Il Museo Egizio di Torino si rifà il look in vista del bicentenario

<p>Era il 1824 quando re Carlo Felice di Savoia fondò, nel cuore di Torino, la più importante istituzione al mondo interamente dedicata all'<a href="https://arte.sky.it/news/realta-aumentata-egizi-louvre" target="_blank">Antico Egitto</a>, dopo quella del Cairo. Oggi, a distanza di quasi duecento anni, il <a href="https://arte.sky.it/news/torino-museo-egizio-concorso-studio-oma" target="_blank">Museo Egizio</a> si appresta a cambiare veste, grazie al progetto architettonico firmato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/02/rem-koolhaas-a-melbourne-un-padiglione-per-lesordio-in-australia" target="_blank">David Gianotten</a> e Andreas Karavanas dello studio <a href="https://arte.sky.it/foto/taipei-performing-arts-center-oma" target="_blank">OMA – Office for Metropolitan Architecture</a> di Rotterdam, vincitori del concorso internazionale bandito nel 2022. I lavori per il rinnovo del museo inizieranno ufficialmente nel 2024, in occasione del bicentenario della galleria torinese, restituendo alla città un nuovissimo spazio pubblico.</p><h2>IL RIALLESTIMENTO DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO</h2> <p>L'ambizioso progetto di OMA prevede non solo una trasformazione architettonica del museo torinese, che fin dalla sua nascita trova spazio nel palazzo barocco del Collegio dei Nobili, ma anche un ampliamento e un riallestimento degli spazi interni. </p> <p>Con un investimento di 23 milioni di euro, lo studio di architettura olandese realizzerà un giardino egizio nella corte del palazzo che, costruita su due livelli e coperta da un'imponente struttura trasparente in vetro e acciaio, diventerà il centro nevralgico del museo. Il team di Rotterdam darà vita anche a una nuova sala immersiva nel piano ipogeo che, ideata in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia, ricostruirà virtualmente l'atmosfera dell'Antico Egitto. Tra i lavori che prenderanno il via il prossimo anno spiccano anche il rinnovamento e il restauro del Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia che sarà visitabile gratuitamente, e la Galleria dei Re, oggetto di un riallestimento filologico che lo vedrà immerso nella luce naturale grazie alle aperture circostanti.</p><h2>LA NUOVA VESTE DEL MUSEO EGIZIO</h2> <p>Per il bicentenario del Museo Egizio prenderà forma anche un denso programma di incontri con i direttori delle maggiori istituzioni museali del mondo, insieme ad antropologi, filologi e archeologi di rilievo internazionale, e riaprirà al pubblico il terzo piano del museo, che accoglierà in modo permanente la Galleria della Scrittura dedicata ai geroglifici e alle scritture egizie. </p> <p>“<em>Celebrare i 200</em> <em>anni del museo, non è solo un esercizio di memoria, ma significa anche programmare il futuro. Il progetto architettonico di OMA nasce sulla scorta di una nuova visione di museo, più articolato e multiforme: ente di ricerca, luogo inclusivo, spazio in cui, come recita l’articolo 3.2 della Costituzione Italiana, si lavora per abbattere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo armonico della persona</em>”, hanno affermato Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio, e Christian Greco, direttore.</p> <p>[Immagine in apertura: OMA. Museo Egizio, Egyptian Garden © OMA]</p>

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

A Parigi è iniziata la grande retrospettiva su Mark Rothko

<p>"<em>Sono interessato solo ad esprimere emozioni umane di base</em>", spiegava il celebre espressionista astratto <a href="https://arte.sky.it/news/libro-scritti-mark-rothko" target="_blank">Mark Rothko</a>. Proprio per questo motivo, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-mark-rothko-fondation-louis-vuitton-francia" target="_blank">la retrospettiva </a><em><a href="https://arte.sky.it/news/mostra-mark-rothko-fondation-louis-vuitton-francia" target="_blank">Mark Rothko</a></em> alla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/04/la-fondation-louis-vuitton-di-parigi-si-rinnova-special-guest-takashi-murakami" target="_blank">Fondation Louis Vuitton di Parigi </a>(la prima in Francia dal 1999), mette in risalto la volontà dell’artista di comunicare senza parole, rifiutando l’interpretazione superficiale che lo vede come un semplice “colorista”. </p> <p>Curata dal figlio Christopher Rothko e Suzanne Pagé, la rassegna riunisce ben 115 opere prese in prestito da alcune delle più importanti istituzioni al mondo, tra cui la <a href="https://arte.sky.it/news/artle-national-gallery-washington" target="_blank">National Gallery of Art di Washington D.C.</a> e la <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-retrospettiva-yoko-ono-tate-modern" target="_blank">Tate di Londra</a> (ma anche numerosi lavori provenienti dalla collezione privata della famiglia dell'artista).</p><h2>LA MOSTRA DI MARK ROTHKO A PARIGI</h2> <p>Visitabile fino al 2 aprile 2024, la monografica ripercorre l’intera carriera del pittore partendo dai meno conosciuti dipinti figurativi degli esordi, come i paesaggi urbani che dominano la produzione di Rothko negli anni Trenta. Successivamente, in risposta all’assurdità della Seconda Guerra Mondiale, l'artista inizia ad attingere ai miti antichi e al <a href="https://arte.sky.it/news/libro-hurricane-surrealismo" target="_blank">Surrealismo</a>, mentre il 1946 è l’anno della sua “conversione” all’espressionismo astratto, suggellata da <em>Multiform</em>, dove le masse cromatiche si giustappongono. Gradualmente, Rothko avvia un processo di riduzione, diminuendo il numero dei colori, fino a raggiungere lo stile per cui oggi è riconosciuto a livello mondiale. </p><h2>MARK ROTHKO ALLA FONDATION LOUIS VUITTON</h2> <p>Tra i punti di forza dell’esposizione, anche una serie di dipinti murali realizzati nel 1958 per il ristorante Four Seasons nel Seagram Building di New York, firmato da <a href="https://arte.sky.it/news/mies-van-der-rohe-universita-stati-uniti" target="_blank">Ludwig Mies van der Rohe</a>. Rothko deciderà poi di non consegnare le opere e tenerle per sé, per poi donarle alla Tate Gallery ben undici anni dopo. Non mancano i lavori più maturi, in cui l’artista continua a utilizzare colori brillanti (come ad esempio l’ultimo dipinto rosso lasciato incompiuto nel suo studio). Il corpus, esposto nella sala più alta dell’edificio di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/architettura-torre-frank-gehry-arles-francia" target="_blank">Frank Gehry</a>, accanto alle sculture su larga scala di <a href="https://arte.sky.it/news/giacometti-museo-scuola-parigi" target="_blank">Alberto Giacometti</a>, crea un ambiente simile a quello che Rothko aveva in mente per una commissione UNESCO mai stata realizzata.</p>[Immagine in apertura: Mark Rothko, <em>Green on Blue</em>, 1956. Collection of The University of Arizona Museum of Art, Tucson; Gift of Edward Joseph Gallagher, Jr. © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko - Adagp, Paris, 2023]</p>

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