Il MAXXI si trasferisce a Venezia con quattro installazioni che parlano di ambiente

Un piccolo tesoro di sperimentazione e ricerca all’intersezione tra biologia e architettura approda nella particolare cornice dell'Isola della Certosa di Venezia. L'iniziativa del <a href="https://arte.sky.it/news/maxxi-roma-concorso-architettura" target="_blank">MAXXI</a>, a cura di <a href="https://arte.sky.it/news/erbari-libro-domitilla-dardi" target="_blank">Domitilla Dardi</a>, coinvolge i lavori di tre progettisti, tra architetti, artisti e designer, realizzati in collaborazione con esperti di critica ecologica. Pensata in occasione della <a href="https://arte.sky.it/news/venezia-biennale-architettura" target="_blank">Biennale Architettura 2023</a>, l'esposizione resta visitabile fino al 12 ottobre. <h2>ARCHITETTI E DESIGNER PER LA BIODIVERSITÀ </h2> BioGrounds. Per una nuova coscienza ambientale, è il risultato della collaborazione tra il MAXXI, Vento di Venezia e Teatro Stabile del Veneto, e ha l’obiettivo di stimolare la consapevolezza ecologica, sensibilizzando il pubblico verso le tematiche ambientali. Come spiega Domilia Dardi, le opere selezionate sono “in grado di raccontare alle persone la storia di un luogo, la sua natura, la riflessione sulla sua condizione ambientale, coinvolgendo i visitatori tramite azioni e interventi". Non a caso, l’Isola della Certosa è un esempio più unico che raro di biodiversità, che merita di essere messo sotto i riflettori: il suo ecosistema è caratterizzato da pioppi bianchi, neri e frassini, affiancati da numerose specie arboree e arbustive.<h2>LE INSTALLAZIONI DI BIOGROUNDS</h2> I protagonisti coinvolti sono nomi di spicco del mondo dell'architettura e del design: <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-italics-procida-panorama" target="_blank">Andrea Anastasio</a> e Angela Rui realizzano Invasi, un’installazione composta da un gran numero di vasi in terracotta, archetipo del “fare” artigiano, della raccolta e del legame tra lo spazio domestico e la pianta. Bêka & Lemoine, con il botanico <a href="https://arte.sky.it/news/ufficio-natura-kengo-kuma-milano" target="_blank">Stefano Mancuso</a>, scelgono invece un albero come protagonista de Lo Spaccasassi, il cui titolo fa riferimento alla tenacia delle radici e alla capacità degli alberi di crescere in condizioni ostili. Infine è il turno dei designer di <a href="https://arte.sky.it/news/louise-bourgeois-rubens-mostre-oslo" target="_blank">Formafantasma</a>, che insieme al filosofo Emanuele Coccia creano un’installazione sonora che dà voce a un albero di pioppo. Alle tre installazione si aggiunge poi quella di <a href="https://arte.sky.it/foto/studio-ossidiana-padiglione-galleggiante-almere-paesi-bassi" target="_blank">Studio Ossidiana</a>, realizzata nell’ambito di Progetto Alcantara-MAXXI: Seed bed osserva il ruolo degli uccelli migratori nel mantenimento della biodiversità, attraverso la realizzazione di un ambiente protetto che, coltivato dagli stessi visitatori, diventa tappa dei lunghi spostamenti dei volatili. [Immagine in apertura: MAXXI, BioGrounds, Spaccasassi. Bêka & Lemoine con Stefano Mancuso]

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A Roma rinasce una villa affrescata con vista su Colosseo e Fori

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La città-utopia nel cuore dell’Arizona

Torna il premio per artisti dedicato a Mario Merz

A dieci anni dalla prima edizione, arriva il quinto contest promosso dalla Fondazione Merz: nato nel 2013 a Torino, il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/05/mario-merz-prize-un-premio-per-larte-e-la-musica" target="_blank">Mario Merz Prize</a> è un premio biennale ideato con l’obiettivo di celebrare il grande <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-mario-merz-zac-palermo" target="_blank">Mario Merz</a>, e individuare talenti nell’ambito artistico e musicale. La competizione vuole dare vita a una nuova rete di programmazione espositiva e di attività musicali in Italia e in Svizzera, due luoghi che sono stati centrali per le origini, la formazione e la carriera del maestro dell'<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-arte-povera-jeu-de-paume-le-bal-parigi" target="_blank">Arte Povera</a>. Sono invitati a partecipare, senza vincoli di età o nazionalità, artisti e compositori che abbiano già avviato una carriera di rilievo.<h2>COME PARTECIPARE AL BANDO</h2> La peculiarità del Mario Merz Prize è la scelta di avvalersi dell’aiuto di esperti del settore che, nei panni di “nominator”, segnalano gli artisti candidandoli al contest. Suddiviso in due sezioni, Arte e Musica, nella prima categoria del premio possono competere artisti candidati da curatori, direttori di museo, critici, galleristi e personalità del mondo della cultura; mentre alla seconda afferiscono compositori candidati da istituzioni musicali, interpreti, critici e personalità del settore della musica. Le candidature possono essere inoltrate fino al 18 dicembre tramite l’apposito <a href="https://www.mariomerzprize.org/nomina/" target="_blank">form online</a>.<h2>IL PREMIO MARIO MERZ</h2> Per la sezione Arte, una giuria d’eccezione selezionerà cinque artisti finalisti, che avranno l’opportunità di esporre le proprie opere in una mostra collettiva, a seguito della quale sarà scelto il vincitore, grazie al voto del pubblico e della giuria. Per la sezione Musica saranno invece tre le composizioni finaliste, eseguite in un concerto dal vivo, dopo il quale sarà nominato il vincitore. [Immagine in apertura: mostra vincitore Mario Merz Prize 4. Photo Andrea Guermani]

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