In Florida la street art "eco friendly" di Millo

C'è un luogo di Miami, in Florida, dove la street art regna sovrana. È il quartiere Wynwood, una delle zone più vivaci della città, collocata nella zona sud-est, a pochi passi dalle onde dell'Oceano Atlantico. Cuore dell'industria locale del primo Novecento, questo angolo della metropoli è oggi noto per i numerosi murales colorati che lo punteggiano, trasformando i volti esterni di vecchi magazzini e fabbriche dismesse. Protagonista assoluto di questa “fioritura” urbana è il Wynwood Walls, il festival di arte pubblica nato nel 2009 da un'idea del visionario Tony Goldman. Sin dalla sua prima edizione (che nel programma prevedeva nomi di assoluto riguardo come quelli di Kenny Scharf, Futura, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/04/lhangarbicocca-e-la-street-art-degli-os-gemeos" target="_blank">Os Gemeos</a>, Swoon, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/mostra-gam-roma-shepard-fairey-sten-lex" target="_blank">Shepard Fairey</a>), la manifestazione ha invitato nel corso degli ultimi venticinque anni decine e decine di artisti di ogni nazionalità, per un totale di oltre quaranta graffianti opere d'arte: un museo a cielo aperto diventato la maggiore attrazione culturale di questa zona. 
<h2>IL MURALE DI MILLO IN FLORIDA</h2> E proprio in occasione dell'ultima edizione della rassegna, l'artista italiano <a href="https://arte.sky.it/news/murale-millo-francia" target="_blank">Millo</a> è stato invitato a trasformare un'enorme parete di Miami con i suoi fantasiosi personaggi. L'opera si intitola Work in progress, e presenta – come di consueto nella poetica dell'autore (al secolo Francesco Camillo Giorgino) – una coppia di bambini intenti ad aggiustare gli ingranaggi di un mondo che forse ha smesso di funzionare. Come due piccoli meccanici, armati di strumenti tecnici e chiavi inglesi, i due personaggi si stagliano su un paesaggio di strade e palazzi cittadini. Un'opera monumentale, che invita i fruitori a ritrovare il proprio dialogo con la Terra, a prendersene cura e a garantirle un futuro prima che i “meccanismi” si inceppino per sempre smettendo di funzionare. 
<h2>LE PAROLE DI MILLO</h2> “A dicembre 2022 sono stato invitato a realizzare una mia opera all'interno del leggendario 'Wynwood Walls Museum' a Miami”, ha commentato l'autore. “Ho avuto il piacere di creare la mia opera insieme a una line up internazionale fantastica, con Obey, Hebru Brantley, Dulk, Bicicleta Sem Freio e molti altri. 'Wynwood Walls' ha ripreso la programmazione dopo due anni di fermo a causa del Covid. La mia opera è intitolata: 'Work in progress'. Ho sentito l'urgenza di focalizzarmi su tutto ciò che bisogna ancora fare. C'è davvero l'urgenza di prendersi cura e di sistemare ciò che abbiamo perso lungo il tragitto: la nostra relazione con ciò che ci circonda, con la natura e ancor di più con la nostra umanità”. 
[Immagine in apertura: © Wynwood Walls]

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Audrey Hepburn ha vinto il suo primo Academy Award all'età di 24 anni ed è diventata una delle attrici più amate al mondo per il talento e la bellezza fuori dagli schemi. Ma chi era la vera <a href="https://arte.sky.it/news/audrey-hepburn-biografia-libro" target="_blank">Audrey Hepburn</a>? 
Malnutrita da bambina, abbandonata da suo padre e cresciuta durante l'occupazione nazista in Olanda, la Hepburn ha affrontato per tutta la vita una battaglia con i traumi vissuti in gioventù. Il documentario Audrey diretto da Helena Coan, in onda su Sky Arte venerdì 20 gennaio, a trent’anni dalla morte dell’attrice, racconta non solo la carriera della Hepburn, ma anche e soprattutto la donna e la sua esistenza, vissuta non sempre felicemente.
Dal film emerge una personalità complessa, che univa fragilità e forza, un'artista che voleva soprattutto essere amata e che, nonostante la popolarità, incontrò diverse delusioni affettive. Alla fine della carriera, ha saputo trovare la pace interiore usando la sua popolarità come ambasciatrice globale per l'UNICEF e chiudendo così un cerchio: prima vittima di guerra, poi fonte di sollievo per milioni di persone.
La pellicola è composta da un mix di rare registrazioni d’archivio con la voce della stessa Hepburn, interviste ad amici e familiari e sequenze di danza, il primo e grande amore dell’attrice, nelle quali Audrey è interpretata, nei diversi momenti della sua vita, da Francesca Hayward (prima ballerina del Royal Ballet), che veste i panni di Audrey all’apice della sua carriera, e da Alessandra Ferri (una delle tredici danzatrici ad avere ottenuto il titolo di “prima ballerina assoluta”), che impersona invece Audrey nei suoi ultimi anni di vita.

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Trent’anni senza Audrey Hepburn | Sky Arte

A Ferrara il nuovo spazio che omaggia il regista Antonioni

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

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