Ad Amsterdam l'inedito confronto fra Anselm Kiefer e Van Gogh

<p>Appuntamento fra i più attesi della stagione culturale europea dell’anno prossimo, la mostra <em>Anselm Kiefer - Sag mir wo die Blumen sind</em> (in italiano “<em>Ditemi dove sono i fiori</em>”) rappresenta la prima collaborazione in assoluto tra il Van Gogh Museum e lo <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-marina-abramovic-amsterdam" target="_blank">Stedelijk Museum</a>, concepita per celebrare uno degli artisti più influenti del nostro tempo: <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-anselm-kiefer-firenze-palazzo-strozzi" target="_blank">Anselm Kiefer</a>. </p><p>La mostra, che inaugurerà il 7 marzo 2025, indagherà il profondo legame che unisce l’artista tedesco con <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-vincent-van-gogh-trieste" target="_blank">Vincent van Gogh</a>, documentando la sua evoluzione artistica attraverso un’inedita raccolta di opere già celebri e installazioni create ad hoc.</p><h2>LO STRAORDINARIO LEGAME ARTISTICO FRA VAN GOGH E KIEFER</h2><p>Per dare vita a un'esperienza artistica senza precedenti, i due importanti musei della capitale dei Paesi Bassi uniranno le forze in una sorta di "dittico espositivo": con un solo biglietto i visitatori potranno infatti accedere a entrambe le strutture, seguendo un unico percorso ideale per mettere a confronto le opere dei due artisti. </p><p>Intimamente legato all’arte del genio olandese fin dalla giovinezza, Anselm Kiefer non ha mai nascosto la propria ammirazione per le opere di Van Gogh, come appare evidente nei lavori che saranno al centro della mostra olandese. Il titolo dell’esposizione è una citazione testuale tratta da una nota canzone pacifista del dopoguerra, resa famosa da Marlene Dietrich, ma offre al tempo stesso un interessante parallelismo tanto con i celebri <a href="https://arte.sky.it/news/van-gogh-experience-roma" target="_blank"><em>Girasoli </em></a>di Van Gogh, quanto con alcuni paesaggi realizzati negli ultimi anni da Kiefer.</p><h2>UNA MOSTRA UNISCE LO STEDELIJK E IL VAN GOGH MUSEUM</h2><p>Concepita come un’esposizione unica, la mostra presenterà nelle due sedi una serie di opere inedite dell’artista tedesco, oltre ai capolavori già presenti nelle collezioni, riuniti tutti insieme per la prima volta. Evidenziando l'influenza duratura del pittore olandese sulle opere contemporanee, i lavori più recenti dell'artista tedesco dimostrano come “<em>Van Gogh continui a lasciare il segno nel lavoro di Kiefer oggi</em>”, come confermato da Emilie Gordenker, direttrice del <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-van-gogh-amsterdam " target="_blank">Van Gogh Museum</a>. Il duplice percorso espositivo rievoca così un dialogo ininterrotto tra due geni dell’arte, costruendo un ponte fra passato e presente per raccontare una storia artistica avvincente e originale.</p><p>[Immagine in apertura: Anselm Kiefer, <em>The Starry Night</em>, 2019, emulsion, oil, acrylic, shellac, straw, gold leaf, wood, wire, sediment of an electrolysis on canvas, 470 x 840 cm © Anselm Kiefer. Photo: Georges Poncet]</p>

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La Sicilia "sacra" negli scatti di Gianni Berengo Gardin

<p>“<em>Mi interessa la sua capacità di integrare il rito con i segni della contemporaneità – le pubblicità, i manifesti della politica – ma soprattutto la sua attenzione ai volti, alle espressioni, umanissime e, si capisce, per lui un poco sorprendenti per la partecipazione emotiva ai riti, così meridionale. Il tutto senza un grammo di folklorismo decorativo</em>”. Così <a href="https://arte.sky.it/news/libro-fotografia-ferdinando-scianna" target="_blank">Ferdinando Scianna</a> rende omaggio a un altro grande fotografo sociale, <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/gianni-berengo-gardin-" target="_blank">Gianni Berengo Gardin</a>, con cui ha condiviso non solo la passione per i medesimi temi e soggetti, ma anche un’amicizia che dura da cinquant’anni. E lo fa nell’introduzione di un libro che raccoglie le foto scattate da Berengo Gardin in Sicilia.</p><h2>LA SICILIA E IL SACRO NEGLI SCATTI DI GIANNI BERENGO GARDIN</h2><p>Portato sugli scaffali da <a href="https://arte.sky.it/foto/libro-fotografia-stromboli-1949-federico-patellani" target="_blank">Humboldt Books</a>, <em>Gianni Berengo Gardin. Sicilia 1966/2008</em> riunisce cinquanta immagini in bianco e nero – “<em>semplici e profonde, sottili ed empatiche</em>”, come le definisce Scianna –, catturate dal fotografo nel corso di quarant’anni: un lungo periodo durante il quale l’autore torna sull’isola più e più volte, con l’obiettivo di documentare il rapporto col sacro del popolo siciliano. </p><p>Il risultato è un ritratto fedele, da cui emerge in tutta la sua potenza il legame tra lutto e festa, tra devozione e curiosità. Gli scatti sono introdotti, oltre che dalle parole di Ferdinando Scianna, anche dell’antropologo <a href="https://arte.sky.it/news/festival-architettura-nuova-citta-fiesole-giovanni-michelucci" target="_blank">Franco La Cecla</a>, che approfondisce l’origine di questi riti.</p><h2>LA STRAORDINARIA CARRIERA DI GIANNI BERENGO GARDIN</h2><p>Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Gianni Berengo Gardin cresce a Venezia, avvicinandosi alla fotografia nei primi anni Cinquanta. Fin dal principio, le sue immagini spaziano attraverso una vasta gamma di tematiche: da quella sociale – come osserviamo nel volume – alla vita quotidiana, fino alla documentazione del mondo del lavoro, alla fotografia di paesaggio e all'architettura. Ed è proprio grazie a questo approccio eclettico che ha collezionato, negli anni, una produzione monumentale di scatti: il suo archivio contiene infatti oltre un milione di negativi.</p><p>[Immagine in apertura: Gianni Berengo Gardin, Marsala (Trapani), 1987 © Gianni Berengo Gardin]</p>

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