Un lungo viaggio fra le curiosità, i segreti e le sonorità dei dischi italiani più importanti: questo (e molto altro) è 33 Giri Italian Masters, la serie di documentari dedicata agli album che meglio rappresentano la storia della musica leggera italiana. Un racconto unico e approfondito, reso possibile anche grazie alle testimonianze inedite di produttori e artisti coinvolti direttamente nella creazione degli LP presentati. Quattro episodi della sesta stagione vanno in onda su Sky Arte mercoledì 17 gennaio. Si passa dal racconto dello struggente Morirò d’amore, l’ultimo album pubblicato da Giuni Russo nel 2003, alla storia del secondo LP di Mia Martini, Nel mondo, una cosa, senza tralasciare i grandi successi di Subsonica e Negramaro. Entrambe le band, rispettivamente con Microchip emozionale e Mentre tutto scorre, hanno contribuito a ridefinire il panorama della musica italiana a cavallo degli anni 2000. La serata si apre, alle ore 21:15, con Giuni Russo – Morirò d'amore. L’episodio descrive l’impatto di questo best of, rilasciato dalla cantante palermitana pochi mesi prima di morire. Per raccontare l’album e la carriera di questa iconica artista prendono la parola, fra gli altri, la produttrice e coautrice Antonietta Maria Sisini nonché due ex componenti dei CSI, Francesco Magnelli e Ginevra Di Marco, con una performance dal vivo della canzone La sposa. Alle ore 22:15 è la volta di Subsonica – Microchip emozionale. Ricco di influenze fra elettronica, pop e alternative, e considerato uno spartiacque per la scena musicale del nostro Paese all’alba del XXI secolo, il secondo disco dei Subsonica viene descritto dagli stessi membri della band torinese. Sono proprio loro, inoltre, a eseguire un’inedita cover acustica della celebre Tutti i miei sbagli. Nella terza puntata, in programma alle ore 23:20, spazio alla straordinaria voce di Mia Martini. L’episodio Mia Martini – Nel mondo, una cosa è dedicato al disco inciso nel 1972 dall’indimenticabile cantante, all’epoca giovanissima. In quell’occasione ad affiancarla furono autori di primo piano come Bruno Lauzi e Dario Baldan Bembo. Proprio quest’ultimo illustra al pubblico la scrittura dei brani di un disco capace di emozionare ancora oggi, a distanza di oltre cinquant’anni. In onda alle ore 00:20, Negramaro – Mentre tutto scorre conclude la serata. Pubblicato nel 2005 e amatissimo dal pubblico, il terzo album inciso dal gruppo salentino rappresenta indubbiamente il disco del definitivo salto di qualità per la band. Riunendo le testimonianze del produttore Corrado Rustici e di tre membri del gruppo, fra cui il frontman Giuliano Sangiorgi, l’episodio passa in rassegna tutti i brani del disco, contestualizzandone l’impatto rispetto alla scena musicale italiana del tempo.

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A Torino il Museo regionale di Scienze naturali è tutto nuovo

Sono passati oltre 10 anni dal rovinoso incendio che nell'agosto 2013 portò alla chiusura (e al conseguente lungo restauro) del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Finalmente, grazie ai numerosi interventi infrastrutturali, di messa in sicurezza e di adeguamento che si sono susseguiti nel tempo, l'istituzione è di nuovo operativa. La storica insegna con la dicitura “Museo di Zoologia”, installata al momento della prima apertura nel 1936, torna ad accogliere i visitatori all’entrata in via Accademia Albertina 15. <h2>RIAPERTO IL MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI DI TORINO</h2> I lavori per il ripristino dell’edificio – dall’adeguamento degli impianti di sicurezza ai nuovi arredi – sono stati finanziati con un investimento pari a 2,3 milioni di euro, destinati alla messa a norma degli impianti e all’agibilità, seguiti da altri 2 milioni per gli interventi impiantistici ed edili. “Quando ci siamo insediati il Museo Regionale era chiuso, i lavori bloccati, non c’erano le risorse per completarli e questo ha rappresentato per anni una ferita aperta per Torino e per il Piemonte”, hanno dichiarato il Presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori alla Cultura Vittoria Poggio e al Patrimonio Andrea Tronzano. “Abbiamo fatto un grandissimo lavoro per sbloccare quest’opera e ci siamo riusciti. Il cantiere è ripartito, abbiamo individuato le risorse per finanziare i lavori e oggi riapriamo finalmente uno dei luoghi più amati dai piemontesi. Siamo orgogliosi dei risultati, il 2024 è l’anno della rinascita del Museo che torna a essere fruibile per cittadini, turisti, scuole e associazioni”, hanno aggiunto.<h2>A TORINO IL NUOVO VOLTO DI UNO STORICO MUSEO</h2> Il rinnovato percorso espositivo si snoda in tre aree principali: la prima, quella del Museo Storico di Zoologia, riunisce centinaia esemplari “naturalizzati” e scheletri della fauna di cinque continenti, alcuni dei quali hanno più di 200 anni. Protagonista di questa sezione è l’<a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/04/un-elefante-a-stupinigi" target="_blank">elefante Fritz</a>, donato dal Viceré d'Egitto ai Savoia nel 1827.‌ Si incontra poi l’Arca delle Esplorazioni, dedicata ai viaggi naturalistici che nel corso del tempo hanno contribuito all’arricchimento delle collezioni del museo. Si giunge, infine, alla Sala delle Meraviglie, dove i visitatori possono ammirare le più incredibili stranezze della natura, dagli imponenti rinoceronti fino al più piccolo insetto, passando per i cristalli, le pietre preziose e i minerali più disparati.‌<h2>LE NOVITÀ DIGITALI DEL MUSEO E IL PROGRAMMA DI INCONTRI </h2> L'esperienza di visita viene arricchita dagli innovativi strumenti digitali, come i due videomapping interattivi, le installazioni multimediali e un totem dotato di intelligenza artificiale generativa che "ridà vita" al padre della biogeografia Sir Alfred Russel Wallace. La riapertura è infine accompagnata dal programma culturale Porte aperte alla scienza, che ogni venerdì (prossime date: 19 e 26 gennaio e 2 febbraio) propone un talk su scienza e arte; il ciclo è organizzato da <a href="https://arte.sky.it/news/torino-alberto-moravia" target="_blank">Fondazione Circolo dei lettori</a> ed è curato da <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-ritratto-lecco-como" target="_blank">Luca Beatrice</a>. [Immagine in apertura: Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Foto Simone Benso]

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