Sei architetture temporanee nell'estate di Villa Medici a Roma

È possibile concepire forme architettoniche non invasive? E come abiteremo, in modo ecosostenibile, nel prossimo futuro? Questi gli interrogativi che, ormai da tre anni a questa parte, il <a href="https://arte.sky.it/news/padiglioni-estate-villa-medici-roma" target="_blank">Festival des Cabanes </a>di <a href="https://arte.sky.it/news/padiglioni-giardini-villa-medici" target="_blank">Villa Medici</a>, sede dell'Accademia di Francia a Roma, porge agli architetti, designer, artisti e visitatori. A offrire possibili risposte sono i progetti delle sei "capanne" temporanee, padiglioni di dimensioni contenute disseminati nei giardini storici della villa. Si tratta di <a href="https://arte.sky.it/foto/festival-des-cabanes-villa-medici-roma" target="_blank">micro-architetture</a> – disegnate da ane architecture, Manuel Bouzas, Campo &amp; Diploma 20 Architectural Association, Huttopia, LAMÉCOL et pratique architecture &amp; fanum architecture – sono realizzate in legno, tessuto o materiali di riciclo assemblate in poche settimane e in parte sviluppate per integrarsi nel verde. Saranno visitabili fino al 29 settembre prossimo.<h2>SEI MICRO-ARCHITETTURE A VILLA MEDICI</h2>Attraverso i rispettivi dispositivi, i sei studi propongono una variegata gamma di sperimentazioni architettoniche: un padiglione, collocato proprio accanto a maestosi pini dei giardini, è pensato come un “rifugio” per i lettori più accaniti: un altro, ispirato all’architettura classica romana, strizza l’occhio alla storia antica della città. C’è poi Il tempietto ideato da ane architecture (progetto vincitore del Festival des cabanes des Sources du Lac d’Annecy per Villa Medici), che rende omaggio a Bramante, ma anche uno studiolo che, a partire dalla sala di stampo rinascimentale, ne sovverte i codici, "fondendo" mura e tetto in un unico piano. Non mancano, infine, i prototipi di alloggio sperimentale: il primo è uno spazio di emergenza che può essere montato e smontato in meno di 15 minuti; il secondo è un rifugio sopraelevato, autosufficiente dal punto di vista energetico.<h2>LA NUIT DES CABANES DI VILLA MEDICI A ROMA</h2>Occasione imperdibile per conoscere queste originali strutture architettoniche è, come ormai da tradizione, la Nuit des Cabanes, il grande evento estivo nei giardini di Villa Medici; quest’anno si terrà sabato 8 giugno (dalle 17.00 alle 12.30). Sarà un’occasione conviviale, per riflettere sulla dimensione sociale della capanna, oltre che una manifestazione artistica. Per tutta la serata si susseguiranno attività educative, performance, letture, concerti e animazioni nei sei padiglioni a parte di artisti e ricercatori in residenza a Villa Medici. La kermesse, infine, guarda già alla prossima edizione: il <a href="https://www.villamedici.it/attualita/appel-a-projets-festival-des-cabanes-de-la-villa-medicis-2025/" target="_blank">bando per i progetti del 2025</a> resta aperto fino all’11 giugno e in palio ci sono 20mila euro per la produzione della propria opera. [Immagine in apertura: ane architecture, ll tempietto. Photo © Daniele Molajoli]

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

Lo street artist OBEY firma il suo primo murale in Italia

Mentre prosegue, fino al prossimo 27 ottobre, la mostra <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-obey-street-art-milano">OBEY: The Art of Shepard Fairey</a> alla <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-miniatura-fabbrica-vapore-milano">Fabbrica del Vapore</a> di Milano, lo street artist <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/06/obey-genova-mostra-palazzo-ducale">OBEY</a> (al secolo Shepard Fairey) inaugura il suo primo murale italiano proprio nella città lombarda. Si intitola Tear Flame Peace, ed è un’opera mastodontica – di oltre 400 metri quadrati – che si estende sulla facciata di un palazzo in via Adolfo Consolini, nel quartiere Gallaratese.<h2>IL PRIMO MURALE DI OBEY A MILANO</h2>Realizzato nell’ambito del progetto di arte urbana MANIFESTIVAL, promosso dalla Fondazione Arrigo e Pia Pini, il dipinto vuole essere un inno alla pace, in un periodo storico consumato dalle guerre. In primo piano spicca lo sguardo profondo e penetrante di una donna con il tradizionale velo islamico: dai suoi occhi scende un’enorme lacrima, che porta il peso dei conflitti che devastano il mondo. Al suo interno sono raffigurate delle fiamme (un invito a resistere e a ribellarsi alle ingiustizie) e una colomba bianca, simbolo di pace.<h2>UN INVITO ALLA PACE UNIVERSALE</h2>“La colomba”, spiega OBEY, “è un'immagine duratura di pace che ho utilizzato in diverse opere d'arte nel corso della mia carriera. Qui è inclusa nella goccia di lacrima che cade dall'occhio di una donna affascinante. La goccia è trattenuta da una forma geometrica con un motivo floreale decorativo sottostante. Rappresentando i tempi turbolenti, il messaggio di pace è colmo sia di tristezza che di speranza; la fiamma ha un duplice significato a seconda dell'osservatore: potrebbe rappresentare una scintilla di ispirazione e di ribellione speranzosa, nonché un ammonimento al surriscaldamento o alla distruzione della Terra”. [Immagine in apertura: credits Wit Design SRL]

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Lo street artist OBEY firma il suo primo murale in Italia | Sky Arte

I maestri della street art si danno appuntamento a Parma