Ferrara si prepara ad accogliere il museo dedicato al regista Antonioni

<p><em>La Notte</em>, <em>Blow-Up</em>, <em>Zabriskie Point</em>, <em>Professione: reporter</em>: in quasi mezzo secolo di carriera, il regista ferrarese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/06/torino-rende-omaggio-a-michelangelo-antonioni" target="_blank">Michelangelo Antonioni</a> ha fatto la storia del cinema con alcune delle pellicole più intense della settima arte. La sua città gli rende omaggio con un museo interamente dedicato al suo percorso professionale, ospitato nei due piani dell’ex Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari a Ferrara. Si prevede che lo Spazio Antonioni, disegnato dal prestigioso studio di architettura <a href="https://arte.sky.it/news/progetto-auditorium-parco-musica-renzo-piano-roma" target="_blank">Alvisi Kirimoto</a>, sarà pronto entro l'estate 2024.</p><h2>IL MUSEO DEDICATO A MICHELANGELO ANTONIONI</h2><p>Il museo ospiterà una vasta selezione dagli oltre 47mila pezzi d’archivio – film, manifesti, sceneggiature originali, fotografie di scena, disegni e dipinti di Antonioni, la sua biblioteca e discoteca, i premi e le lettere private – che compongono <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/michelangelo-antonioni-archivio-digitale" target="_blank">l’eredità del regista</a>. Ad arricchire questa collezione le sequenze dei suoi film, ma anche un confronto con le opere d’arte che hanno ispirato l’autore, come i capolavori di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-giorgio-morandi-milano-palazzo-reale" target="_blank">Giorgio Morandi</a>, Filippo de Pisis o <a href="https://arte.sky.it/news/alberto-burri-mostra-ravenna" target="_blank">Alberto Burri</a>. Con‌cepito per raccontare al grande pubblico l’universo narrativo del regista, il museo è allestito secondo il progetto curatoriale di Dominique Païni (già direttore della Cinémathèque Française e del dipartimento culturale del Centre Pompidou). “<em>Spazio Antonioni presenta l’opera globale del cineasta secondo un percorso ritmato per accompagnare le scoperte del visitatore e offrire alle generazioni future un accesso semplice e sintetico a questa opera maggiore dell’arte moderna"</em>,<em> </em>spiega il curatore.</p><h2>IL PROGETTO DELLO SPAZIO ANTONIONI A FERRARA</h2><p>Dal tramonto del neorealismo, passando per la “trilogia della modernità” e le pellicole anglosassoni più “pop”, l’itinerario di visita accompagna cronologicamente il visitatore attraverso ogni “stagione cinematografica” del regista. Al piano terra sono state previste una successione di sezioni e due sale immersive dedicate alle proiezioni dei film di Antonioni; al primo piano lo spazio si "apre" e diventa più fluido grazie a dei pannelli che, ruotando e traslando, permettono di modulare un'ampia sala, rendendola adatta a vari usi: dalle proiezioni alle conferenze, fino alle mostre e ai workshop. “<em>Abbiamo avuto l’opportunità di collaborare direttamente con Michelangelo Antonioni nel 2006 per l’allestimento delle sue opere pittoriche nella mostra ‘Il silenzio a colori’ al Tempio di Adriano di Roma"</em>, racconta l’architetto <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/mostra-emilio-vedova-palazzo-reale-milano" target="_blank">Massimo Alvisi</a><em>. "Per il maestro, il modo in cui si attaccava il quadro era importante quanto il quadro stesso, e questa devozione per il particolare come per l’insieme, per ciò che è di fronte e dietro la telecamera, è quello che abbiamo voluto tradurre in architettura</em>”.<br /><br />[Immagine in apertura: Michelangelo Antonioni]</p>

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Ferrara si prepara ad accogliere il museo dedicato al regista Antonioni | Sky Arte

A Ferrara il nuovo spazio che omaggia il regista Antonioni

La vita turbolenta del pittore Pellizza da Volpedo

A Napoli la street art rende omaggio alle grandi donne della storia

<p>Le strade e i quartieri di Napoli hanno un’atmosfera speciale, che nessun’altra città può restituire. Una sorta di energia inconfondibile, un’anima tutta propria, fatta di luci, sapori, voci. Oggi, i muri del capoluogo campano sprigionano quella vitalità come mai prima d’ora, colorandosi grazie al progetto di riqualificazione urbana promosso dall’associazione culturale<em> </em>Il vicolo della cultura.</p><h2>IL "VICOLO DELLE DONNE RESILIENTI" A NAPOLI</h2><p>Nasce così il <em>Vicolo delle Donne Resilienti</em>: un omaggio alla forza, all’ambizione, all'inarrestabile determinazione delle donne della nostra storia, tra passato e presente. Sui muri del Vicoletto Donna Regina, all’angolo di Via Duomo, compaiono infatti i ritratti delle grandi donne che, con il loro talento e la loro risolutezza, hanno fatto la storia italiana e non. I loro volti si stagliano per la strada grazie alla street artist Trisha Palma e alla grafica Giulia Pagano, che insieme hanno dato vita a un piccolo quanto prezioso museo a cielo aperto, visitabile adogni ora da chiunque passi per il quartiere. Come sottolinea Davide D’Errico, fondatore del progetto, l’iniziativa costituisce un “<em>grido di speranza e una dimostrazione della grande forza di Napoli, che nonostante tutto continua a lottare, sognare, creare e resistere</em>”.</p><h2>DA FRIDA KAHLO A MICHELA MURGIA</h2><p>Le donne scelte per questa originale "hall of fame" sono professioniste straordinarie che hanno brillato nei più disparati ambiti del sapere: dalla celeberrima pittrice messicana <a href="https://arte.sky.it/news/monografia-frida-kahlo-taschen" target="_blank">Frida Kahlo</a>, icona femminista ante litteram, fino alla scienziata e neurologa italiana <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/04/rita-levi-montalcini-a-teatro-tra-vita-privata-e-scienza" target="_blank">Rita Levi Montalcini</a>, insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986. E poi la scrittrice e attivista militante <a href="https://arte.sky.it/news/libro-michela-murgia-dare-vita" target="_blank">Michela Murgia</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/morte-michela-murgia" target="_blank">scomparsa lo scorso 10 agosto</a> all'età di 51 anni, lasciando una ricca eredità ai suoi lettori e un vuoto incolmabile nella comunità intellettuale. Il Vicolo omaggia anche Matilde Serao, prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano, e <a href="https://arte.sky.it/news/artemisia-gentileschi-programmi-tv-8-luglio" target="_blank">Artemisia Gentileschi</a>, tra le prime artiste a essersi fatta strada in un mondo dominato dagli uomini, quando alle pittrici non era concesso frequentare le accademie.</p><p>[Immagine in apertura: photo Vittoria Mucci]</p>

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