La pittura “en plein air” dei Macchiaioli in mostra a Torino

Tra i movimenti artistici italiani dell’Ottocento, il gruppo dei <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-macchiaioli-gubbio-umbria" target="_blank">Macchiaioli</a>, formatosi in Toscana nel 1855, è sicuramente quello che più si impose sulla scena internazionale, superando la prova del tempo, scrivendo una pagina indelebile della storia dell’arte. In un confronto costante con i pittori paesaggisti della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/02/mostra-macchiaioli-forte-bard-valle-aosta" target="_blank">Scuola francese di Barbizon</a>, e influenzando i grandi artisti d'oltralpe, i Macchiaioli anticiparono infatti la grande arte degli <a href="https://arte.sky.it/news/impressionisti-programmi-tv-4-giugno" target="_blank">impressionisti</a>. A loro si deve, in parte, l’abbandono delle tradizioni accademiche e la nascita della pittura moderna: al Mastio della Cittadella di Torino, la mostra <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/macchiaioli-gubbio-logge-dei-tiratori" target="_blank">I Macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia</a> ripercorre la loro vicenda.<h2>I MACCHIAIOLI IN MOSTRA A TORINO</h2> Aperta al pubblico dal 2 febbraio al 1° aprile, la rassegna, a cura di Simona Bartolena, riunisce più di settanta opere di oltre venti artisti italiani e francesi, con l’intento di ricostruire il complesso di intenzioni e stili che diedero vita, tra i tavolini del Caffè Michelangelo a Firenze, al movimento "antiaccademico" più famoso d’Italia. Le opere esposte – firmate da artisti del calibro di <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/giovanni-fattori-palazzo-fava-bologna" target="_blank">Giovanni Fattori</a>, Vincenzo Cabianca, Giuseppe Palizzi, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/mostra-giovanni-telemaco-signorini-firenze" target="_blank">Telemaco Signorini</a>, Giuseppe Abbati e Silvestro Lega – provengono per lo più da collezioni private, e sono quindi raramente ammirabili dal vivo. <h2>LA RIVOLUZIONE DEI MACCHIAIOLI</h2> Il percorso di visita, suddiviso in sette sezioni tematiche – Firenze 1850; I rapporti con la Francia; Il rapporto con i maestri: l’Accademia e il Purismo; Gli anni della sperimentazione; Il Risorgimento; Gli anni della maturità; L’eredità della Macchia –, approfondisce la tecnica della pittura en plein air e il motivo iconografico del paesaggio. Così, attraverso questo fil rouge, il progetto espositivo si propone di avvicinare il visitatori ai temi e agli stili che, adottati dai Macchiaioli, determinarono una vera e propria rivoluzione del fare pittorico. [Immagine in apertura: Giovanni Fattori, Bovi al carro, 1868, olio su cartone. Collezione Palazzo Foresti, Carpi]

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Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

A Bologna la serie fotografica che "reinterpreta" le composizioni di Giorgio Morandi

Nel 60esimo anniversario della morte dell’artista bolognese, la mostra Morandi’s Books raccoglie ventuno scatti della fotografa statunitense Mary Ellen Bartley raffiguranti oggetti e libri appartenuti a Morandi in modo assolutamente originale. L’esposizione è uno dei cinque “special projects” dedicati a Giorgio Morandi da <a href="https://arte.sky.it/news/bologna-mostra-emilio-isgro" target="_blank">Art City Bologna</a>, il programma di eventi culturali promosso dal Comune di Bologna in occasione di Arte Fiera. L’esposizione a cura di Alessia Masi è ospitata presso il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-giorgio-morandi-bologna" target="_blank">Museo Morandi</a>, l’istituto che custodisce la più ricca collezione del grande pittore e incisore.
<h2>LE NATURE MORTE DI GIORGIO MORANDI</h2> Per esplorare e reinterpretare il lascito artistico di Morandi, Mary Ellen Bartley ha usato libri, oggetti e scatole di latta dello studio del pittore bolognese all’interno delle sue composizioni fotografiche, fra cui quelle con i libri d’arte dedicati a maestri come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/09/mostra-pittura-donna-jean-baptiste-camille-corot-washington" target="_blank">Jean-Baptiste Camille Corot</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/03/mostra-ingres-napoleone-palazzo-reale-milano" target="_blank">Jean-Auguste-Dominique Ingres</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/piero-della-francesca-programmi-tv-12-ottobre" target="_blank">Piero della Francesca</a>, trasformati in protagonisti delle nature morte. Da sempre affascinata dai libri, la fotografa americana ha saputo inserire questi elementi personali in una prospettiva nuova, in un dialogo a distanza ricco di significati. Bartley offre così una sua interpretazione originale delle opere di Morandi, pur rispettandone i valori essenziali, come l’uso della luce e del colore o le proporzioni geometriche. 
 <h2>LE FOTOGRAFIE DI MARY ELLEN BARTLEY</h2> “Ho percepito visceralmente la straordinaria alchimia che avviene tra questi oggetti dall'aspetto piuttosto ordinario, che diventano quei personaggi iconici che lui dipinge continuamente”, ha raccontato la fotografa americana, a testimonianza dell’unione ideale fra due artisti molto diversi eppure legati dalla medesima attenzione verso l’essenzialità dell’ordinario. Aperta fino al 7 luglio, la mostra Morandi’s Books rispetta una delle missioni intraprese dal Museo Morandi: collegare idealmente il lavoro di artisti contemporanei con l’opera di Morandi, mettendo in risalto il ruolo di assoluto rilievo del maestro bolognese nell'immaginario culturale internazionale. [Immagine in apertura: Mary Ellen Bartley, Large White Bottle and Shadow, 2022, Stampa d'archivio a pigmenti montata su Dibond, cm 68 x 91. Courtesy Mary Ellen Bartley]

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