Roma si prepara al grande festival del fumetto

ARF!, il festival capitolino interamente <a href="https://arte.sky.it/news/roma-festival-fumetto" target="_blank">dedicato alla nona arte e ai suoi protagonisti</a>, scalda i motori e si prepara alla nuova edizione. L'appuntamento è al Mattatoio di Roma, dove dal 12 al 14 maggio lettori, scrittori e case editrici di fumetto si incontreranno per dare vita a una “festa” collettiva fatta di “storie, segni e disegni” – come recita lo slogan della manifestazione. Giunto al nono anno, il festival – ospitato nel quartiere Testaccio, simbolo della creatività e del fermento artistico romano – sarà come sempre suddiviso in sezioni, ognuna delle quali dedicata a uno specifico aspetto del folto programma. A partire dall'ARFist Alley, l'area destinata ai talk e agli incontri con decine di maestri della letteratura disegnata internazionale: dallo spagnolo Pepe Larraz al comic artist russo Otto Schmidt, dal <a href="https://arte.sky.it/news/fumetto-discriminazione-genere" target="_blank">Collettivo Moleste</a> al disegnatore <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-20-giugno-eroi-marvel" target="_blank">Marvel</a> Werther Dell’Edera. 
<h2>A ROMA LA NUOVA EDIZIONE DI ARF!</h2> Il luogo da segnare sulla mappa per gli aspiranti professionisti del fumetto è invece la sezione Job ARF!, destinata agli incontri con le case editrici, mentre per i più piccoli l'appuntamento è presso l'area ARF! Kids, con laboratori, incontri con gli autori e percorsi espositivi appositamente pensati per i più piccoli: imperdibile la mostra Mafalda!, con oltre cento strisce ispirate al mondo della bambina argentina creata da Quino. Novità di questa edizione sarà inoltre il Bookshow, il grande spazio espositivo di oltre 500 metri quadrati interamente occupato dalle maggiori case editrici di fumetto, pronte a condividere con i lettori novità e anteprime all'interno dei loro stand. 
<h2>LE MOSTRE DI ARF! 2023</h2> Ma che ARF! sarebbe senza le consuete mostre che accoglieranno le tavole originali di maestri e nuove leve della nona arte? Sono ben undici le rassegne attese in spazi diversi della città: dalla personale di David Aja presso la Sala Dalí dell'Instituto Cervantes (in apertura il 28 aprile) all'antologica dedicata a Sergio Toppi, dal titolo Geografie dell'Avventura (in programma dal 5 maggio al 4 giugno negli spazi de La Vaccheria). Tra gli incontri più attesi, infine, quelli con <a href="https://arte.sky.it/news/nuovo-fumetto-zerocalcare" target="_blank">Zerocalcare</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/06/le-storie-dartista-di-gipi-in-mostra-nella-sua-pisa" target="_blank">Gipi</a>, Zuzu, Caparezza e Will McPhail: una schiera di figure eminenti del fumetto e della cultura contemporanea, pronte a incontrare il pubblico nella Sala Talk del Mattatoio. 
[Immagine in apertura: un dettaglio del poster di ARTF! 2023]

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Scritto e diretto da Fabrizio Corallo, il film documentario Virna Lisi ‒ La donna che rinunciò a Hollywood, in onda su Sky Arte venerdì 28 aprile, rende omaggio a una donna e una attrice indimenticabile.
Un ritratto emozionante di una delle interpreti più amate e popolari di sempre e un viaggio sentimentale nella vita e nella carriera di un’attrice che esordì giovanissima, appena quattordicenne, e che lavorò al fianco di mostri sacri come Maselli, Steno, Germi, Monicelli, Cavani, Corbucci, Fulci, Lattuada, Dino Risi, Luigi Comencini, Amelio, Cristina Comencini. 
Virna Lisi riuscì a spaziare dal cinema di intrattenimento a quello d’autore, dal teatro a una fortunatissima frequentazione con lo sceneggiato e la serialità televisiva, senza mai perdere la propria cifra interpretativa. Il documentario ripercorre la sua storia attraverso le immagini di grandi film, preziosi materiali d’archivio e le testimonianze di quanti hanno collaborato con lei, come Liliana Cavani, Pupi Avati, Margherita Buy, Massimo Ghini, Enrico Lucherini.
La pellicola narra anche la parentesi hollywoodiana, quando negli anni Sessanta Virna Lisi fu chiamata a Los Angeles per vestire i panni di “nuova Marilyn”, e la rinuncia al contratto di sette anni con una major americana dopo tre film e un inizio folgorante per sfuggire a regole ferree alle quali l’artista non intendeva sottostare.

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