Il mito del Grand Tour italiano raccontato con il fumetto

Dalla fine del Seicento alla metà dell'Ottocento, città come Venezia, Roma e Pompei diventarono tappe fondamentali nel percorso di quanti desideravano arricchire il proprio bagaglio di conoscenza al cospetto di capolavori centenari. Scrittori, artisti e membri dell'aristocrazia cominciarono così a recarsi nel nostro Paese attratti dai paesaggi e dal patrimonio culturale in esso conservati, innescando un singolare fenomeno che nel tempo avrebbe preso il nome di <a href="https://arte.sky.it/news/serie-grand-tour-italia-programmi-tv-14-marzo" target="_blank">Grand Tour</a>.Furono in tanti a puntare la bussola verso la nostra Penisola, scoprendola tanto nelle mete turistiche più inflazionate quanto nelle località meno note. Dalle strade millenarie di Roma alle colline intorno Firenze, dai sentieri alpini come quelli del valico del Moncenisio al lungomare di Napoli, figure di rilievo come <a href="https://arte.sky.it/news/goethe-sicilia-programmi-tv-28-agosto" target="_blank">Goethe</a>, Stendhal, Percy e Mary Shelley solcarono l'Italia sulle tracce di un passato mitico e a lungo idealizzato.<h2>IL NUOVO FUMETTO DI PIETRO SCARNERA</h2>A ripercorrere questo fenomeno turistico ante litteram è il nuovo fumetto di Pietro Scarnera, che ha deciso di raccontare attraverso il disegno le esperienze dei molti artisti che scelsero di arricchire il proprio bagaglio di conoscenza ammirando i capolavori conservati nelle nostre città. Il libro si intitola, appunto, Viaggio in Italia, ed è stato recentemente pubblicato dalla casa editrice <a href="https://www.coconinopress.it/prodotto/viaggio-in-italia/" target="_blank">Coconino Press</a> (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina).Già autore di <a href="https://arte.sky.it/news/graphic-novel-giornata-memoria" target="_blank">Una stella tranquilla – Ritratto sentimentale di Primo Levi</a>, l'autore torinese si sofferma in questo caso sulle esperienze di viaggio di scrittori e artisti come Lord Byron, Stendhal e certamente Goethe, che più di tutti si recò nel nostro Paese appuntando le sue impressioni sul proprio taccuino. Le storie e le riflessioni di questi personaggi illustri, sapientemente studiate da Scarnera sulla base delle fonti storiche pervenute, si intrecciano tra le pagine del volume alle vicende private dello stesso autore, mescolando passato e presente, intimo e universale. Il risultato è un tributo ai costumi, alle peculiarità storiche e paesaggistiche italiane, ma anche un'osservazione delle contraddizioni che governano da secoli la nostra nazione.<h2>LE PAROLE DELL'AUTORE</h2>“Tra il '700 e l’800 il viaggio in Italia era una tappa fondamentale nella formazione di artisti e scrittori. Tutti sono passati di qui e quasi tutti hanno lasciato diari, lettere, schizzi, dipinti, ma ho scelto di concentrarmi sui personaggi che hanno un legame davvero significativo con l’Italia”, ha dichiarato il fumettista Pietro Scarnera. “Il primo è Goethe, perché il suo viaggio in Italia è il più importante di tutti e perché non è solo un viaggio, è una fuga e una rinascita. Poi c’è Stendhal: arrivò in Italia nel 1800, a 17 anni, insieme alle armate di Napoleone, e per tutta la sua vita sembra che non facesse altro che scappare in Italia appena possibile. Sulla sua tomba, nel cimitero di Montmartre a Parigi, c’è scritto ‘Arrigo Beyle, milanese’. Ma quelli che hanno le storie più incredibili e forse meno conosciute, sono i poeti romantici inglesi: Lord Byron e Percy Shelley (insieme a Mary Shelley). Loro non viaggiano in Italia, ma vengono a viverci, in una sorta di auto-esilio dall’Inghilterra. Ho letto tutte le loro lettere scritte dall’Italia, dentro ci sono cose meravigliose... Insieme ai loro ci sono i miei viaggi in Italia. Sono nato a Torino da genitori meridionali e i lunghi viaggi verso sud erano d’obbligo ogni Natale e ogni estate. In più, per motivi di lavoro di mio papà, sono cresciuto tra due città, Torino e Bologna, trasferendoci varie volte da una all’altra. La conseguenza è che non ho vere radici, non so parlare in nessun dialetto... Scherzando a volte dico di essere cresciuto lungo l’A14”.

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“La scrittura ci ha liberato dalla coercizione dell’orrore e ci ha consentito di ridare vita a questa piccola condottiera. Ha vendicato Fortuna, rendendola un personaggio eterno che affronta ogni giorno il suo mostro senza morire mai. L’ha trasformata in un sogno e l’ha condotta su una stella inventata appositamente per lei, per illuminare gli occhi dello spettatore e placare il mio cuore”. Con queste parole il regista Nicolangelo Gelormini ricostruisce il work in progress di Fortuna, il film da lui diretto (e scritto insieme a Massimiliano Virgilio) in onda domenica 25 agosto su Sky Arte.Interpretata da Valeria Golino, Pina Turco e Cristina Magnotti (nel ruolo di Fortuna), la pellicola prende le mosse da un tragico fatto di cronaca per raccontare una storia di innocenza profanata. Quella di Nancy, una bambina timida che vive in un’anonima periferia, con la famiglia. Chiusa da qualche tempo in un sinistro silenzio, riuscirà a confessare un segreto indicibile solo ai due amici che continuano a chiamarla Fortuna, il nome che lei non sente più come suo. Il film è stato selezionato per la Festa del Cinema di Roma 2020.[Immagine in apertura: Fortuna, Valeria Golino e Cristina Magnotti. Photo Marina Sgamato]

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