Musica e teatro con ospiti d’eccezione al Museo Bagatti Valsecchi

Un'istituzione museale deve essere un luogo di incontro, scambio e crescita culturale attiva. Lo sa bene il <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/visioni-metafisiche-vasco-ascolini-milano-museo-bagatti-valsecchi" target="_blank">Museo Bagatti Valsecchi</a> di Milano, che apre le porte ai suoi visitatori invitandoli a “sentirsi a casa” con la terza edizione di Stasera al Museo. Vivere nel tempo, il programma di incontri che quest’anno porta tra le mura della <a href="https://arte.sky.it/news/podcast-case-museo-milano" target="_blank">dimora storica ottocentesca</a> ben 14 tra spettacoli teatrali e di danza, nonché esibizioni di musica dal vivo. L’invito della casa-museo è quindi quello di assistere a questi rendez-vous come se si facesse parte della storica famiglia Bagatti Valsecchi, dedicandosi allo svago nel Salone d'Onore del Museo e nel cortile di Palazzo.<h2>IL PROGRAMMA DEL MUSEO BAGATTI VALSECCHI DI MILANO</h2>Dal 20 marzo al 31 dicembre, gli appuntamenti – ideati dal direttore Antonio D’Amico – tornano a far rivivere gli spazi del palazzo, con un cartellone tematico ispirato, come nelle scorse edizioni, a uno dei motti latini incisi nel Salone d’Onore: Laudamus veteres sed nostris utimur annis (ovvero “lodiamo il passato ma viviamo il nostro tempo”). Il fil rouge delle performance ospitate dal museo è quindi il concetto di tempo, osservato in tutte le sue declinazioni: un’esortazione a guardare al futuro e a essere presenti nell’oggi, senza però mai dimenticarsi del proprio bagaglio storico. “Oggi il museo ha il compito di far conoscere non soltanto l’opera collezionistica dei fratelli Bagatti Valsecchi”, sottolinea Camilla Bagatti Valsecchi, presidente del museo, “che credevano nella bellezza di un tempo speso in maniera proficua e produttiva, ma anche farsi portavoce di valori come la valorizzazione del proprio tempo e la conduzione di una vita più consapevole”.<h2>“STASERA AL MUSEO. VIVERE NEL TEMPO”</h2>Il palinsesto prende il via con la scrittrice Antonella Boralevi, che con lo spettacolo Parole nude indaga e “smaschera” il vocabolo più utilizzato dall’uomo nel corso dei secoli: la parola “amore”. Tra gli ospiti d’onore di questa edizione spicca anche l’imperdibile concerto, a inizio maggio, del raffinato cantautore <a href="https://arte.sky.it/news/giovanni-caccamo-programmi-tv-sabato-21-ottobre" target="_blank">Giovanni Caccamo</a>; più tardi lo stesso mese sarà invece il turno di Paola Turci, che si esibirà nella splendida cornice del cortile neorinascimentale proponendo al pubblico le sue canzoni più amate. Spazio al teatro con lo spettacolo La donna Alata, che a ottobre arriverà per la prima volta a Milano: di e con Federica Restani, per la regia di Raffaele Latagliata, la pièce è un’intensa performance liberamente tratta dal romanzo cult Notti al Circo della scrittrice britannica Angela Carter. Il cantautore Giuseppe Anastasi sarà invece protagonista a novembre con un’esibizione al pianoforte e voce, mentre a dicembre la rassegna si chiuderà in bellezza con Franz Schubert incontra Simone Weil, eseguito dal Trio Michelangeli nel Salone d’Onore.[Immagine in apertura: courtesy Museo Bagatti Valsecchi]

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Ottobre nel segno delle arti performative a Milano

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Il mestiere del drammaturgo secondo Mario Perrotta

Tutto pronto a New York per la grande mostra su Mario Schifano

Opere "germinali": è così che lo stesso <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-napoli-gallerie-italia-mario-schifano" target="_blank">Mario Schifano</a>, figura prominente della Pop Art italiana al fianco di <a href="https://arte.sky.it/news/larte-italiana-del-secondo-dopoguerra-dalle-stanze-della-banca-ditalia" target="_blank">Franco Angeli</a> e Tano Festa, definiva i lavori capaci di contenere dentro di sé una forte "potenza generativa". È il caso dei dipinti che troviamo in mostra a <a href="https://arte.sky.it/news/centro-ricerca-germano-celant-new-york" target="_blank">Magazzino Italian Art</a> (la più importante istituzione statunitense dedicata all’arte italiana), più precisamente nel <a href="https://arte.sky.it/news/padiglione-magazzino-italian-art" target="_blank">Padiglione Robert Olnick</a>.Lo spazio – recentemente inaugurato a Cold Spring, nello stato di New York – presenta Germinal, dedicata al celeberrimo artista della Scuola di Piazza del Popolo. <h2>LE OPERE “GERMINALI” DI MARIO SCHIFANO A NEW YORK</h2>Visitabile fino al 9 agosto, la retrospettiva “presenta opere ‘germinali’ realizzate nell’arco di un decennio, dal 1960 al 1970”, sottolinea il curatore Filippo Fossati; “un periodo di grande fermento sociale, economico, politico e artistico, al quale Schifano partecipò attivamente. In quegli anni, con il suo forte carisma e la sua effervescenza, Schifano si distinse come uno degli artisti più famosi in Italia e come figura altrettanto apprezzata all’estero. La sua è un’arte concepita per tutti e non soltanto per una ristretta élite”.Realizzata in collaborazione con l'<a href="https://arte.sky.it/news/libro-mario-schifano">Archivio Mario Schifano</a> e l’Archivio Maurizio Calvesi, la rassegna rende inoltre omaggio alla memoria del noto storico dell’arte deceduto nel 2020 e a sua moglie, la scrittrice, editrice e direttrice di museo Augusta Monferini, scomparsa nel 2022.<h2>LA POP ART DI MARIO SCHIFANO</h2>Il percorso espositivo, incentrato dunque su un decennio nevralgico, prende il via con un gruppo di tele monocrome – sebbene dai titoli eloquenti, come nel caso di Musica di Ornette o Venere di Milo – realizzate dall’artista nel 1960. Nel 1962, Schifano viaggia per la prima volta a New York, dove incontra <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-andy-warhol-joseph-beuys-londra">Andy Warhol</a>: si passa così al florido periodo della Pop Art, che Schifano importerà in Italia al suo ritorno. Tra le opere realizzate tra il 1965 e il 1970, troviamo anche quelle della celebre serie Futurismo rivisitato, ispirate all’avanguardia italiana che, secondo il pittore, era stata in grado per prima di “catturare il silenzio, il rumore o l’essenza di uno stato d'animo”. [Immagine in apertura: © Archivio Mario Schifano. Mario Schifano nel suo studio a New York, 1964]

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