L'unico dipinto firmato dai Beatles all'asta per una cifra stellare

Fra arazzi, vasi d’oro e altri incredibili cimeli, l’asta organizzata da <a href="https://www.christies.com/en/lot/lot-6467442" target="_blank">Christie’s New York</a> per il prossimo 1° febbraio passerà certamente alla storia per un lotto davvero eccezionale: quello in cui sarà battuto il dipinto Images of a Woman, l’unico quadro realizzato e firmato dai <a href="https://arte.sky.it/news/beatles-programmi-tv-6-gennaio" target="_blank">Beatles</a>. Si tratta di un’opera di inestimabile valore storico, una testimonianza tangibile della nota versatilità artistica dei quattro ragazzi di Liverpool.
<h2>IL RARO DIPINTO DEI BEATLES IN VENDITA</h2>
A poche settimane dall’uscita di Now and Then, l’ultimo singolo della band inglese, <a href="https://arte.sky.it/news/canzone-inedita-beatles-intelligenza-artificiale" target="_blank">recuperato anni dopo il loro scioglimento</a>, questo quadro unico nel suo genere è destinato a far parlare di sé come un nuovo tassello dell’incredibile eredità artistica del gruppo di Liverpool. Usando acrilici e acquerelli su un foglio di carta giapponese, ogni membro dei Beatles ha dato libero sfogo alla propria creatività in modo indipendente eppure coordinato, senza dipingere figure riconoscibili ma riempiendo lo spazio con dettagli e colori. Il lato a opera di <a href="https://arte.sky.it/news/john-lennon-programmi-tv-24-agosto" target="_blank">John Lennon</a> è ricco di colori, mentre <a href="https://arte.sky.it/news/libro-ringo-starr-beatles" target="_blank">Ringo Starr</a> sembra adottare uno stile più simile a quello dei fumetti. Nel complesso, l’opera restituisce un effetto luminoso e vivido, in perfetta corrispondenza con lo stile musicale positivo e vibrante dei Beatles del periodo immediatamente successivo all’uscita di Revolver.
<h2>I BEATLES TRA ARTE E MUSICA</h2>
Di questo straordinario lavoro dei Beatles esiste una testimonianza visiva: gli scatti del fotografo Robert Whitaker, che accompagnò i Beatles nel tour estivo del 1966. Le sue foto a colori ritraggono i Beatles attorno a un tavolo, con ogni componente della band che occupa un angolo diverso e dipinge partendo dai lati verso il centro. Trascorrendo quattro giorni tra le camere di un lussuoso hotel a Tokyo, i quattro ragazzi di Liverpool avevano trovato conforto e riposo in questo modo assolutamente inedito, come ricorda lo stesso Whitaker nella sua biografia quando scrive: “Non li ho mai visti più calmi o più contenti che in quel momento”.
[Immagine in apertura: THE BEATLES, 1966. Images of a Woman signed ‘John Lennon', 'Paul McCartney', 'Ringo Star' and 'George Harrison' (to center) acrylic and watercolor on Japanese art paper. 21 ½ x 31 in. (54.6 x 78.8 cm.), the image. 39 ¼ x 39 ¾ (99.7 x 101 cm.), framed together with a Certificate of Authenticity from Tracks UK and a hardcopy of Robert Whitaker, Eight Days a Week: Inside The Beatles' Final World Tour, New York, 2008. Courtesy Christie’s]

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Arte e psicoanalisi si incontrano al Centre Pompidou-Metz

Nato a Parigi nel 1901, Jacques Lacan è una delle figure più prominenti e controverse della psicoanalisi. Nonostante le sue teorie abbiano influenzato – insieme a quelle di altri pensatori come Roland Barthes, Michel Foucault, Jacques Derrida e <a href="https://arte.sky.it/news/libro-deleuze-francis-bacon" target="_blank">Gilles Deleuze</a> – la nostra visione del mondo contemporaneo (nonché la pratica di numerosi artisti), finora nessuna mostra aveva mai fatto il punto sull’importanza della sua figura. A quarant’anni dalla morte, il <a href="https://arte.sky.it/news/metz-centre-pompidou-arte-videogiochi-mostra" target="_blank">Centre Pompidou-Metz</a> colma questa lacuna con Lacan, the Exhibition. When Art meets Psychoanalysis, visitabile fino al prossimo 27 maggio. <h2>LA MOSTRA DEL CENTRE POMPIDOU-METZ DEDICATA A JACQUES LACAN</h2> A cura di Marie-Laure Bernadac e Bernard Marcadé, la rassegna ripercorre i concetti fondamentali che costellano il pensiero di Lacan, tracciando una traiettoria che spesso si interseca con i grandi artisti del suo tempo (e non solo). Punto di partenza è la celebre teoria della “fase dello specchio”, che ha affascinato anche numerosi registi: in questo stadio, secondo Lacan, il bambino, osservando il proprio riflesso, riconosce sé stesso per la prima volta. Si passa poi alla nozione di “lalangue”, termine inventato dallo psicoanalista per indicare un linguaggio inconscio, immediato, che spesso ha ispirato i giochi di parole degli artisti e dei poeti. La sezione The Name of the Father ripensa il tema del patriarcato; mentre a seguire un capitolo approfondisce l'invenzione lacaniana dell'“oggetto a”, legato al desiderio.<h2>ARTE E PSICOANALISI IN MOSTRA A METZ</h2> Un’altra area espositiva, punto nevralgico della retrospettiva, è dedicata al dipinto <a href="https://arte.sky.it/archivio/2014/09/courbet-basilea-lorigine-du-monde" target="_blank">L’Origine du monde di Gustave Courbet</a>, che i coniugi Lacan acquistarono nel 1955, senza però mai esporlo. A seguire, il capitolo The Woman does not exist prende spunto dalla famosa frase dello psicoanalista, indagandone il significato attraverso una serie di opere che mettono in discussione la rappresentazione misogina della donna. Una riproduzione de Il Grande vetro di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-multimediale-duchamp-guggenheim-venezia" target="_blank">Marcel Duchamp</a> trionfa nella sezione There are no sexual relations, sempre in riferimento a una frase di Lacan: per lui, l’amore è ciò “che rimpiazza l’assenza di relazioni sessuali”, lasciando spazio al piacere. Ed è proprio il piacere (in particolare quello femminile) a essere protagonista del capitolo successivo, in cui spiccano le opere di <a href="https://arte.sky.it/news/mostre-italia-2024" target="_blank">Anselm Kiefer</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-body-art-orlan-tolosa" target="_blank">ORLAN</a>. L’ultima tappa del percorso si concentra sull’interesse di Lacan per l’artista François Rouan, e infine sull’eredità che lo studioso ha lasciato agli artisti del nostro tempo.[Immagine in apertura: René Magritte, The False Mirror [Le Faux Miroir], 1928 Huile sur toile, 54 x 80.9 cm Copyright : © Adagp, Paris, 2023 / Photo © Digital image, The Museum of Modern Art, New York/Scala, Florence]

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