Ad Amsterdam l'attesa mostra dedicata a Marina Abramović

Dalle prime opere realizzate nell’ex Jugoslavia e ad Amsterdam, alle pionieristiche performance con il suo ex compagno <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/morte-ulay-performance" target="_blank">Ulay</a>, fino ai lavori più recenti della sua pratica solista: cinque decenni di opere e performance targate <a href="https://arte.sky.it/news/77-anni-marina-abramovic-programmi-tv-30-novembre" target="_blank">Marina Abramović</a> sono al centro della retrospettiva dedicata alla “regina” dell'arte performativa, allestita nella capitale dei Paesi Bassi dal 16 marzo al 14 luglio. Articolata in dieci sezioni tematiche, la mostra personale allo <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-stedelijk-amsterdam-design-futuro-sostenibilita" target="_blank">Stedelijk Museum</a> raccoglie oltre sessanta opere tra fotografie, video, sculture, performance iconiche e lavori partecipativi. 
<h2>LA GRANDE RETROSPETTIVA SU MARINA ABRAMOVIĆ </h2> Tra i lavori in mostra, la più grande mai organizzata nei Paesi Bassi sulla celebre artista serba naturalizzata statunitense, spiccano le quattro performance: Art Must Be Beautiful, Artist Must Be Beautiful, Imponderabilia, Luminosity e The House with the Ocean View, che saranno proposte per la prima volta nei Paesi Bassi e avranno una durata variabile, da qualche ora fino a interi giorni. I visitatori sono inoltre invitati a partecipare a due lavori interattivi: Work Relation e Counting the Rice, in un’esperienza che avvicina il pubblico al “Metodo Abramović”, fondato su quella disciplina di autocontrollo a cui la stessa artista ha dedicato anni di ricerca e sperimentazione.
<h2>LA REGINA DELLA PERFORMANCE AD AMSTERDAM</h2> Nata a Belgrado nel 1946, fin dai primi anni Settanta Marina Abramović ha fatto del proprio corpo il principale mezzo di espressione, sperimentando su di esso i limiti fisici ed emotivi di un’indagine artistica centrata su temi come l'identità, la relazione, la spiritualità e la trasformazione. È considerata una delle fondatrici dell'arte performativa, e ha collaborato con artisti del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-andy-warhol-joseph-beuys-londra" target="_blank">Joseph Beuys</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/02/da-stefano-accorsi-a-peter-greenaway-i-grandi-del-cinema-raccontano-tintoretto-il-ribelle-di-venezia" target="_blank">Peter Greenaway</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-robert-wilson-australia" target="_blank">Robert Wilson</a>. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei e istituzioni come il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-movimento-ambientalista-new-york-museum-modern-art" target="_blank">MoMA di New York</a> e il <a href="https://arte.sky.it/news/centre-pompidou-libro" target="_blank">Centre Pompidou di Parigi</a>, e ha ricevuto premi e riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui il Leone d'Oro alla <a href="https://arte.sky.it/news/venezia-biennale-architettura" target="_blank">Biennale di Venezia</a> nel 1997. [Immagine in apertura: Marina Abramović, 'Four Crosses: The Good (positive)', 2019 (detail). Courtesy of the Marina Abramović Archives. © Marina Abramović]

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

Luce Social Club torna con Filippo Timi tra gli ospiti

Si avvicina una nuova tappa del viaggio di Sky Arte nella cultura contemporanea, ancora una volta scandagliata con la lente di Luce Social Club, l'immancabile appuntamento settimanale dedicato al panorama culturale attuale in tutte le sue sfaccettature. Come sempre, a raccontare il meglio di cinema, teatro, musica, arti visive, intrattenimento e letteratura sono direttamente i protagonisti della scena contemporanea. Il decimo episodio della quarta stagione va in onda – in prima visione – venerdì 19 gennaio. In compagnia dei conduttori Denise Negri e Federico Chiarini, la puntata accende i riflettori sui percorsi creativi degli artisti e sulle ultime novità della scena culturale del nostro tempo. Il primo ospite in studio è l’attore Filippo Timi, che ricostruisce la sua esperienza sul set della serie tv I Delitti del BarLume, arrivata all’undicesima stagione. “La cosa impressionante del BarLume è che ho cominciato la serie che ero il nipote di uno dei vecchietti. Adesso sono diventato quasi uno dei vecchietti”, confessa simpaticamente Timi. L’interprete sottolinea poi che tra gli attori “si è creato un legame molto, molto forte, forse perché per quasi tutti noi era la prima volta che facevamo una serie, e che affrontavamo un certo tipo di comicità e di narrazione.” Segue l’ospite musicale della serata: questa puntata è il cantautore ed ex chitarrista de Il Muro del Canto, Giancarlo Barbati Bonanni (in arte Giancane). “Tutto è iniziato nel 2013, dieci anni fa”, spiega il musicista. “L'ironia sicuramente c'è, anche perché lo faccio in primis per me. Butto fuori quello che non mi piace, scrivo delle canzoni per me stesso. Non penso mai a farlo per altri.” A conclusione della serata, si entra dietro le quinte del mondo del teatro con l’attore Paolo Camilli, che presenta la sua nuova tournée, Sconfort Zone, in partenza a febbraio. Lo spettacolo – che farà tappa in tutta Italia, da Milano a Bologna, passando per Torino, Roma e altre città – nasce da un concetto essenziale, ovvero “quella che chiamiamo ‘comfort zone’.Spesso non ci accorgiamo che in realtà è una situazione”, precisa Camilli. “Ci creiamo delle situazioni dove crediamo di stare bene, di essere protetti, ma in realtà ci adattiamo in dei contesti e con delle persone che ci fanno un po’ allontanare da noi stessi. Lo facciamo per paura più che altro. E poi c'è anche la pigrizia, ma prima della pigrizia, secondo me c'è la paura. La paura di mettersi in gioco, la paura di riconoscere quello che veramente vogliamo.”

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

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