Vienna sceglie i gatti per promuovere il suo patrimonio artistico

Nell'<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-egitto-basilica-palladiana-vicenza" target="_blank">Antico Egitto</a> il gatto era considerato sacro. Nell'Impero romano era l'animale da compagnia per eccellenza e anche nell'arte ha sempre goduto di un certo favore: basti pensare all'amatissimo gatto di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-gustav-klimt-italia-mart-rovereto" target="_blank">Klimt</a>. I felini da sempre esercitano un fascino irresistibile sull'uomo e la nuova campagna promozionale ideata dall'Ente del Turismo di Vienna lo dimostra. Il progetto, intitolato Unartificial e realizzato attraverso l'uso dell'<a href="https://arte.sky.it/news/intelligenza-artificiale-scoperta-opera-raffaello" target="_blank">intelligenza artificiale</a> (AI), trasforma i gatti nei protagonisti delle più celebri opere d'arte viennesi. 
<h2>I GATTI PROTAGONISTI DELLE OPERE VIENNESI</h2> Grazie alla nuova campagna, l'Autoritratto di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-egon-schiele" target="_blank">Schiele </a>diventa l'immagine di un gatto imbronciato, mentre Il bacio di Klimt si trasforma nell'abbraccio tra due felini. L'ironica iniziativa, voluta dalla capitale austriaca, punta non solo a stupire il pubblico, ma anche a stimolare una riflessione sulle potenzialità e sui rischi dell'intelligenza artificiale, sempre più usata nella sperimentazione artistica. Il messaggio è chiaro: l'AI, per quanto sorprendente, non sostituisce la creatività dell'uomo, ma si basa su di essa. Nel caso specifico, i riferimenti forniti all'AI sono quelli racchiusi nei capolavori custoditi dalle istituzioni museali viennesi e firmati da artisti del calibro di Klimt, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/03/i-quadri-di-bruegel-come-non-li-avete-mai-visti" target="_blank">Bruegel </a>e Schiele. 
<h2>L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE E L'ARTE</h2> Non è la prima volta che Vienna decide di combinare arte e tecnologia. Ha fatto il giro del mondo la notizia della collaborazione fra alcuni musei viennesi e Google Arts & Culture nella ricostruzione dei dipinti di <a href="https://arte.sky.it/news/klimt-dipinti-google-arts-culture" target="_blank">Klimt </a>distrutti dalla furia nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno dei tanti progetti che abbracciano le sfide lanciate dal digitale, fornendo nuove chiavi di lettura della storia dell'arte. [Immagine in apertura: Egon Schiele, Self-Portrait © Leopold Museum & Midjourney AI Picture generated by Vienna Tourist Board]

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Nata a Venezia nel 1900 e scomparsa a Roma nel 1981, Bice Lazzari è stata un’artista simbolo nell’Italia del XX secolo. A ricostruire la sua storia di libertà, pittura ed emancipazione è il documentario Bice Lazzari – Il Ritmo e l'Ossessione, in onda su Sky Arte venerdì 12 maggio. Oggi presente con le sue opere in alcune delle più prestigiose istituzioni culturali internazionali – dalla Galleria Nazionale di Roma alla collezione permanente del Centre Pompidou ‒, Lazzari ha attraversato il secolo breve testimoniando le complesse condizioni delle artiste della sua epoca. Per formarsi prima e costruire la propria carriera poi, non si è sottratta allo scontro con le consuetudini del suo tempo. Una fase storica in cui, come racconta la sua stessa vicenda biografica, non era ad esempio consentito alle donne iscriversi al corso di disegno e pittura del nudo dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Di conseguenza, all’età di 16 anni, Bice Lazzari dovette frequentare quello di decorazione. Con importanti testimonianze e attingendo da un archivio inedito, il documentario accende in parallelo i riflettori su pagine del Novecento meno conosciute e meritevoli di essere ricordate.

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