Il primo brano rap mai trasmesso nello Spazio

“Non riesco ancora a credere che lascerò il pianeta con la NASA attraverso il Deep Space Network quando 'The Rain (Supa Dupa Fly)' diventerà la prima canzone hip hop in assoluto spedita nello spazio!”. Così la celebre rapper statunitense <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/01/missy-elliott-entra-nella-hall-of-fame-dei-cantautori " target="_blank">Missy Elliott</a> aveva subito commentato la notizia della storica trasmissione. Attraverso la rete di antenne del Deep Space Network, in California, la <a href="https://arte.sky.it/news/lunar-codex-samuel-peralta" target="_blank">NASA </a>ha inviato lo scorso 12 luglio il primo singolo di Elliott in direzione del pianeta Venere, che in questo momento si trova a 254 milioni chilometri di distanza. La celebre canzone ha quindi viaggiato alla velocità della luce, impiegando quasi 14 minuti per raggiungere il pianeta, scelto come destinazione dalla stessa artista hip hop “perché simboleggia la forza, la bellezza e l’emancipazione”.<h2>IL PRIMO SINGOLO DI MISSY ELLIOTT SU VENERE</h2>Pubblicato il 3 luglio 1997, The Rain (Supa Dupa Fly) è il singolo di debutto che ha lanciato la carriera di Missy Elliott, e che avrebbe avuto negli anni un crescente impatto sulla scena hip hop internazionale. Grazie all’innovativo sound curato dal produttore Timbaland e allo stile futuristico del videoclip diretto da Hype Williams, la canzone ha contribuito ad affermare l'immagine di Elliott come artista visionaria e a ridefinire i confini del genere hip hop. La trasmissione della canzone nel cosmo è un tributo alla capacità della rapper americana di ispirare e innovare, rendendo omaggio alla sua “lunga esperienza nel coniugare brani ricchi di riferimenti allo spazio e video musicali caratterizzati da immagini futuristiche”, come ha confermato Brittany Brown, direttrice della divisione digitale e tecnologica dell'ufficio delle comunicazioni della NASA.<h2>DAI BEATLES AL RAP, LA PASSIONE DELLA NASA PER LA MUSICA</h2>Oltre a essere diventato il primo brano rap mai trasmesso nello Spazio, The Rain (Supa Dupa Fly) è la seconda canzone in assoluto a viaggiare fuori dal nostro pianeta: nel 2008, per celebrare il 40esimo anniversario della pubblicazione di Across the Universe, la NASA trasmise lo storico singolo dei <a href="https://arte.sky.it/news/asta-chitarra-john-lennon-beatles " target="_blank">Beatles </a>in direzione della Stella Polare, dove dovrebbe arrivare fra più di 400 anni. La collaborazione tra Missy Elliott e la NASA rappresenta un momento storico per la musica e la cultura hip hop, e riporta al centro delle attenzioni astronomiche Venere: il pianeta “gemello” della Terra sarà infatti interessato nei prossimi anni da numerose missioni scientifiche, che saranno condotte proprio attraverso le antenne del Deep Space Network utilizzate nei giorni scorsi per trasmettere per la prima volta un brano rap nel nostro sistema solare.[Immagine in apertura: foto di NASA su Unsplash]

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Il vetro è un mezzo artistico flessibile, fluido, malleabile, che sempre più artisti internazionali scelgono di utilizzare per creare le proprie opere. Per chi ama questo materiale c’è un punto di riferimento imprescindibile, la “Mecca” di tutti i mastri vetrai: Murano e le sue storiche fornaci – che ogni anno si mettono in mostra con la settimana dedicata al vetro: <a href="https://arte.sky.it/news/venice-glass-week-venezia-2023" target="_blank">The Venice Glass Week</a>, in programma dal 14 al 22 settembre –, dove gli artisti di tutto il mondo si recano per collaborare con i sapienti artigiani muranesi. Tra questi ce n’è uno che spicca in maniera particolare, e che orbita attorno alla Laguna dal 1988, quando rappresentò la Gran Bretagna alla <a href="https://arte.sky.it/news/biennale-arte-2024-venezia" target="_blank">Biennale di Venezia</a>: <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/mostra-scultura-tony-cragg-giardino-boboli-firenze" target="_blank">Tony Cragg</a>.<h2>LA MOSTRA DI TONY CRAGG NEL NEGOZIO OLIVETTI A VENEZIA</h2>Tony Cragg torna a Venezia con una mostra personale nello storico <a href="https://arte.sky.it/news/lucio-fontana-antony-gormley-mostra-venezia" target="_blank">Negozio Olivetti </a>in Piazza San Marco a Venezia, che dal 2011 è affidato alla cura e alla gestione del <a href="https://arte.sky.it/news/fai-luoghi-del-cuore-censimento-italia" target="_blank">FAI – Fondo Ambiente Italiano</a>. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Berengo, e visitabile fino al prossimo 1° settembre, Tony Cragg. Le forme del vetro presenta al pubblico una selezione di sculture, tutte realizzate a Murano. La particolarità dell’esposizione è il dialogo con la straordinaria architettura del Negozio Olivetti, progettato nel 1957 da <a href="https://arte.sky.it/news/venezia-palazzina-masieri-carlo-scarpa-apertura" target="_blank">Carlo Scarpa</a>. Il vetro incontra così gli spazi scarpiani, caratterizzati da materiali industriali, dal ferro, ma anche dal calore del legno e dalla brillantezza della luce naturale che filtra dalle grandi vetrate.<h2>TONY CRAGG E L’ARTE DEL VETRO DI MURANO</h2>A cura di Cristina Beltrami e Jean Blanchaert, l’esposizione riunisce oltre venti sculture in vetro e una selezione di disegni, con l’obiettivo di ripercorrere e raccontare al pubblico la storia dell’incontro tra Tony Cragg e il vetro, avvenuto ormai decenni fa, negli anni Novanta, in Olanda, ma che si sviluppa poi a Murano, dove l’artista raccoglie le sfide tecniche più complesse grazie alla millenaria perizia dei maestri vetrai, e alla consolidata collaborazione con la fornace della Fondazione Berengo. Il progetto espositivo, inoltre, fa luce sul processo creativo dell’artista attraverso i bozzetti grafici che precedono la creazione, che lui stesso concepisce come un “esercizio quotidiano”. A questi si aggiunge una scultura inedita, appositamente realizzata per intrecciarsi armoniosamente con l’identità dell'architettura scarpiana.[Immagine in apertura: Tony Cragg © Francesco Allegretto. Courtesy Berengo Studio]

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