Il libro che ripercorre gli ultimi giorni dei Beatles

Sono trascorsi oltre cinquant’anni dallo scioglimento della band che ha cambiato per sempre la musica, i <a href="https://arte.sky.it/news/asta-chitarra-john-lennon-beatles " target="_blank">Beatles</a>. La conclusione di quella travolgente cavalcata scosse il mondo, gettando nello sconforto milioni di fan in tutto il mondo e alimentando nel tempo una ridda di voci sulle possibili cause della rottura. Ora un nuovo volume, pubblicato da Rizzoli e intitolato All you need is love. La fine dei Beatles, si propone di fare chiarezza su cosa spinse i quattro ragazzi di Liverpool a sciogliere la band più famosa di sempre. Il libro (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) è scritto da Peter Brown e Steven Gaines, che hanno raccolto le interviste concesse loro da <a href="https://arte.sky.it/news/paul-mccartney-mostra-fotografie-new-york" target="_blank">Paul McCartney</a>, George Harrison, <a href="https://arte.sky.it/news/libro-ringo-starr-beatles" target="_blank">Ringo Starr</a> e altri membri della cerchia dei Beatles nel 1980, poco prima della tragica morte di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-john-lennon-filosofia " target="_blank">John Lennon</a>. Una parte di queste testimonianze era già stata pubblicata dai due autori nel bestseller The love you make del 1983, ma il nuovo libro presenta materiale inedito sugli eventi che portarono alla separazione del gruppo.<h2>LA STORIA DELLA FINE DEI BEATLES</h2>Rimaste in larga parte inedite per oltre quarant'anni, le interviste raccolte nel libro forniscono un quadro accurato delle dinamiche interne della band, approfondendo le molteplici cause che portarono allo scioglimento e andando oltre le spiegazioni (spesso superficiali) offerte dai media dal 1970 a oggi. Tra i fattori scatenanti della storica rottura, il saggio cita le note tensioni personali tra i quattro componenti, nonché le loro divergenze artistiche: le preziose interviste raccolte dai due autori compongono un resoconto sfaccettato, che evidenzia come ogni membro della band avesse le proprie ragioni e motivazioni per voler lasciare il gruppo dopo sette anni vissuti intensamente, tra dischi di successo e numerosi tour in giro per il mondo.<h2>UNA RACCOLTA DI INTERVISTE INEDITE A PAUL, GEORGE E RINGO</h2>A raccogliere le testimonianze su cui si fonda questa analisi meticolosa degli ultimi giorni del gruppo più famoso del mondo sono stati due autori ben introdotti nell’universo dei Beatles: Steven Grimes è un giornalista affermato, che ha scritto per testate prestigiose come il New York Times, mentre Peter Brown è stato per anni dirigente della Apple Corp., l’etichetta discografica dei <a href="https://arte.sky.it/news/canzone-inedita-beatles-intelligenza-artificiale " target="_blank">Fab Four</a>, nonché amico personale di John e Paul. Mettendo insieme quelle che il Times ha definito “interviste così controverse che sono rimaste sotto chiave per quarant’anni”, il libro All you need is love. La fine dei Beatles riscrive in modo esaustivo le ultime pagine della storia del gruppo di Liverpool, offrendo un’ulteriore conferma della grandezza artistica di una delle band più iconiche di tutti i tempi.

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Con 13 mostre Savignano sul Rubicone diventa "capitale della fotografia"

Come ogni anno, a Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì, prende piede il <a href="https://arte.sky.it/news/fotografia-si-fest-savignano-sul-rubicone" target="_blank">SI FEST</a>, uno dei più longevi festival di fotografia in Italia, diretto per il terzo anno consecutivo dal fotografo <a href="https://arte.sky.it/news/festival-fotografia-si-fest-alex-majoli" target="_blank">Alex Majoli</a>. Con il titolo Atlas, questa 33esima edizione (visitabile fino al 29 settembre) si ispira a Mnemosyne, l’atlante di immagini concepito dello storico dell’arte e critico tedesco <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-atlante-aby-warburg-berlino" target="_blank">Aby Warburg</a>. Disseminato in varie location per la città – dalle scuole Dante Alighieri e Giulio Cesare, agli spazi del Consorzio di Bonifica, passando per il Monte di Pietà e la Vecchia Pescheria – il ricco programma di mostre, incontri e laboratori approfondisce le varie declinazioni del concetto di archivio, riflettendo anche sul ruolo dell'educazione all'immagine nell'epoca contemporanea.<h2>LE MOSTRE DEL FESTIVAL DI FOTOGRAFIA "SI FEST"</h2>Negli spazi della scuola primaria Dante Alighieri, dell’istituto comprensivo Giulio Cesare e del Consorzio di Bonifica, si articolano le mostre a cura di Alex Majoli. Tra queste spicca Ray’s a Laugh del grande fotografo inglese Richard Billingham, ma anche la serie Chicago firmata dal duo anglo-sudafricano Adam Broomberg &amp; Oliver Chanarin, che arriva per la prima volta in Italia con una riflessione sul tema della costruzione di un territorio che diventa espressione simbolica della questione palestinese. Si prosegue con lo statunitense Abdulhamid Kircher, che analizza il legame con la figura paterna in Rotting from Within, e ancora il lavoro For So Many Years When I Close My Eyes del cinese Billy H.C. Kwok, che documenta la storia di una madre alla ricerca del figlio scomparso.<h2>I PREMI ESPOSITIVI DEL 2023 E I LABORATORI CON LE SCUOLE</h2>Sono tre gli italiani a esporre le proprie ricerche: Francesco Lughezzani è presente con le immagini concesse dall’archivio di San Servolo; Maurizio Montagna partecipa con il progetto Toros: The marking of a territory, dedicato alle silhouette dei tori di Osborne; e infine Russian Interiors, un omaggio ad Andy Rocchelli. Alle mostre principali si affiancano anche le esposizioni nate dai laboratori annuali realizzati con le classi delle scuole: con gli studenti delle medie nasce Testimone oculare: visioni domestiche, e con gli alunni del terzo e quarto anno del Liceo Marie Curie prende vita Io autoritratto. Non mancano infine i progetti espositivi dei vincitori dei premi della scorsa edizione: Tommaso Palmieri con la ricerca sociale sulla scena punk e rap bolognese (BO)yz N The Hood; la fotografa russo-curda Ariya Karatas con Arjen, un progetto sulla ricostruzione della figura paterna; e Massimo Napoli con la serie Omotesando, sulla quotidianità frenetica di una delle zone dello shopping più famose di Tokyo.[Immagine in apertura: Silvia Camporesi, Studio per Ofelia fiori]

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