Da Dalí a Miró: a Lugano tutti gli artisti ritratti dal fotografo Ernst Scheidegger

<p><a href="https://arte.sky.it/news/giacometti-museo-scuola-parigi" target="_blank">Alberto Giacometti</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/salvador-dali-programmi-tv-11-maggio" target="_blank">Salvador Dalí</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/joan-miro-maestro-catania" target="_blank">Joan Miró</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-max-ernst-francia" target="_blank">Max Ernst</a>, <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/chagall-mestre-centro-culturale-candiani" target="_blank">Marc Chagall</a> e molti altri: per il sensibile obiettivo di Ernst Scheidegger sono passati alcuni dei più grandi artisti del Novecento. Nato il 30 novembre 1923 a Rorschach, in Svizzera, il fotografo “fa ritorno" nel suo Paese in occasione della mostra con cui lo omaggia il MASI di Lugano, nel segno del tributo promosso nel centenario della sua nascita.</p><h2>UNA MOSTRA SULLA FOTOGRAFIA AL SERVIZIO DELL'ARTE</h2> <p>Fotoreporter e collaboratore della celeberrima agenzia Magnum Photos dal 1952, pittore, grafico, regista e, successivamente, gallerista ed editore, Scheidegger si è distinto in una pluralità di ambiti. Aperta al pubblico presso il Museo della Svizzera italiana di Lugano (sede LAC) dal 18 febbraio al 21 luglio prossimi, <em>Faccia a faccia. Giacometti, Dali, Miró, Ernst, Chagall. Omaggio a Ernst Scheidegger</em> ripercorre l’originale evoluzione della sua carriera. Un percorso inusuale, quello di Scheidegger, che lo porta dalla devastazione dell’Europa post-bellica, raccontata nei primi scatti giovanili che aprono la mostra, fino alla calma riflessiva degli atelier francesi. Uno speciale focus ricostruisce poi il legame d'amicizia con Alberto Giacometti, con il quale strinse un duraturo rapporto di fiducia dopo averlo conosciuto durante il servizio militare in Engadina, nel 1943.</p><h2>A LUGANO TUTTI GLI ARTISTI RITRATTI DA ERNST SCHEIDEGGER </h2> <p>Come scrive Tobia Bezzola – curatore della mostra insieme a Taisse Grandi Venturi – nel suo saggio in catalogo, quello di Scheidegger è un repertorio che "<em>racchiude molti temi classici dei neorealismi fotografici e cinematografici del secondo dopoguerra: il riverbero delle luci di scena sui volti degli artisti e dei clown di un circo, le emozioni a buon mercato della fiera e del luna park, la rumorosa vita popolare che anima le strade dell'Europa del Sud, i bambini di strada, l'Esercito della salvezza, le sagre, le manifestazioni dei lavoratori</em>". La kermesse riunisce circa 100 scatti realizzati tra il 1945 e il 1955 (tra cui spiccano alcune immagini inedite) proposti in un "faccia a faccia" con i lavori degli stessi artisti ritratti da Scheidegger. Il percorso espositivo "intreccia" così le immagini del fotografo con le opere dei grandi autori della sua epoca, inclusi Hans Arp, Oskar Kokoschka,<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-design-le-corbusier-marsiglia-cite-radieuse" target="_blank"> Le Corbusier</a> e Fernand Léger.  [Immagine in apertura: Ernst Scheidegger, <em>Salvador Dalí nel suo atelier a Portlligat</em> ca. 1955 © Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Zürich]</p>

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L'architetto Gino Valle omaggiato da una mostra nella “sua” Udine

<p>Era il 1923 quando, a <a href="https://arte.sky.it/news/banksy-mostra-udine" target="_blank">Udine</a>, nasceva uno dei più grandi architetti e designer italiani: Gino Valle. Nel centenario della nascita, la sua intensa e multiforme attività progettuale trova spazio nella sua città natale, grazie all'esposizione <em>Gino Valle. La professione come sperimentazione continua</em>. Allestita presso il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/04/mostra-james-rosenquist-casa-cavazzini-udine" target="_blank">Museo d’arte Moderna e contemporanea Casa Cavazzini</a>, e visitabile fino al 28 aprile prossimo, la mostra omaggia l'influente architetto ripercorrendo la sua fiorente produzione – declinata in fabbriche, uffici, sedi aziendali e amministrative, abitazioni – tra gli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Ottanta.</p><h2>L'ARCHITETTURA DI GINO VALLE IN MOSTRA A UDINE</h2><p>Curato da Francesca Albani e Franz Graf, il percorso espositivo non solo racconta l'intera opera di Valle, ma ne rivela anche alcuni dettagli meno conosciuti: dal suo profondo coinvolgimento nel dibattito sociale, architettonico e culturale del tempo fino ai riflessi sociali del suo lavoro. Protagonista della mostra udinese è una selezione di circa centoventi opere – tra tavole, modelli, disegni e fotografie – relativi a dodici interventi dell'architetto friulano, scomparso nel 2003. L'itinerario prende avvio con la tesi di laurea di Valle nel 1948 e prosegue – in un coinvolgente “viaggio” temporale, concepito anche per i non addetti al settore – fino agli anni Ottanta con i suoi contributi più iconici, inclusi quelli di maggiore rilievo per il tessuto urbano di Udine: è il caso del monumento alla Resistenza, in piazzale 26 luglio</p><h2>DESIGN E ARCHITETTURA SECONDO GINO VALLE</h2><p><em></em>Articolata secondo tre principali ambiti tematici, <em>Gino Valle. La professione come sperimentazione continua </em>esplora la lunga carriera dell'architetto, restituendone un prezioso resoconto esteso anche al contesto in cui ha lavorato, del quale ha saputo esprimere l'essenza più profonda. L'obiettivo della mostra è quello di celebrare l'ineguagliabile designer attraverso le sue creazioni più rappresentative, omaggiando "<em>una grandissima figura di concittadino, riconosciuto e apprezzato per il respiro internazionale tanto in Europa quanto nel mondo</em>", come sottolineato dall'Assessore alla Cultura di Udine Federico Pirone. <br /><br />[Immagine in apertura: <span>Vista dell'allestimento della mostra<em> ﻿﻿Gino Valle. La professione come sperimentazione continua</em>. Photo Rebecca Paviola. Courtesy Civici Musei, Udine]</span></p>

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