La poliedrica arte di Nanda Vigo in mostra ad Ascona

Dal 2 aprile al 25 giugno 2023 al Museo d'Arte Moderna di Ascona, sulla sponda svizzera del Lago di Lugano, sarà visitabile la grande esposizione Nanda Vigo. Alfabeto Cosmogonico, dedicata all'eclettica artista del dopoguerra italiano<a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/05/morte-nanda-vigo" target="_blank"> scomparsa nel 2020</a>. La mostra, curata dalla direttrice del museo, Mara Folini, e dal critico d'arte Alberto Fiz, intende evidenziare il ruolo di primo piano avuto dall'artista nel panorama italiano ed europeo; riunisce quaranta opere, tutte realizzate tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Duemila. Arte, architettura e design: questi sono i campi nei quali la poliedrica mente di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/07/larte-contemporanea-di-nanda-vigo-per-lestate-di-milano" target="_blank">Nanda Vigo</a> riusciva a spaziare con il suo stile inconfondibile.
<h2>LA STORIA DELLA POLIEDRICA ARTISTA NANDA VIGO </h2> Nanda Vigo fu circondata dall'arte sin dalla più tenera età: il pittore <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/mostra-de-pisis-roma" target="_blank">Filippo de Pisis</a> era infatti un amico di famiglia, e le architetture visionarie catturano la sua fantasia fin da quando, da bambina, vide le opere razionaliste di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/08/giuseppe-terragni-per-i-bambini-tra-architettura-e-design-a-como" target="_blank">Giuseppe Terragni</a>. Milanese di nascita e cosmopolita per scelta, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/mostra-nanda-vigo-macte-termoli" target="_blank">Vigo</a> si laurea all'Institut Polytechnique di Lausanne e si forma con uno stage a San Francisco. Il 1959 è l'anno in cui apre il suo studio a Milano e inizia a frequentare i circoli creativi della città, conoscendo nel tempo <a href="https://arte.sky.it/news/gio-ponti-libro-architettura-design" target="_blank">Gio Ponti</a>, Enrico Castellani e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-lucio-fontana-carla-lonzi-parma" target="_blank">Lucio Fontana</a>, dal quale mutuerà un tipo di ricerca ai confini tra l'astrazione e la fisica, tra la scienza e la Light Art. Agli anni Settanta risale l'importante progettato ferrarese della Casa Museo Remo Brindisi, realizzata a Lido di Spina; fra i riconoscimenti ottenuti nel corso della carriera, si ricordano il New York Award for Industrial Design (1971), per la lampada Golden Gate, il 1° Premio St. Gobain per il design del vetro (1976) e il XXVI <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/05/milano-nuovo-museo-compasso-oro" target="_blank">Compasso d’Oro</a> alla Carriera (2020).<h2>NANDA VIGO IN MOSTRA AD ASCONA</h2> La mostra di Ascona è suddivisa in aree tematiche; presenta, come introduzione nell'atrio del museo, il monumentale neon di tre metri d'altezza dal titolo Neverended Light. Il percorso inizia con un'indagine sulla dimensione architettonica della Vigo, con due progetti risalenti alla prima metà degli anni Sessanta: il Monumento per le vittime del Vajont e le Torri cimiteriali. Video e fotografie mostrano altre sue creazioni come Scarabeo sotto la foglia, ideato con <a href="https://arte.sky.it/news/libro-concattedrale-taranto-gio-ponti" target="_blank">Gio Ponti</a>, e la prima delle sue architetture immersive, la Zero House. L'attenzione si concentra quindi sul filone cardine della poetica artistica di Vigo, ovvero quello legato alla cronotopia, in cui le dimensioni di tempo (cronos) e spazio (topos) risultano fuse attraverso la luce. Uno dei quattro Cronotopi in mostra ad Ascona, Ambiente Cronotopico, misura oltre due metri e mezzo, mentre al secondo piano dell'edificio è stata allestita l'opera Parete Cronotopica che supera i quattro metri e resterà nella collezione permanente del museo. <h2>IL DESIGN SECONDO NANDA VIGO</h2> Si prosegue con le schegge trapezoidali ricoperte di specchi, che prendono invece il nome di Alfabeto Cosmogonico, e con i Light Trees, che sono bizzarre architetture plastiche. La retrospettiva svizzera si sofferma anche sulla profonda influenza esercitata da Nanda Vigo nel design, con opere come il Mobile Cronotopo, la lampada Golden Gate e il lampadario Stars Fell on Alabama. Concludono l'itinerario lavori più recenti, come le enigmatiche Deep Space e Light Progressions, Trilogy: Omaggio a Gio Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni. Proprio questi tre maestri furono le "stelle polari" che aiutarono Vigo ad orientarsi per diventare una delle più grandi artiste della seconda metà del Ventesimo Secolo. [Immagine in apertura: Nanda Vigo, Alfabeto Cosmogonico, 1980. Fiera Artissima 2015. Courtesy Archivio Nanda Vigo]

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

I paesaggi poetici di Marc Chagall in mostra a Parigi

A Parigi, sulla rue du Faubourg Saint-Honoré, proprio di fronte al Palazzo dell'Eliseo, sorge l'<a href="https://arte.sky.it/video/lopera-di-parigi-tra-mito-e-storia-766249" target="_blank">Opera Gallery</a>, un'istituzione che ospita una delle più straordinarie collezioni di opere di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-marc-chagall-mudec-milano" target="_blank">Marc Chagall</a>: si tratta di venti capolavori tra i più emblematici mai realizzati dall'artista. I dipinti vanno dagli anni Trenta fino al 1985, anno della morte del pittore. L'esposizione Marc Chagall, la poesia delle emozioni, visitabile dal 18 marzo al 19 aprile proprio presso l'Opera Gallery, permetterà di contemplare questi dipinti tutti insieme. L'artista di Vitebsk era un autentico poeta dei colori: le sue creazioni sono caratterizzate da un lirismo che difficilmente trova riscontro in altri pittori del XX secolo. Intervistato dal critico d'arte Vasily Kamensky, Chagall si esprimeva in questi termini quasi religiosi a proposito della sua arte e dell'ispirazione che lo guidava: “Amo l'amore. Tutto ciò che dipingo riguarda l'amore e il nostro destino. L'amore mi aiuta a trovare il colore. Si potrebbe anche dire che trova il colore stesso e io lo metto sulla tela. È più forte di me e viene dal profondo della mia anima. È così che vedo la vita”. <h2>VENTI CAPOLAVORI DI CHAGALL IN MOSTRA</h2>

Ciascuna delle venti opere esposte rappresenta un capitolo fondamentale della produzione artistica chagalliana. Alcuni dipinti sono dedicati all'adorata moglie Bella Rosenfeld, morta prematuramente negli Stati Uniti nel 1944: è il caso dello studio per Gli Amanti del Ponte, Coppia al chiaro di luna, L'amante dal profilo rosso e l'asino blu.
 Chagall nutriva per la musica un amore sconfinato: gli echi dei suoni del suo adorato villaggio natio, in Bielorussia, lo accompagneranno per tutta la vita. Nei suoi dipinti sono innumerevoli i riferimenti ai violinisti e alle orchestre: non sorprende pertanto che l'artista venne incaricato di affrescare la volta dell'Opéra Garnier con una coloratissima melodia pittorica. In mostra alla Opera Gallery troviamo capolavori che affrontano tematiche musicali come Il violinista. Un altro argomento caro a Chagall sono le fiabe popolari: la sua passione per le favole emerge dalla dedizione che dimostra nel raffigurare gli animali in opere come L'asino verde. Le nature morte e i fiori sono protagonisti in dipinti come Amanti con bouquet, mentre il circo, magica occasione di evasione per l'artista, fa bella mostra di sé nell'opera Clown multicolore.<h2>LA VITA DI MARC CHAGALL</h2>
Marc Chagall nacque nel 1887 in un villaggio rurale nella regione di Vitebsk, nell'attuale Bielorussia. Si tratta di un luogo che rimarrà impresso nel suo cuore e che descriverà come il “paradiso ingenuo dell'infanzia”. La sua famiglia era ebrea praticante, e il misticismo tipico del movimento chassidico lo influenzerà enormemente nello sviluppo della sua personalità artistica, sempre incline a suggestioni fiabesche e magiche. L'epoca in cui visse Chagall, però, fu tutt'altro che idillica: l'artista infatti fu costretto a trasferirsi più volte tra Francia, Germania, Russia. Gli Stati Uniti lo accolsero durante il secondo conflitto mondiale, ma fu proprio in America che l'adorata prima moglie Bella morì. Si stabilì nel dopoguerra nel sud della Francia, dove morì nel 1985 a 98 anni. Nei suoi dipinti ancora oggi emerge tutta la sua potenza e la sua vitalità. Chagall una volta ebbe a dire a proposito dello scopo dell'esistenza: “Se tutta la vita finisce inevitabilmente, dobbiamo colorarla con i nostri colori di amore e speranza”. 
[Immagine in apertura: Marc Chagall, The Lover with the Red Profile and the Blue Donkey, 1971 © Adagp, Paris, 2023]

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