L'architettura “umana” dello Studio Aalto al MAXXI di Roma

<p>“<em>La vera architettura esiste solo quando pone al centro l'essere umano</em>”: è da questa rivoluzionaria riflessione “antropocentrica” della progettazione che trae ispirazione la nuova esposizione allestita negli spazi del <a href="https://arte.sky.it/news/maxxi-messina-museo-cultura-mediterraneo" target="_blank">MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo</a>, a Roma. Intitolata <em>AALTO – Aino Alvar Elissa. La dimensione umana del progetto</em> e visitabile fino al 26 maggio 2024, la mostra esplora cinque decenni di attività dello Studio Aalto, raccontati attraverso una serie di undici progetti concepiti da <a href="https://arte.sky.it/news/museo-alvar-aalto-finlandia" target="_blank">Alvar Aalto</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/alvar-aalto-mostra-virtuale" target="_blank">Aino Marsio</a> ed <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-elissa-aalto-finlandia" target="_blank">Elissa </a><span><a href="https://arte.sky.it/news/mostra-elissa-aalto-finlandia" target="_blank">Mäkiniemi</a> </span>tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del Novecento. La rassegna, in particolare, intende fare luce sul loro peculiare modo di concepire l'architettura e il design, basato sulla massima attenzione verso le persone.</p><h2>AL MAXXI DI ROMA LA MOSTRA SULLO STUDIO AALTO</h2> <p>Curato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/08/mantova-arriva-larcipelago-mobile-di-joseph-grima" target="_blank">Space Caviar</a>, il percorso espositivo illustra la profonda ricerca e l'impegno dello studio di architettura finlandese nel porre l'esperienza umana al centro della propria visione. I progetti selezionati sono caratterizzati da ambienti accoglienti e da inconfondibili linee fluide e ondulate: dai circoli operai ai municipi, fino alle abitazioni unifamiliari, passando per lampade, tessuti ed elementi d'arredo per bambini. Tra i contributi più iconici dello studio di Alvar Aalto esposti nella Galleria KME del museo romano spicca la Casa sperimentale sull'isola di Muuratsalo in <a href="https://arte.sky.it/news/architettura-finlandia-centro-danza" target="_blank">Finlandia</a>, una residenza estiva concepita con diverse tipologie di mattoni e ceramiche. Spazio anche alla Casa del popolo di Jyväskylä, uno dei lavori più celebri del team, al celeberrimo <a href="https://arte.sky.it/news/il-mitico-sanatorio-di-paimio-di-alvar-aalto-cerca-un-nuovo-proprietario" target="_blank">Sanatorio di Paimio</a> che ha consacrato lo studio alla fama internazionale, e all'iconica Villa Mairea a Noormarkku, tra le architetture simbolo del XX secolo. Non mancano poi i progetti realizzati fuori dalla Finlandia, come la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/08/un-documentario-racconta-lunica-architettura-italiana-di-alvar-aalto" target="_blank">Chiesa e centro parrocchiale di Riola di Vergato</a>, in Italia, e i dormitori del MIT a Cambridge, in Massachusetts. </p><h2>LO STUDIO DI ARCHITETTURA E DESIGN DI ALVAR AALTO</h2> <p>Ad arricchire l'itinerario della mostra sono anche cinque approfondimenti dedicati ad altrettanti ambiti di ricerca dello Studio Aalto – tra arredi, lavori con il vetro, luci e tessuti – e il progetto fotografico <em>FPO (For Position Only) </em>di Ramak Fazel, che raduna scatti che immortalano le architetture del team finlandese. A completare il percorso è infine l'esperienza immersiva nell'ambiente VR del videogioco <em>Hide and Seek in Architecture</em>, realizzato anch'esse dallo studio Space Caviar. Fondato in Finlandia nel 1923, lo Studio Aalto prende il nome dal celebre architetto e designer finlandese Alvar Aalto, considerato uno dei più grandi maestri della progettazione del XX secolo, insieme a <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-design-le-corbusier-marsiglia-cite-radieuse" target="_blank">Le Corbusier</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mies-van-der-rohe-universita-stati-uniti" target="_blank">Ludwig Mies van der Rohe</a>. Essenziale nella formazione progettuale dello studio nei primi anni è <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-24-luglio-documentario-alvar-aalto" target="_blank">Aino Marsio</a>, architetta e prima moglie di Aalto che, insieme al marito, disegna alcuni degli edifici più iconici della società, come il Sanatorio di Paimio. Nel 1952, tre anni dopo la morte prematura di Marsio, il maestro di Kuortane sposa l'architetta Elissa Mäkiniemi: tra i due nasce anche una nuova collaborazione creativa, destinata a far conoscere l'architettura finlandese in tutto il mondo.  [Immagine in apertura: <span><span>Alvar Aalto in the Muuratsalo Experimental House. Photo Heikki Havas Photo © Alvar Aalto Foundation]</span></span> </p>

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

I due ritratti più piccoli mai realizzati da Rembrandt

<p>A quasi 200 anni dalla loro ultima apparizione pubblica, i due ritratti più piccoli mai realizzati da <a href="https://arte.sky.it/news/rembrandt-masterpiece-programmi-tv-27-luglio" target="_blank">Rembrandt</a> sono stati riportati alla luce dal <a href="https://arte.sky.it/news/rijksmuseum-amsterdam-programmi-tv-17-febbraio" target="_blank">Rijksmuseum di Amsterdam</a> soltanto due anni fa. Acquistati dalla <a href="https://arte.sky.it/news/asta-ritratti-rembrandt-christies" target="_blank">famiglia Holterman all’inizio di quest’anno</a>, vengono finalmente svelati al pubblico grazie a un prestito a lungo termine al museo. “<em>I</em><em>l Rijksmuseum possiede la raccolta più ampia e rappresentativa di dipinti di Rembrandt al mondo. Dato il mio stretto rapporto con il museo, e il fatto che un team di esperti ha condotto ricerche su questi ritratti per diversi anni, sentivo che questi lavori dovessero appartenere a questa istituzione</em>”, ha dichiarato l’imprenditore e collezionista Henry Holterman. </p><h2>I DUE PICCOLI RITRATTI DI REMBRANDT RITROVATI</h2> <p>Datate al 1635, le opere ritrovate sono la versione in scala ridotta di due ritratti già noti da tempo. I soggetti raffigurati – il ricco idraulico Jan Willemsz van der Pluym e sua moglie Jaapgen Caerlsdr, che all’epoca avevano 70 e 69 anni – furono identificati nel 1977 dall’archivista Isabel van Eeghen, sulla base di un catalogo di un’asta del 1760 dove comparivano entrambe le copie, messe in vendita da un loro pronipote. Il legame tra il maestro e i due committenti aveva origini profonde, dal momento che il figlio di Jan e Jaapgen, Dominicus, sposò la cugina di Rembrandt, Cornelia Cornelisdr van Suytbroek, nel 1624. “<em>Jan e Jaapgen avvicineranno i visitatori alla cerchia familiare di Rembrandt</em>”, ha affermato il direttore del Rijksmuseum Taco Dibbits.</p><h2>LE RICERCHE  DEL RIJKSMUSEUM</h2> <p>Al tempo in cui realizzò i due lavori, Rembrandt era il ritrattista più in voga di Amsterdam: considerando le loro piccole dimensioni e lo stile dinamico e abbozzato delle pennellate, probabilmente li dipinse come un favore personale alla coppia. Il ritrovamento dei due piccoli ritratti e le analisi diagnostiche condotte dal Rijksmuseum con strumenti all’avanguardia, hanno permesso di confermare scientificamente le ipotesi speculative avanzate negli anni Settanta, non solo per quanto riguarda l’identità dei soggetti ritratti, ma anche rispetto all’autore: infatti, le modifiche apportate durante il processo creativo, i pigmenti utilizzati, così come la costruzione dei tratti del volto e le pennellate rapide e disinvolte, conducono senza dubbio alla mano esperta di Rembrandt. </p> <p>[Immagine in apertura: Installation Rembrandt portraits Jan and Jaapgen. On loan from the Henry M. Holterman Family . Photo: Rijksmuseum/Olivier Middendorp]</p>

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I due ritratti più piccoli mai realizzati da Rembrandt | Sky Arte

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