Nel 2025 in Portogallo aprirà un nuovo centro culturale dedicato alla ceramica

<p>Quali nuovi spazi per la cultura apriranno nel 2025? Una prima risposta arriva dal Portogallo, che sta per arricchirsi con un nuovo gioiello: la Albuquerque Foundation. Aprirà le sue porte il 22 febbraio a Sintra, nei pressi di Lisbona, e punta a divenire un punto di riferimento globale per la ceramica d'arte. Ideato dal collezionista brasiliano Renato de Albuquerque insieme alla nipote Mariana Teixeira de Carvalho, il centro di prossima apertura ospiterà in forma permamenten la prestigiosa Collezione Albuquerque di Ceramiche Cinesi. La raccolta, che comprende oltre 2.600 pezzi di porcellane da esportazione delle dinastie Ming e Qing, è considerata come la più importante al mondo in mani private. Già esposti in sedi illustri come il <a href="https://arte.sky.it/news/riapertura-gallerie-europee-met-new-york" target="_blank">Metropolitan Museum of Art di New York</a> e il <a href="https://arte.sky.it/news/photography-centre-victoria-albert-museum-londra" target="_blank">Victoria &amp; Albert Museum di Londra</a>, i capolavori che la compongono saranno finalmente accessibili al pubblico, raccontando storie di connessioni culturali e scambi commerciali tra Oriente e Occidente.</p><h2>L’ALBUQUERQUE FOUNDATION ANCHE LA MOSTRA DI THEASTER GATES</h2><p>Non solo "casa" della Albuquerque Foundation, la sede in apertura ospiterà anche residenze d'artista e mostre temporanee per mettere in luce talenti emergenti e affermati nel campo della ceramica. La nuova stagione culturale – annunciata dal direttore <a href="https://arte.sky.it/news/artissima-torino-2024" target="_blank">Jacopo Crivelli Visconti</a> – sarà inaugurata dalla mostra personale in Europa dell’artista statunitense <a href="https://arte.sky.it/news/londra-serpentine-pavilion-theaster-gates" target="_blank">Theaster Gates</a>, figura di spicco nel panorama contemporaneo. Cuore della retrospettiva sarà un’installazione monumentale di piastrelle di ceramica nera sul pavimento, un'opera immersiva e altamente evocativa su cui il pubblico potrà camminare. In dialogo con questa superficie minimale, <a href="https://arte.sky.it/news/serpentine-pavilion-theaster-gates-londra" target="_blank">Gates</a> curerà una selezione di sue sculture affiancate a pezzi iconici della Collezione Albuquerque, creando un ponte unico tra le epoche.</p><h2>IN PORTOGALLO UN POLO DEDICATO ALLA CERAMICA</h2><p>L’istituzione “trova casa” in una quinta – una tradizionale tenuta rurale portoghese – immersa nel paesaggio di Sintra, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il progetto, curato dallo studio brasiliano Bernardes Arquitetura, combina elementi tradizionali con funzionalità moderne, dando vita a spazi che uniscono arte, cultura e comunità. Tra le sue strutture espositive, spiccano un padiglione all’avanguardia per mostre temporanee di ceramica contemporanea, una biblioteca specializzata, un ristorante sostenibile e un concept store, oltre a un giardino dove i visitatori potranno apprezzare la bellezza naturale del luogo. La Albuquerque Foundation si prepara così a diventare un faro culturale, capace di attrarre appassionati e studiosi da tutto il mondo, offrendo un’esperienza ricca e coinvolgente nel cuore del <a href="https://arte.sky.it/news/alvaro-siza-monastero-portogallo" target="_blank">Portogallo</a>.<br /><br />[Immagine in apertura: Courtesy The Albuquerque Foundation]</p>

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Al Matadero di Madrid una coinvolgente installazione audiovisiva

<p>Al Matadero di Madrid, l’arte contemporanea abbraccia l’universo digitale con<em> It from bit</em>, nuova esposizione dell’artista digitale e direttore artistico spagnolo Efrén Mur. </p><p>Curata da Arianna Rinaldo e ospitata nel centro culturale spagnolo fino al 28 aprile 2024, la rassegna mette in scena un dialogo provocatorio e immersivo sul significato dell’identità nell’era digitale, esplorando le molteplici connessioni tra corpo umano, intelligenza artificiale e tecnologia. Cinque installazioni multimediali – realizzate in collaborazione con altrettanti artisti di fama internazionale e connesse da un lavoro interattivo posto al centro del progetto espositivo – sfidano i confini tra umano e macchina, tra virtuale e reale, invitando lo spettatore a interrogarsi sulle implicazioni etiche, culturali e sociali della simbiosi tecnologica.</p><h2>LE INSTALLAZIONI IMMERSIVE AL MATADERO DI MADRID</h2><p>L’iniziativa, parte di un programma più ampio promosso dal Matadero per indagare il futuro delle città "intelligenti" e del rapporto fra tecnologia e società, pone l’accento su come l’arte possa agire da specchio e da lente per interpretare i cambiamenti globali. </p><p>Alcune delle opere in mostra offrono allo spettatore visioni poetiche e sensoriali, mentre altre affrontano temi più complessi, come la sorveglianza e la manipolazione digitale. Nel complesso, <em>It from bit</em> si inserisce in un panorama culturale in cui l’<a href="https://arte.sky.it/news/ai-weiwei-intelligenza-artificiale-circa" target="_blank">intelligenza artificiale </a>e il <a href="https://arte.sky.it/news/refik-anadol-large-nature-model" target="_blank">machine learning</a> stanno ridefinendo non solo il processo creativo, ma anche le nozioni di identità e controllo. La mostra non è solo un’esplorazione estetica, ma anche un invito a un dibattito collettivo sul ruolo dell’essere umano in un mondo sempre più dominato dal digitale.</p><h2>LE SPERIMENTAZIONI DIGITALI DI EFRÉN MUR</h2><p>Con la maestria di un alchimista digitale, Efrén Mur intreccia tecnologia e creatività trasformando suoni e immagini in esperienze multisensoriali. Nato e cresciuto in Spagna, si trasferisce a Berlino nel 2017, mosso da un’instancabile curiosità e spirito di sperimentazione, che lo porta a lavorare con le nuove tecnologie, intrecciando le sue composizioni visive digitali con le sonorità ipnotiche degli artisti techno più influenti della scena internazionale. </p><p>Con vent’anni di ricerca creativa alle spalle, Efrén Mur non si limita a creare; ridefinisce i confini del possibile, lavorando con leggende come Jeff Mills e Richie Hawtin, dimostrando che l’arte digitale può essere non solo vista e ascoltata, ma vissuta come un’esperienza a 360 gradi.</p><p>[Immagine in apertura: © IDC Studio / Matadero Madrid]</p>

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