Un viaggio nella "geografia letteraria" di Hugo Pratt

Tutti conoscono <a href="https://arte.sky.it/news/hugo-argentina-programmi-tv-20-agosto" target="_blank">Hugo Pratt</a> per le sue celebri creazioni, su tutte Corto Maltese, il mitico marinaio nato dalla penna del fumettista nel 1967 e protagonista dell'omonima serie editoriale. Pochi, tuttavia, sanno che lo stesso autore (al secolo Ugo Eugenio Prat) era un avido lettore, profondo conoscitore dei romanzi dei più celebri scrittori della storia.Su questo aspetto biografico, oltre che professionale, si sofferma la mostra La biblioteca geografica di Hugo Pratt, un viaggio nella letteratura reale e immaginaria, un progetto espositivo peculiare, che mette sotto i riflettori le affinità tra il “padre” del fumetto italiano e maestri della letteratura come Rudyard Kipling, Arthur Rimbaud, <a href="https://arte.sky.it/news/libro-gabriele-dannunzio" target="_blank">Gabriele D’Annunzio</a> ed Hermann Hesse.<h2>HUGO PRATT IN MOSTRA A ROMA</h2>Aperta al pubblico fino al prossimo 20 dicembre nelle prestigiose sale del Palazzo Strozzi-Besso di Roma, la rassegna è una finestra sulla produzione del mitico disegnatore veneziano, qui posta in dialogo con quelle di letterati ben più illustri e consolidati all’interno dell’immaginario internazionale.“Di Pratt mi ha sempre colpito la sua smisurata biblioteca e il suo ostinato bisogno di conoscere. Viaggiava nei luoghi del mondo ma viaggiava – e tanto – tra i suoi libri”, dice Patrizia Zanotti, curatrice del progetto insieme a Nadège Vaïnas e storica collaboratrice del disegnatore. “Leggeva e rileggeva la pagina di un romanzo, si fermava ad entrare dentro una poesia, annotava il capoverso di un saggio di storia. La letteratura, insieme al cinema, alla musica e ad ogni altra forma d’arte, era la sua linea dell’orizzonte. La mostra prova a raccontare tutto questo”.<h2>I “PADRI” LETTERARI DI HUGO PRATT</h2>Passeggiando tra le varie sezioni del percorso di visita emergono le affinità tra il fumettista e scrittori di primo piano come Robert Louis Stevenson e James Oliver Curwood, messi in dialogo tra loro grazie a un affascinante gioco di citazioni e rimandi geografici. Come nel caso dei capitoli espositivi dedicati ad <a href="https://arte.sky.it/news/fumetto-hugo-pratt-antoine-de-saint-exupery" target="_blank">Antoine de Saint-Exupéry</a> e all’<a href="https://arte.sky.it/news/odissea-omero-libro" target="_blank">Odissea di Omero</a> – disegnata da Pratt nel 1963 per il Corriere dei Piccoli, esempio ideale di questo progetto che mescola immagini, parole e senso dell'avventura alla scoperta di mondi lontani. [Immagine in apertura: L’ultimo dei Mohicani, 1986 © Cong S.A., Svizzera, tutti i diritti riservati]

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

In Calabria, la meraviglia naturale delle grotte del Bifurto

È l’estate del 1961: mentre nell’Italia settentrionale tutto si ferma per le vacanze all’insegna del boom economico che sta cambiando il Paese, un gruppo di giovani speleologi raggiunge in treno l’altopiano del Pollino, al confine tra Calabria e Basilicata. Qui si trova l’abisso del Bifurto, uno dei sistemi di grotte più profondi del mondo, all’epoca ancora inesplorato. La storia avventurosa di questo gruppo di scienziati e delle sue incredibili scoperte è narrata ne Il buco, in onda su Sky Arte venerdì 11 ottobre.Diretto da Michelangelo Frammartino nel 2021, in occasione del 60imo anniversario dell’impresa, il film fa rivivere tutte le emozioni e le difficoltà incontrate dal gruppo di speleologi, sollevando domande importanti su temi come il rapporto dell’uomo con la natura e la passione per la scoperta e l’avventura.Immersi insieme ai protagonisti nel buio avvolgente del maestoso sistema di grotte, a ben 700 metri di profondità, gli spettatori si trovano ad ammirare la natura incontaminata di un paesaggio che ancora oggi mette suggestione e invita alla contemplazione.Unico testimone dell’intera vicenda è un anziano pastore, che pascola il suo gregge proprio nel parco del Pollino. Simbolo delle antiche tradizioni di chi questo territorio lo conosce e lo vive da sempre, la presenza del pastore rappresenta un ideale filo conduttore con la missione del film stesso, che ci invita a riscoprire il legame poetico, ancestrale e rispettoso con la natura che ci circonda.

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Un viaggio nella "geografia letteraria" di Hugo Pratt

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