Paul Klee e Alexander Calder si incontrano a New York

Cosa hanno in comune <a href="https://arte.sky.it/news/libro-paul-klee" target="_blank">Paul Klee</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/donazione-alexander-calder-seattle-art-museum" target="_blank">Alexander Calder</a>? Il primo è un pittore tedesco ed esponente dell’astrattismo europeo dai tratti espressionisti; mentre il secondo è uno scultore statunitense, celeberrimo inventore dell’arte cinetica. Entrambi maestri assoluti del Novecento, seppur apparentemente distanti dal punto di vista formale e geografico, i due artisti sono uniti dalla fascinazione per le forze invisibili dell’universo, indagate attraverso la lente della metafisica. Al loro incontro è dedicata la mostra Enchanted Reverie: Klee and Calder, che la Di Donna Galleries di New York si prepara a ospitare dal 18 aprile all’8 giugno.<h2>LA MOSTRA SU PAUL KLEE E ALEXANDER CALDER </h2>Sono oltre 40 le opere che compongono la retrospettiva, tra dipinti, sculture e lavori su carta. Resa possibile dalla collaborazione con la Calder Foundation e dai prestiti internazionali provenienti da istituzioni del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-picasso-fondation-beyeler-basilea" target="_blank">Fondation Beyeler</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/riapertura-gallerie-europee-met-new-york" target="_blank">Metropolitan Museum of Art</a> e Art Institute of Chicago, la mostra costituisce il primo incontro tra le opere di Klee e Calder dal lontano 1942. L’intento del progetto espositivo è evidenziare, attraverso questa particolare giustapposizione, il rispettivo interesse di questi illustri maestri del secolo scorso nei confronti delle forme naturali e delle energie cinetiche, facendo luce sul mondo onirico, spirituale e sconosciuto da cui sono tratte. <h2>LE "REALTÀ LATENTI” DI PAUL KLEE E ALEXANDER CALDER </h2>Lo stesso Calder, di vent’anni più giovane di Klee, prese quest’ultimo come punto di riferimento, vedendo in lui un maestro moderno in grado di rendere visibile l’energia dell’universo con leggerezza e semplicità, attraverso colori, forme e ritmi vivaci."Prima rappresentavamo le cose che erano visibili sulla terra”, scrisse Klee nel 1920, “ora riveliamo la realtà che sta dietro le cose visibili, esprimendo così la convinzione che il mondo visibile è semplicemente un caso isolato in relazione all'universo e che ci sono molte altre realtà latenti". In modo affine, le sculture “non-oggettive” di Calder materializzano queste forze invisibili attraverso il movimento, scaturito dagli effetti atmosferici dello spazio circostante.[Immagine in apertura: Paul Klee, Sonnenuntergang (Tramonto), 1930. Olio su tela, 46,1 ×70,5 cm (18,5 x 27,5 pollici). The Art Institute of Chicago, Gift of Mary e Leigh Block, 1981. Foto: The Art Institute of Chicago / Art Resource, NY © 2024 Artists Rights Society (ARS) New York /VG Bik-Kunst, Benn]

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

I lavoratori di tutto il mondo nelle foto di Sebastião Salgado

Sono trascorsi oltre trent’anni dalla prima pubblicazione di Workers: An Archaeology of the Industrial Age – pubblicato in Italia con il titolo La mano dell'uomo. Workers –, ma la rappresentazione concreta del mondo del lavoro manuale offerta allora da <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-milano-sebastiao-salgado" target="_blank">Sebastião Salgado</a> conserva tutta la sua impressionante attualità. L’opera del celebre fotografo brasiliano viene ora pubblicata da <a href="https://www.taschen.com/it/books/photography/05396/sebastiao-salgado-workers-an-archaeology-of-the-industrial-age/" target="_blank">Taschen</a> in una nuova edizione, che ripropone intatto, oggi come allora, un racconto epico e globale, capace di sfruttare il medium fotografico per celebrare l'affermazione dello spirito umano.<h2>UN OMAGGIO AL LAVORO MANUALE DALL’ANTICHITÀ AI GIORNI NOSTRI</h2>Raccogliendo 350 fotografie in bianco e nero, Workers (nell’immagine in apertura, courtesy Taschen) è un tributo alla fatica e al lavoro dell’uomo dall’età della pietra ai giorni nostri: un’operazione documentaria, quasi archeologica, che passa in rassegna le attività nei campi, nelle miniere e nei cantieri, con scatti struggenti che testimoniano come lo spirito umano abbia saputo prevalere sulle condizioni ambientali e lavorative più estreme e difficili.Scorrendo gli intensi ritratti di lavoratori e lavoratrici di tutto il mondo, dalle miniere di zolfo in Indonesia alle tonnare siciliane, Salgado guida l’occhio del lettore alla scoperta della bellezza, della dignità e della forza d’animo di esseri umani impegnati nelle attività che hanno trasformato e migliorato il nostro mondo.<h2>LA FOTOGRAFIA MILITANTE DI SALGADO</h2>Noto per l’intensità e la naturalezza dei suoi scatti in bianco e nero, spesso dedicati ai paesaggi naturali e alle persone che li abitano, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-libro-sebastiao-salgado" target="_blank">Sebastião Salgado</a> ha sempre utilizzato la fotografia come strumento per alimentare il dibattito sulle fondamentali problematiche sociali e ambientali. Le sue opere, esposte nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo, continuano dopo oltre cinquant’anni a ispirare e a educare il pubblico sulle bellezze e sulle sfide del nostro tempo. Grazie alla sua fotografia militante, capace di catturare condizioni sociali sempre diverse, Salgado ci spinge ancora a interrogarci e a comprendere meglio la realtà che ci circonda.

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Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

Il libro della giungla: il grande classico in una nuova versione illustrata

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