I grandi artisti del Surrealismo in mostra a Milano

<p>Quasi cento anni fa, nel 1924, sulla scia dell'interpretazione dei sogni freudiana, vide la luce il manifesto, a opera di André Breton, che gettava le basi di una corrente destinata a fare epoca e ispirata alle dinamiche inconsce. La mostra <em>Dal</em><em>í, Magritte, Man Ray e il <a href="https://arte.sky.it/foto/surrealismo-mostra-guggenheim-venezia" target="_blank">Surrealismo</a>. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen</em>, allestita al Mudec di Milano fino al 30 luglio 2023, racconta l'evoluzione non solo di un movimento artistico, ma anche di una visione del mondo rivoluzionaria. Fulcro della rassegna sono alcuni degli artisti surrealisti più rilevanti, che rivendicarono con forza il ruolo della psiche umana nell'arte e nella società.</p>
<p><h2>LE OPERE SURREALISTE AL MUDEC</h2> <p>Prodotta da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e promossa dal Comune di Milano-Cultura, l'esposizione raccoglie 180 manufatti artistici in prestito dal <a href="https://arte.sky.it/foto/immagini-apertura-depot-rotterdam" target="_blank">Museo Boijmans Van Beuningen</a> di Rotterdam, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente del Museo delle Culture. Curata da Els Hoek in collaborazione con Alessandro Nigro, la mostra descrive il rapporto surrealista con le culture native, emblema di una realtà lontana dalle sovrastrutture occidentali: un fil rouge espositivo che trova nel Mudec una cornice ideale.</p>
<p><h2>IL SURREALISMO A MILANO</h2> <p>Sei sezioni cronologiche approfondiscono l'evoluzione del movimento partendo dalle origini di una corrente che affonda le sue radici nel Dadaismo. Affascinati dalla psicoanalisi di Freud e Jung, i <a href="https://arte.sky.it/news/graphic-novel-surrealismo" target="_blank">surrealisti </a>consideravano l’inconscio un ambito da esplorare e uno strumento per veicolare il proprio gesto creativo. Per i surrealisti la sessualità e il desiderio erano ambiti degni di attenzione, nell’ottica di superare limiti e tabù fin troppo presenti nella società del loro tempo. Anche il legame con le culture native, indagato dalla mostra, ha un ruolo chiave nella poetica surrealista, come attestato, ad esempio, dalla scelta di personalità del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/leonora-carrington-mostra-danimarca" target="_blank">Leonora Carrington</a>, Alice Rahon e Remedios Varo di stabilirsi a Città del Messico, traendo dal contesto messicano una ulteriore fonte di ispirazione.</p> <p>[Immagine in apertura: Piet Ouborg, <em>Compositie </em>(Composizione), 1931. Olio su tela, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam]</p>

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Il romanzo ispirato alla figura di Caterina, la madre di Leonardo

<p>Realtà o finzione? Storia propriamente documentata o fiction? Sta suscitando non poco clamore il nuovo romanzo di Carlo Vecce. Filologo e storico del <a href="https://arte.sky.it/news/rinascimento-africani-programmi-tv-27-novembre" target="_blank">Rinascimento</a>, docente all’Università L’Orientale di Napoli, lo scrittore ha da poco condiviso con il pubblico la sua ultima fatica letteraria: si intitola <em>Il sorriso di Caterina</em> ed è un avvincente racconto ispirato alla vita della madre di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-taschen-leonardo-da-vinci" target="_blank">Leonardo da Vinci</a>. Il tema alla base del volume è dunque certamente affascinante. Vero è, infatti, che intorno alla figura della donna aleggiano da tempo ipotesi e congetture tutt'altro che risolte. Ad aver spinto lo studioso a tornare sull'argomento, offrendo la propria interpretazione della biografia di Caterina, sarebbe il ritrovamento di una serie di documenti che ne attesterebbero l'identità.  </p>
<p><h2>IL LIBRO DI CARLO VECCE</h2> <p>Pubblicato da <a href="https://www.giunti.it/" target="_blank">Giunti</a>, il libro (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) prende il via delineando atmosfere e personaggi quasi fantasy. Si parla infatti di viaggi e popoli lontani, di guerre, mercanti e avventurieri, esposti con un ritmo incalzante e definendo ambientazioni più vicine agli stilemi del genere fantastico che a quelli tipici del romanzo storico. Stando alla tesi principale di Vecce (basata su un documento notarile scoperto all’Archivio di Stato di Firenze), Caterina sarebbe stata infatti una schiava proveniente dall’antica Circassia, storica regione del Caucaso. Arrivata a Venezia come profuga, dopo aver attraversato mari e regioni remote dell'Europa orientale, la donna sarebbe giunta a Firenze nel 1442. Straniera nell'Italia rinascimentale (aspetto quest'ultimo rimarcato dall'autore e volutamente allacciato alla <a href="https://arte.sky.it/news/the-walk-cammino-amal-migranti-rifugiati" target="_blank">crisi dei migranti</a> del presente), Caterina avrebbe ottenuto la libertà il 2 novembre del 1452, come riportato da un atto scritto redatto dal notaio Ser Piero da Vinci, che sarebbe poi diventato il padre di Leonardo.  </p>
<p><h2>UN ROMANZO TRA FINZIONE E REALTÀ</h2> <p>Maggiori approfondimenti e analisi dettagliate sull'identità della donna sapranno dirci in futuro se le ipotesi (al momento sembra opportuno chiamarle tali) di Carlo Vecce siano o meno accreditate. Ciò che è certo è che, in quanto prodotto editoriale destinato a un largo pubblico, il libro in questione fa egregiamente il suo dovere, offrendo al lettore una storia carica di fascino, solida, ricca di corrispondenze storiche e di altrettanti stratagemmi di finzione. Vero e verosimile, insomma, si fondono nelle oltre cinquecento pagine del volume, mettendo a segno un progetto editoriale suggestivo.</p>

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