Le grandi città americane raccontate in una serie di poster d'autore

Le strade vive e trafficate di New York, il suo skyline inconfondibile segnato dall’Empire State Building, l’assolata Los Angeles: non serve essere stati negli Stati Uniti per visualizzare vividamente queste affascinanti città, impresse nel nostro immaginario collettivo anche grazie alle pellicole cinematografiche che le hanno raccontate nel corso del tempo. Ed è proprio alle più iconiche città americane e alla loro relazione con il grande schermo che è dedicata la mostra American Movie Places: N.Y to L.A., allestita dal 3 aprile al 5 maggio presso <a href="https://soggettivagallery.com/" target="_blank">Soggettiva Gallery a Milano</a>.<h2>CINEMA E ARCHITETTURA IN MOSTRA A MILANO</h2>Dopo la fortunata mostra dedicata ai mitici film di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-milano-quentin-tarantino" target="_blank">Quentin Tarantino</a>, reinterpretati attraverso le lenti di 41 artisti, l’originale spazio espositivo milanese dedicato agli “alternative movie poster” si prepara a inaugurare la prossima rassegna in occasione del <a href="https://arte.sky.it/news/salone-mobile-milano-installazione-mario-cucinella" target="_blank">Salone del Mobile</a> (che quest’anno si terrà dal 16 al 21 aprile) e in concomitanza con l’uscita nelle sale italiane, il 9 e 10 aprile, del documentario <a href="https://arte.sky.it/news/programmazione-grande-arte-cinema-2024" target="_blank">Hopper. Una storia d'amore americana</a>. Diretto da Phil Grabsky, il film accende i riflettori su uno degli artisti più emblematici della cultura statunitense,<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-edward-hopper-new-york-whitney-museum" target="_blank"> Edward Hopper</a>, e sulla sua “storia d’amore” con l’architettura e i silenziosi paesaggi americani. L ’esposizione negli spazi di Soggettiva Gallery indaga quindi il cinema attraverso queste due città-simbolo, attingendo soprattutto da un repertorio architettonico e artistico, a partire proprio dagli scorci urbani e domestici di Hopper.<h2>LE LOCANDINE “ALTERNATIVE” DI SOGGETTIVA GALLERY</h2>Fondata a Milano nel 2022 da Alberto Bozzoli e Raoul Simoni, nel giro di pochi anni Soggettiva Gallery ha riscosso un grande successo, grazie alla scelta originale di dedicarsi a una forma espressiva insolita e stravagante: quella delle locandine cinematografiche. Non si tratta tuttavia delle locandine ufficiali, ma di quelle “alternative”, reinterpretate liberamente da artisti, creativi e designer. Prima e unica realtà italiana ad aver scommesso su questo particolare “oggetto d’arte”, la galleria riesce così nell’intento di mettere d’accordo gli appassionati provenienti da diversi settori, unendo cinema, arte, progettazione ed editoria.[Immagine in apertura: G. Townley, Kaufmann House]

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Le grandi città americane raccontate in una serie di poster d'autore | Sky Arte

I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Era il 10 aprile del 2018 quando gli <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/04/concerto-afterhours-milano" target="_blank">Afterhours</a> salivano sul palco del Forum di Assago, a Milano, per il concerto sold out organizzato per celebrare i loro trent’anni di attività. Il documentario Afterhours vs Forum Cose semplici e banali, in onda su Sky Arte mercoledì 13 marzo, conduce i fan dietro le quinte di quel memorabile live. Un’occasione per rivivere, a sei anni di distanza, tutta l'energia e la passione che hanno contraddistinto una performance passata alla storia. Attraverso immagini inedite e interviste esclusive ai membri attuali e passati della banda capitanata da <a href="https://arte.sky.it/news/film-tutankhamon-manuel-agnelli" target="_blank">Manuel Agnelli</a>, il documentario traccia la storia del celebre gruppo rock italiano, a partire dagli esordi punk fino alla piena affermazione definitiva. Le immagini ripercorrono ogni fase della preparazione meticolosa del concerto, con la band che affina ogni dettaglio sonoro e scenico prima dell’indimenticabile esibizione sul palco di un Forum gremito. Il documentario non è solo il racconto di un evento musicale, ma anche la testimonianza di un viaggio artistico e umano che ha reso gli Afterhours una delle band più influenti della storia della musica italiana.

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