I grandi temi del mondo nella fotografia di Dorothea Lange

Definita da John Szarkowski “per scelta un’osservatrice sociale e per istinto un’artista”, la fotografa originaria del New Jersey, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/10/mostra-dorothea-lange-fotografia-jeu-de-paume-parigi" target="_blank">Dorothea Lange</a>, viene ricordata dalla storia della fotografia del Novecento soprattutto per gli scatti intimi e profondi che ritraggono i volti di persone comuni segnati dalla Grande depressione, la gravissima crisi economica che nel 1929 mise in ginocchio gli Stati Uniti. Il <a href="https://arte.sky.it/news/torino-festival-internazionale-fotografia-exposed" target="_blank">CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino</a>, dal 19 luglio all'8 ottobre, le dedica una retrospettiva dal titolo Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro, che attraverso un racconto di oltre duecento immagini ripercorre la carriera dell'artista statunitense. 
<h2>GLI SCATTI DI DOROTHEA LANGE A TORINO</h2> Curato da <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-aosta-fotografia-museo-archeologico-regionale" target="_blank">Walter Guadagnini</a> e Monica Poggi, il percorso espositivo si sofferma soprattutto sulle immagini scattate tra gli anni Trenta e Quaranta, periodo in cui la fotografa, al fianco del giornalista Paul Taylor, inizia a girare le coste meridionali degli Stati Uniti, in quel momento segnate da una grave siccità che compromise l'agricoltura dell'area. Le opere fotografiche di Dorothea Lange in mostra a Torino documentano storie e racconti di un esodo che coinvolse migliaia di lavoratori agricoli, costretti a spostarsi verso le grandi piantagioni della Central Valley in cerca di una nuova occupazione. È in questo contesto che la fotografa realizza alcuni scatti che rimarranno indelebili nella storia, e che ci invitano a riflettere su temi ancora attuali come le migrazioni e le discriminazioni. Un esempio su tutti è la celeberrima opera scattata a Nipomo, in California, dal titolo Migrant Mother, che ritrae il volto di una giovane donna segnato dalla disperazione. 
[Immagine in apertura: Dorothea Lange, Migratory cotton picker. Coolidge, Arizona, 1940. The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

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Tutto il fascino dell'occulto in una mostra

Si estende su quasi sei secoli la selezione di opere individuate per la retrospettiva del<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-trompe-oeil-museo-thyssen-bornemisza-madrid" target="_blank"> Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza</a> di Madrid dedicata all’occulto. Visitabile fino al prossimo 24 settembre, la mostra – dal titolo The occult in the Thyssen-Bornemisza collections – raccoglie circa 60 opere dei più celebri maestri della storia. Dai dipinti legati all’alchimia esoterica della scuola ferrarese del XV secolo, all’iconografia astrologica e al simbolismo lunare, passando per il Cristo risorto del Bramantino e a New York Street with Moon di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-fotografie-georgia-o-keeffe" target="_blank">Georgia O’Keeffe</a>, il tema dell’occulto è un filo conduttore che attraversa epoche e discipline differenti.
<h2>LA MOSTRA SULL’OCCULTO A MADRID</h2>
L’esposizione mette in luce la sopravvivenza del sapere legato all’occulto attraverso i secoli e in una cultura ostile, dominata dal positivismo e dal razionalismo. In questo clima, sono le arti visive a garantire la trasmissione dei codici nascosti e dei simboli esoterici nel tempo. Il percorso espositivo (curato da Guillermo Solana) è organizzato in sette sezioni, ognuna delle quali dedicata a una disciplina o a una declinazione del sapere occulto: l'alchimia, l’astrologia, la demonologia, lo spiritismo, la teosofia, lo sciamanesimo e infine sogni, oracoli e premonizioni. Sono tutte modalità di comprensione dei significati nascosti, attraverso intuizioni, interpretazioni dei simboli e dei segni: nulla di più affine all’essenza del linguaggio visivo.
<h2>L’ESOTERISMO NELLE ARTI VISIVE</h2>
La passione per il nascosto, per l’occulto e per l’esoterico lega un vasto numero di artisti appartenenti a diverse epoche, e costituisce un’interessante chiave di lettura in grado di gettare una nuova luce sui capolavori di maestri indiscussi. Tra gli artisti in mostra al Thyssen-Bornemisza, <a href="https://arte.sky.it/news/edvard-munch-programmi-tv-2-marzo">Edvard Munch</a>, ad esempio, è affascinato dallo spiritismo fin da giovane, <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/vasilij-kandinskij-rovigo-palazzo-roverella" target="_blank">Vasilij Kandinskij</a> studia attentamente la teosofia, ed è nota la passione per l’occulto di gran parte dei surrealisti come <a href="https://arte.sky.it/news/salvador-dali-programmi-tv-11-maggio" target="_blank">Salvador Dalí</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-max-ernst-francia" target="_blank">Max Ernst</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/scoperta-dipinto-yves-tanguy" target="_blank">Yves Tanguy</a>. [Immagine in apertura: Charles Ephraim Burchfield, Orion in Winter, 1962. Watercolor on paper, 122 x 137 cm. Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid © Burchfield Penney Art Center]

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