A Reggio Emilia l'evento dedicato alle fotografe italiane

Prosegue con successo la nuova edizione di Fotografia Europea, il festival dedicato agli amanti dell'obiettivo <a href="https://arte.sky.it/news/reggio-emilia-festival-fotografia-europea" target="_blank">in corso a Reggio Emilia fino al prossimo 11 giugno</a>. Vincitrice dei Lucie Awards 2022 a New York come miglior Photo Festival of the Year, la manifestazione (prodotta da Fondazione Palazzo Magnani) è dedicata quest'anno al tema dell'Europa e delle mille anime che la popolano. Concept cardine della kermesse è infatti Europe matters: visioni di un'identità inquieta, un titolo che vuole identificare le tensioni che attraversano questo periodo storico, chiedendo alla fotografia di farsi strumento di indagine all'interno di un mondo sempre più multiculturale. 
<h2>LE MOSTRE DI “FOTOGRAFIA EUROPEA”</h2> <a name="docs-internal-guid-9dc1a069-7fff-ede6-52"></a> Curato da un tema di esperti del settore quali Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart, direttori artistici della rassegna, il festival occuperà per le prossime settimane luoghi diversi della città emiliana, a partire dalle sale dei Chiostri di San Pietro, quartier generale della rassegna con le sue dieci esposizioni: dalla personale di Mónica De Miranda a quella di Simon Roberts, fino alla grande retrospettiva su <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-sabine-weiss-tre-oci-venezia" target="_blank">Sabine Weiss</a>, una delle principali rappresentanti della “fotografia umanista” del secondo Novecento. A impreziosire il cartellone degli eventi, anche la serie di talk e conferenze attesi per tutta la durata della manifestazione. Tra questi la presentazione al pubblico della nuova stagione de Le Fotografe, la <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-30-luglio-serie-fotografe" target="_blank">serie targata Sky Arte</a> dedicata alle professioniste dello scatto contemporanee. 
<h2>IL FOCUS SULLA SERIE “LE FOTOGRAFE”</h2> Giunta al suo secondo anno, la docu-serie si sofferma sulla ricerca di sei artiste che hanno fatto della macchina fotografica il proprio strumento di indagine attorno ad argomenti attuali e cruciali per la nostra società. Dall'amore alla sessualità, dalla religione alla maternità, dall'importanza della memoria alla scoperta di sé. Sono vari, diversi eppure complementari i temi affrontati dalle autrici protagoniste delle singole puntate: donne e professioniste che ogni giorno si confrontano con il mondo, e che nei loro scatti raccontano la realtà e le sue contraddizioni. Scritta e diretta da Francesco G. Raganato, Le Fotografe sarà presentata ufficialmente il 6 maggio alle ore 17 presso il Chiostro piccolo dei Chiostri di San Pietro. A prendere parte al talk saranno lo stesso regista Raganato e le fotografe Cristina Vatielli e Nausicaa Giulia Bianchi (due delle sei artiste incluse nella nuova stagione, insieme a Chiara Fossati, Giulia Gatti, Sofia Uslenghi e Ludovica Anzaldi). L'evento sarà moderato da Daria Scolamacchia. Per maggiori informazioni sull'incontro e sul programma di Fotografia Europea, vi invitiamo a consultare <a href="https://www.fotografiaeuropea.it/" target="_blank">la pagina web della manifestazione</a>. 
[Immagine in apertura: foto di Cristina Vatielli]

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Addio al maestro della fotografia Oliviero Toscani

Il mondo dei bambini negli scatti di Steve McCurry

Alla scoperta del nuovo festival fotografico di Torino

La mostra che svela il rapporto fra Piacenza e il grande architetto Franco Albini

È una cornice architettonica unica e molto suggestiva quella che accoglie Franco Albini. Metodo e poesia, la mostra in corso nel centro di<a href="https://arte.sky.it/news/piacenza-klimt-riproduzione-digitale" target="_blank"> Piacenza</a> fino al 18 giugno 2023. Per descrivere il rapporto d'elezione fra la città emiliana e il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/01/milano-celebra-franco-albini-e-la-sua-fondazione" target="_blank">maestro</a> milanese del design e dell'architettura, ricostruendo parte della prolifica carriera di quest'ultimo, è stata infatti scelta la chiesa sconsacrata intitolata a Sant'Agostino, sede dal 2018 del versatile spazio espositivo Volumnia.<h2>A PIACENZA LA MOSTRA SU FRANCO ALBINI</h2> Esponente di rilievo della corrente razionalista italiana, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/05/ritorno-al-politecnico-di-milano-per-franco-albini" target="_blank">Albini </a>ha pienamente incarnato la figura del "progettista multidisciplinare". Ha infatti operato in maniera continuativa, esercitando una profonda influenza sulle generazioni successive, in ambito architettonico, nell'urbanistica, nel disegno industriale e negli allestimenti. Curata da Stefano Andrea Poli, la mostra fa luce sul legame che strinse con il territorio piacentino: nato nel 1905, Albini soggiornò nella cittadina emiliana durante la guerra; al termine del conflitto progettò qui la Cassa di Risparmio di Piacenza e il Country Club di Croara. Episodi ricordati dalla retrospettiva nella prima sezione narrativa: esito di una ricerca bibliografica e documentale condotta all'interno dell'archivio della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/10/anche-un-documentario-per-il-decennale-della-fondazione-albini" target="_blank">Fondazione Albini</a>, costituisce l'introduzione al percorso di visita. Disegnato dallo Studio Albini Associati, l'allestimento prende poi in esame temi più strettamente connessi con la sua produzione e il suo approccio. In quest'ultimo, in particolare, convivevano i due "poli" messi in evidenza dal titolo della rassegna: il rigoroso metodo analitico, basato sullo studio della tecnica e della storia, e lo slancio poetico.<h2>IL DESIGN DI ALBINI IN UN'EX CHIESA DI PIACENZA</h2> Gli arredi disegnati da Franco Albini costituiscono una parte rilevante della sua eredità progettuale, nonché uno dei focus della mostra piacentina. L'architetto lavorò a lungo con una storica falegnameria di Pavia, arrivando a stringere con questa realtà un rapporto esclusivo a partire dagli anni Cinquanta. Più volte vincitore del prestigioso <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/05/milano-nuovo-museo-compasso-oro" target="_blank">Premio Compasso d'oro</a>, ad esempio nel 1955, per la poltroncina Luisa, Albini viene presentato dalla retrospettiva anche grazie a uno speciale corpus di opere: si tratta di un nucleo di pezzi degli anni Trenta, provenienti da collezioni private, esposti in questa occasione al pubblico per la prima volta. [Immagine in apertura: Poltroncina 832 Luisa, progettata tra il 1949 e il 1955 da Franco Albini, premio Compasso d'oro ADI 1955. Photo Fausto Mazza Studio]

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