Un gigantesco anello nuziale d'artista per il Parco archeologico di Brescia

Brescia si tinge di oro e valorizza, attraverso l’arte, la sua storia ultracentenaria. Plessi Sposa Brixia è l’inedito progetto che l’artista <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-fabrizio-plessi-venezia-digitale" target="_blank">Fabrizio Plessi</a> presenterà a partire dal prossimo 9 giugno nella città lombarda insignita – insieme a Bergamo – del titolo di <a href="https://arte.sky.it/news/bergamo-brescia-capitale-cultura-programma" target="_blank">Capitale italiana della Cultura 2023</a>. Un percorso immersivo, tra installazioni, videoproiezioni e ambienti digitali, per valorizzare due punti di riferimento del centro storico: il Parco Archeologico di Brescia romana e il Museo di Santa Giulia. Un itinerario nato con l’obiettivo di mettere in evidenza le vestigia e il patrimonio della città, reinterpretati attraverso il tipico alfabeto tecnologico e multimediale di luci, suoni e immagini in movimento che caratterizza i lavori dell’artista. 
<h2>LE OPERE DI FABRIZIO PLESSI A BRESCIA</h2> Il percorso si aprirà nella Sala delle sculture del Tempio Capitolino del complesso museale di Brescia romana, che accoglierà Capita aurea: tre grandi opere multimediali con le teste di bronzo degli antichi imperatori che si disciolgono come oro liquido a terra. Il tragitto si chiuderà invece nella Sala dell’Affresco del Museo di Santa Giulia, dove saranno esposti schizzi, appunti, disegni e progetti, accompagnati da una serie di riflessioni sul senso della mostra e delle installazioni. Tra le opere più suggestive anche l’anello nuziale di oro colante, simbolicamente incastonato nel cuore del complesso monumentale bresciano: l’abside della Chiesa di San Salvatore. Ad accompagnarlo sarà Underwater treasure, opera ispirata ai mosaici della città, posta in prossimità delle Domus dell’Ortaglia. 
<h2>LA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2023</h2> Curata da Ilaria Bignotti e promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, l'esposizione rappresenta il nuovo capitolo del format Palcoscenici archeologici, che si inserisce nel calendario di eventi di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023. Inaugura inoltre il Corridoio Unesco: una passeggiata di quasi un chilometro attraverso 1700 anni di storia, che collega in un unico percorso pedonale (aperto al pubblico) l’area del Capitolium al complesso monumentale di Santa Giulia. 
[Immagine in apertura: Fabrizio Plessi, Plessi Sposa Brixia, 2022-2023, immagine digitale]

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L'architettura di Aldo Rossi in mostra a Berlino

Scomparso all'età di 66 anni, nel 1997, <a href="https://arte.sky.it/news/aldo-rossi-design-mostra-milano" target="_blank">Aldo Rossi </a>continua a essere uno dei più influenti, autorevoli e discussi progettisti italiani del Novecento. La sua eredità, sia in termini teorici che di edifici costruiti, è ripetutamente al centro di progetti di ricerca, libri e <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-aldo-rossi-roma-maxxi-architettura" target="_blank">mostre</a>. Sulla sua <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/04/bergamo-una-mostra-su-aldo-rossi" target="_blank">opera grafica</a> e sul suo modo di concepire e impiegare il disegno a mano si sofferma, fino al 14 maggio prossimo, la mostra berlinese Aldo Rossi. Insulae. <h2>I DISEGNI DI ALDO ROSSI IN MOSTRA A BERLINO</h2> Ospitata alla Tchoban Foundation. Museum for Architectural Drawing, nella capitale tedesca, la rassegna è curata da Chiara Spangaro e Nadejda Bartels ed è stata realizzata in collaborazione con la <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-architettura-aldo-rossi-maxxi-roma" target="_blank">Fondazione Aldo Rossi</a>. Quest'ultima istituzione, sorta nel 2005 su iniziativa dei figli Vera e Fausto Rossi, si occupa di indagare e divulgare specifici aspetti, anche meno noti, della produzione dell'architetto; in particolare lavora con istituti di ricerca internazionali per esposizioni temporanee o iniziative culturali. Proprio quanto avvenuto nel caso di Aldo Rossi. Insulae, che presenta oltre 110 fra opere grafiche e disegni del pluripremiato progettista milanese, in larga parte svelati per la prima volta al pubblico proprio in questa occasione. 
<h2>L'ARCHITETTURA SECONDO ALDO ROSSI </h2> Tre le traiettorie narrative della rassegna, che nel titolo attinge dal termine latino "insulae" per fare riferimento a un metodo costruttivo spesso incorporato da Rossi nella sua pratica. Ciascuna sezione – Corpus Mediolanensis, Insula, Works for Berlin – contribuisce a rivelare la "cifra inconfondibile" dell'architetto: la sua predilezione per le forme pure e per la geometria, i suoi riferimenti storici, l'influenza dell'antichità sulla sua opera che lo pose in controtendenza rispetto alla sua epoca. Si procede dal nucleo di stampe a colori di Corpus Mediolanensis, che fanno luce su tre decenni di produzione architettonica e nel design, per approdare ai disegni di Insula ispirati ai modelli di antichità e alla loro reinterpretazione da parte di artisti barocchi, come <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-incisioni-piranesi-perugia" target="_blank">Giovanni Battista Piranesi </a>e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/03/mostra-dipinti-restauro-museo-real-bosco-capodimonte-borsa-milano" target="_blank">Claude Lorrain</a>. Affiancata da un catalogo dedicato, la mostra apre infine un varco nel particolare legame di Rossi con Berlino, città che ha svolto un ruolo importante nella sua carriera e per la quale ha progettato a lungo. In alcuni casi, come quello del colorato quartiere Schützenstraße, si tratta di interventi che si sono concretizzati; di altri invece, come il German Historical Museum, restano esclusivamente le sue visioni su carta. Da riscoprire (o conoscere) grazie a questa speciale mostra. [Immagine in apertura: Ohne Titel, undatiert Aquarell und Tinte auf Papier 36,6 x 50,5 cm. Privatsammlung. © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi]

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