A Trento l'estate 2024 sarà nel segno di Albrecht Dürer

<p>Prendendo le mosse dal primo viaggio a Trento del celebre artista tedesco, risalente agli ultimi anni del XV secolo, la mostra <em>Dürer e il Rinascimento nelle Alpi</em> nelle sale del <a href="https://arte.sky.it/news/trento-mostra-brian-eno" target="_blank">Castello del Buonconsiglio</a>, a Trento, offrirà ai visitatori l’opportunità di scoprire gli straordinari esiti artistici dell’incontro fra il mondo della pittura rinascimentale italiana con quello di matrice nordica. Aperta dal 6 luglio al 13 ottobre 2024, l’esposizione rappresenta il fiore all’occhiello del ricco programma di mostre ed eventi organizzati per celebrare il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-durer-centenario-castello-trento" target="_blank">centenario</a> della fondazione del museo.</p><h2>L’ARTE DI DÜRER IN MOSTRA A TRENTO</h2><p>Per evidenziare come l'arte di <a href="https://arte.sky.it/news/disegno-durer-mostra-londra" target="_blank">Albrecht Dürer</a> abbia influenzato gli artisti trentini, contribuendo all’affermazione definitiva di un’arte rinascimentale del tutto originale, il percorso espositivo presenterà circa cento opere fra dipinti, disegni e incisioni, risalendo alle prime testimonianze artistiche di tale movimento, databili intorno al 1470. </p><p>Oltre a documentare il genio e l’influenza di Dürer, la mostra offrirà ai visitatori l’opportunità di immergersi in un'epoca di fervente scambio culturale, presentando opere di artisti e correnti che evidenziano le connessioni tra la scena artistica italiana e quella nordica, sottolineando l’importanza geografica e storica del Tirolo come area di scambio e laboratorio di innovative soluzioni artistiche.</p><h2>L’ORIGINALITÀ DEL RINASCIMENTO ALPINO</h2><p>In un costante gioco di rimandi fra arte, storia e territorio, la mostra dedicherà ampio spazio all’importanza di Bernardo Clesio, principe vescovo trentino a cui si deve l’edificazione del Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio. Anche grazie alla sua visione, fra il XV e il XVI secolo Trento divenne un importante snodo artistico e culturale, punto di incontro fra esponenti del Rinascimento italiano e artisti tedeschi e nordici. <em>Dürer e il Rinascimento nelle Alpi</em> si proporrà dunque come una mostra in grado di offrire una finestra su un periodo irripetibile della storia dell'arte, grazie anche all’unicità del Trentino, perfetto crocevia culturale e culla di un’originale declinazione artistica del più ampio movimento dell’arte rinascimentale.</p><p>[Immagine in apertura: Albrecht Dürer, <em>Adorazione dei Magi</em>, particolare, Firenze, Galleria degli Uffizi]</p>

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Tre protagonisti dell’arte del Novecento negli scatti di un grande fotografo

<p>Un grande merito della fotografia è quello di aver svolto un ruolo fondamentale nella documentazione di altre forme d’arte, rendendo permanenti espressioni altrimenti effimere, come nel caso della performance. Tale riflessione include gli oltre sei decenni di produzione dell'artista pistoiese <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-aurelio-amendola-citta-di-castello" target="_blank">Aurelio Amendola</a>, che ha dedicato parte della sua carriera ad immortalare gli artisti nei loro atelier. Ha catturato i movimenti nevralgici della creazione di opere tra le più iconiche del Novecento, come documenta la mostra <em>Amendola. Burri, Vedova, Nitsch: azioni e gesti</em>.</p><h2>BURRI, VEDOVA E NITSCH NELL’OBIETTIVO DI AURELIO AMENDOLA</h2><p>Esposta fino al 24 novembre presso lo Spazio Vedova di Venezia e a cura di Bruno Corà, la rassegna riunisce una serie di stampe fotografiche di grandi dimensioni che testimoniando da un punto di vista privilegiato il processo creativo di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-informale-palazzo-paure-lecco" target="_blank">Alberto Burri</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-emilio-vedova-m9-mestre" target="_blank">Emilio Vedova</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/parigi-mostra-hermann-nitsch" target="_blank">Hermann Nitsch</a>. Negli scatti in mostra è possibile osservare la gestualità energica di Vedova, che coinvolge nell'azione pittorica l’intero corpo, ma anche soffermarsi su Burri mentre esegue le sue opere misurandosi con il fuoco e la combustione. Non mancano le dirompenti azioni di Nitsch, la cui ritualità catartica viene suggellata con agilità dalla macchina fotografica di Amendola.</p><h2>LE FOTO DI AMENDOLA IN MOSTRA A VENEZIA</h2><p>“<em>A Venezia</em>”, spiega il curatore Bruno Corà, “<em>la Fondazione Vedova completa l’esperienza espositiva realizzata in collaborazione con gli Ex Essicatoi del Tabacco di Città di Castello, città natale di Alberto Burri, e con il Museo Nitsch di Napoli, dove Hermann Nitsch ha lavorato a lungo, proseguendo il percorso tracciato dagli artisti anche nella loro costante frequentazione tra Roma, Venezia, altri luoghi e diverse manifestazioni</em>”. Inoltre, chiosa Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione Vedova, “<em>l'esposizione pone in evidenza le diverse modalità "operative" dei tre artisti e dei loro atteggiamenti espressivi e, al tempo stesso, fornisce al più vasto pubblico un ampio spettro di indagine delle caratteristiche di un grande fotografo italiano che con i tre Maestri stabilì una amicizia durevole, reciprocamente proficua</em>”.</p><p>[Immagine in apertura: (c) Aurelio Amendola, Combustion, 1976. Burri in una fase successiva di lavoro sulla “Grande Plastica”, Morra, Città di Castello]</p>

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