEAN-MICHEL BASQUIAT OLTRE LA PITTURA</h2> <p>A ospitare la rassegna – dal titolo <em>Basquiat Soundtracks</em> – sarà la <a href="https://philharmoniedeparis.fr/en" target="_blank">Filarmonica di Parigi</a>, il grande auditorium della capitale francese che presterà i suoi spazi interni (a partire dal prossimo 6 aprile) per accogliere circa cento opere in linea con il tema della mostra.  </p> <p>Curato da Mary-Dailey Desmarais, Vincent Bessières e Dieter Buchhart, il progetto espositivo sarà il primo ad analizzare la produzione musicale del pittore in maniera completa, e dunque soffermandosi non soltanto sul suo amore per l'hip hop (aspetto, questo, <a href="https://arte.sky.it/news/jean-michel-basquiat-hip-hop-mostra-boston" target="_blank">già osservato al Museum of Fine Arts di Boston nel 2020</a>).  </p>
<p><h2>LA PASSIONE DI BASQUIAT PER LA MUSICA</h2> <p>Realizzata in collaborazione con il Montreal Museum of Fine Arts (già partner della Filarmonica per le mostre su Miles Davis e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-marc-chagall-parigi" target="_blank">Marc Chagall</a>) e con la Louis Vuitton Foundation (che parallelamente ospiterà un'<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-fondation-vuitton-warhol-basquiat" target="_blank">esposizione dei dipinti “a quattro mani” con Andy Warhol</a>), <em>Basquiat Soundtracks</em> punta a sottolineare il potenziale espressivo della musica, scelta dall'artista come fonte di ispirazione ma anche come canale di comunicazione.</p> <p>Se è vero che ogni sessione creativa di Basquiat era accompagnata dall'ascolto di un buon disco (la sua collezione di album comprendeva oltre 3mila pezzi di vario genere: dal jazz al blues, dal reggae alla classica), altrettanto certe sono le sperimentazioni live dell'artista, che non di rado amava esibirsi nei locali di New York insieme a colleghi come Michael Holman (con il quale nel 1979 fonderà la band Gray).  </p>
<p><h2>LA MOSTRA ALLA FILARMONICA DI PARIGI</h2> <p>Pittore tra più amati del secondo Novecento, Basquiat fu un ascoltatore onnivoro e curioso. Da Beethoven a <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-16-agosto-madonna" target="_blank">Madonna</a>, da <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-john-cage-francoforte" target="_blank">John Cage</a> alle “divinità jazz” <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-6-luglio-louis-armstrong" target="_blank">Louis Armstrong</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/miles-davis-programmi-tv-28-settembre" target="_blank">Miles Davis</a> e Charlie Parker: le influenze musicali di Basquiat furono tante e trasversali. E non potrebbe essere diversamente visto lo spirito libero e senza pregiudizi con il quale l'artista osservava il mondo e i cambiamenti in corso nell'America del suo tempo. La rassegna alla Filarmonica di Parigi sarà aperta al pubblico fino al 30 luglio 2023.  </p>
<p>[Immagine in apertura: Rammellzee, Koor, Fab Five Freddy, Jean-Michel Basquiat and Toxic at Fun Gallery, New York, 1982 © Lina Bertucci]</p>

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