Il festival che porta la musica jazz nei grandi e piccoli centri dell'Emilia-Romagna

La musica jazz è grande protagonista in Emilia-Romagna: il festival <a href="https://arte.sky.it/news/crossroads-jazz-festival-2022" target="_blank">Crossroads</a>, giunto alla sua 25esima edizione, porta l'improvvisazione sonora (jazz e non solo) in tutta la regione, viaggiando per tappe in tutto il territorio. La kermesse itinerante – in programma dal 3 marzo al 13 luglio – chiama a raccolta oltre 400 musicisti italiani e internazionali, per un totale di ben 60 concerti: dai giovani talenti come Matteo Mancuso e Frida Bollani Magoni, alle star di fama mondiale come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/08/enrico-rava-tour-album-jazz">Enrico Rava</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-9-maggio-documentario-fisarmonica">Richard Galliano</a>. <h2>LE RESIDENZE DEL "CROSSROADS FESTIVAL" 2024</h2>Alcuni musicisti si fermeranno al Crossroads per più di una data e in più di una formazione, come una sorta di "residenza artistica": è il caso del trombettista Fabrizio Bosso, che proporrà sia nuovi progetti – come il duo col chitarrista Bebo Ferra, il 27 aprile a Meldola – che quelli già affermati, come il trio Drumpet (il 16 giugno a Bagnacavallo) e il Quartetto Saxofollia (il 27 giugno a Lugo). Rassegna nella rassegna è invece il <a href="https://arte.sky.it/news/festival-ravennajazz-2023" target="_blank">Ravenna Jazz</a>, che dal 3 al 13 maggio arricchirà il programma di Crossroads con artisti del calibro di Mauro Ottolini (anche lui presente in più date) e il grande pianista Abdullah Ibrahim, sommo rappresentante del jazz sudafricano (che si esibirà il 9 maggio). <h2>IL JAZZ ITALIANO AL "CROSSROADS FESTIVAL"</h2>Entrando nel vivo della rassegna, si approfondisce la creatività proveniente dall’Italia: non mancano i grandi nomi del jazz nazionale, come il trombettista <a href="https://arte.sky.it/news/time-in-jazz-2022-sardegna-paolo-fresu" target="_blank">Paolo Fresu</a> in duo col pianista cubano Omar Sosa (il 19 marzo), ed Enrico Rava, nella formazione con il quintetto The Fearless Five (21 marzo), entrambi in scena al Teatro Carani di Sassuolo. E poi il giovane Matteo Mancuso (nome noto della chitarra internazionale, che si esibirà col suo trio il 13 luglio a Rimini) e il pianista Danilo Rea al Teatro Comunale di Russi (ospite con due date, il 25 aprile in quartetto e il 30 aprile in duo con il cantante Peppe Servillo). C’è poi un mondo di musiche internazionali, etniche, regionali, provenienti da ogni parte del globo. È il caso del Brass Express Trio del batterista Famoudou Don Moye (il 15 marzo a Fusignano), il quartetto del pianista Marc Copland (sul palco il 16 marzo, a Ferrara), la cantante-pianista australiana Sarah McKenzie, e il cantautorato catalano da Magalí Sare. Il programma completo è <a href="https://www.crossroads-it.org/" target="_blank">consultabile online</a>.[Immagine in apertura: Paolo Fresu &amp; Omar Sosa. Foto di Roberto Cifarelli]

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Un capolavoro di Caravaggio nel cuore di Napoli

Opera fra le più celebri e drammatiche di <a href="https://arte.sky.it/news/caravaggio-programmi-tv-26-ottobre" target="_blank">Michelangelo Merisi</a>, il geniale pittore lombardo che rivoluzionò l'arte del Seicento con il suo stile naturalistico e la sua maestria nel rendere gli effetti della luce, la Flagellazione di Cristo rientra a Napoli dopo l’ultimo prestito al Louvre per l’eccezionale esposizione <a href="https://arte.sky.it/news/museo-capodimonte-napoli-accordo-louvre-parigi" target="_blank">Naples à Paris</a>, terminata poche settimane fa. Inaugurata ieri (28 febbraio) e visitabile tutti i giorni fino al 31 maggio, la mostra al <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/01/leonardo-da-vinci-protagonista-a-napoli" target="_blank">Museo Diocesano di Donnaregina</a> riavvicina l'opera di Caravaggio al territorio, riportandola a meno di un chilometro dalla sua sede originaria e valorizzandola con una nuova illuminazione e un approfondimento sul contesto di provenienza.<h2>“LA FLAGELLAZIONE” DI MICHELANGELO MERISI A NAPOLI</h2>Realizzata nel 1607, durante il primo periodo napoletano di Caravaggio, la tela venne dipinta per la cappella della famiglia De Franchis nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, e rappresenta il momento in cui Cristo, legato a una colonna, subisce la tortura dei flagelli da parte di due carnefici.Il crudo realismo della scena, con il contrasto tra il corpo martoriato di Cristo e i volti indifferenti dei suoi aguzzini, rende l'opera un capolavoro assoluto di composizione, colore e luce. Fino al 1972, la Flagellazione poteva essere ammirata nella chiesa di San Domenico Maggiore, ma venne poi trasferita per sicurezza al <a href="https://arte.sky.it/news/workshop-architettura-bambini-museo-capodimonte-napoli" target="_blank">Museo di Capodimonte</a>, dove è diventato uno dei dipinti più ammirati della ricca collezione del museo, attirando ogni anno migliaia di visitatori.<h2>LA MOSTRA SU CARAVAGGIO NAPOLI</h2>Dopo oltre quattro secoli dalla sua morte, l’arte di Caravaggio continua a essere amata dal pubblico, come testimoniano le numerose mostre e iniziative di restauro attualmente in corso in Italia e all’estero. L’esposizione al Museo Diocesano di Donnaregina è accompagnata da pannelli didattici che illustrano la storia della chiesa di San Domenico Maggiore, della cappella della famiglia De Franchis e delle vicende di questa illustre dinastia. Si tratta di una mostra che offre a tutti i visitatori l’occasione di ammirare e studiare una tra le opere più importanti del nostro patrimonio culturale, nonché il suo profondo legame con la città e l’arte del “secolo d'oro" dell'arte partenopea.[Immagine in apertura: La Flagellazione di Cristo – Michelangelo Merisi da CaravaggioOlio su Tela, 286×213 cm⁠]

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