La cultura jazz si dà appuntamento a Bologna

<p>Torna anche quest'anno il <a href="https://arte.sky.it/news/bologna-jazz-festival-2023" target="_blank"><em>Bologna Jazz Festival</em></a>, attesissima kermesse musicale che, dal 21 ottobre al 17 novembre, porta nel capoluogo emiliano – ma anche nelle città di Ferrara e Forlì – numerosi musicisti jazz di fama internazionale. In cartellone oltre cinquanta concerti, disseminati fra i teatri e nei music club dell’Emilia-Romagna.</p><h2>IL GRANDE RITORNO DI PAT METHENY</h2><p>Tra gli ospiti di questa edizione spicca il grande ritorno di uno degli artisti più amati della scena, l'iconico chitarrista statunitense <a href="https://arte.sky.it/news/festival-ravenna-jazz" target="_blank">Pat Metheny</a>, che il 3 novembre si esibirà al Teatro Auditorium Manzoni in una tappa del suo nuovo tour. Per l’occasione, eseguirà brani che ripercorreranno la sua intera carriera, dagli esordi fino agli album più recenti: <em>MoonDial</em> e <em>Dream Box</em>. </p><p>Insieme a lui, altri tre artisti costituiscono gli appuntamenti di punta <a href="https://www.bolognajazzfestival.com/" target="_blank">in cartellone</a>: il 28 ottobre, al Teatro Duse, salirà sul palco la cantante Cécile McLorin Salvant, giovane promessa delle nuove generazioni che, omaggiando le proprie radici afroamericane, proporrà una performance jazz profondamente contaminata da blues, folk e black music<em>.</em></p><h2>IL PROGRAMMA DEL BOLOGNA JAZZ FESTIVAL</h2><p>È poi il turno, l’8 novembre, dell’artista etiope Mulatu Astatke, “padre” dell’ethio-jazz, che al Teatro Celebrazioni porterà una musica ispirata alle ritmiche frenetiche africane. Il programma di questa edizione si completa con McCoy Legends, la band-tributo a McCoy Tyner, uno dei sommi pianisti del jazz moderno, la cui eredità è portata avanti dal bassista Avery Sharpe, che lo ha accompagnato per oltre vent’anni (il 13 novembre all’Unipol Auditorium). </p><p>Ci sono poi numerosi appuntamenti nei music club di Bologna, che ospiteranno artisti di fama internazionale come Duna Mixtape, il pianista Federico Squassabia e i Blue Moka con il trombettista <a href="https://arte.sky.it/news/festival-montagna-piemonte-fabrizio-bosso" target="_blank">Fabrizio Bosso</a>. E infine la manifestazione si estende immancabilmente anche a Ferrara (al Torrione Jazz Club, dove si esibiranno, tra gli altri, Erik Friedlander e il trio di Pablo Held con Nelson Veras) e a Forlì (dove spiccano i live di Bill Frisell e Enrico Rava). Per maggiori informazioni sugli artisti e sulle date degli eventi vi invitiamo a consultare la <a href="https://www.bolognajazzfestival.com/" target="_blank">pagina web del festival</a>.</p><p>[Immagine in apertura: Cecile McLorin Salvant. Foto di Karolis Kaminskas]</p>

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In mostra a Londra le sensazionali riproduzioni di cibo giapponese

<p>Camminando per le strade di Tokyo e di altre grandi città del Giappone è impossibile non notare che, all’ingresso di tutti i ristoranti, delle curiose riproduzioni in 3D degli alimenti sono esposte all’esterno per invitare i passanti a fermarsi a mangiare. Sicuramente tra le più amate a livello internazionale, la cucina giapponese è protagonista di una mostra a Londra: un progetto espositivo che rende omaggio alla tradizione culinaria nipponica riunendo quasi cinquanta riproduzioni delle specialità locali e regionali.</p><h2>UNA MOSTRA A LONDRA CELEBRA IL CIBO GIAPPONESE</h2><p>Visitabile alla <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-finestre-japan-house-londra" target="_blank">Japan House</a> fino al 16 febbraio 2025, <em>Looks Delicious!</em> porta i visitatori a scoprire la cucina giapponese attraverso il curioso fenomeno del “sanpuru” (letteralmente “campione”), una pratica che prevede la realizzazione di copie di cibo talmente realistiche che è quasi impossibile distinguerle dall’originale. </p><p>L’idea delle repliche alimentari si diffuse all’inizio del Novecento, per presentare al pubblico i nuovi tipi di cucina (e in particolare quella occidentale) che stavano facendo il loro ingresso nei ristoranti del Paese. Originariamente realizzate in cera, ma oggi più popolari in PVC, queste riproduzioni sono diventate nel tempo delle vere e proprie espressioni artistiche di alto artigianato. I piatti in mostra raffigurano le pietanze più tradizionali della cucina giapponese, dal "Goya Chanpuru" rappresentativo della cucina di Okinawa (tofu saltato in padella combinato con verdura, carne o pesce) fino ai famosi frutti di mare provenienti dalle coste settentrionali di Hokkaido.</p><h2>LE SCULTURE IPERREALISTE ISPIRATE ALLA CUCINA GIAPPONESE</h2><p>“<em>Irresistibilmente intrigante, iperrealista e meticolosamente artigianale, questa mostra è la prima nel Regno Unito ad approfondire l'arte delle repliche alimentari giapponesi, la loro fabbricazione e i loro usi, con alcune interessanti sorprese</em>", ha spiegato il curatore della rassegna Simon Wright. Nel percorso espositivo troviamo anche un'area interattiva che invita i visitatori a cimentarsi in prima persona nella creazione della replica, da fotografare e condividere sui social. A questo si aggiunge un public program composto da workshop, dimostrazioni dal vivo di artigianato e lezioni di cucina.</p><p>[Immagine in apertura:<em> Looks Delicious!</em> exhibition photography. Photographer: Jeremie Souteyrat - Copyright/Credit Japan House London]</p>

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