Addio al musicista e produttore Quincy Jones

<p>Con la scomparsa di Quincy Jones, avvenuta il 3 novembre 2024 a Los Angeles, il mondo della musica perde una figura carismatica, visionaria, influente. Deceduto all'età di 91 anni, Jones ha legato fin da giovanissimo la propria storia all'universo musicale, esprimendo il suo talento in più ambiti. Compositore, arrangiatore, strumentista, è stato infatti anche uno dei produttori di fama del secolo scorso: tra i grandi successi al suo attivo, un posto d'onore va riservato al disco – record di vendite – <em>Thriller</em> di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/michael-jackson-fumetto" target="_blank">Michael Jackson</a>, uscito nel 1982.</p><h2>LA STORIA DI QUINCY JONES</h2><p>Nato a Chicago il 14 marzo 1933, Quincy Jones intraprese la carriera studiando inizialmente la tromba; una borsa di studio gli permise in seguito di accedere al Berklee College of Music di Boston. Non sono strumentista, si avvicinò alla composizione e all'arrangiamento trovando in entrambi questi ambiti un terreno fertile per crescere professionalmente, maturando quindi esperienze oltre il contesto statunitense, nonché in tv e nel cinema. In questi ultimi comparti, in particolare, Jones si distinse come compositore di colonne sonore, sia per pellicole di successo che per trasmissioni televisive. Fu vicepresidente della Mercury Records, ruolo che gli permise di lavorare con autentiche star della scena globale tra cui <a href="https://arte.sky.it/news/libro-frank-sinatra-musica" target="_blank">Frank Sinatra</a> e Barbra Streisand.</p><h2>I SUCCESSI E L'IMPEGNO SOCIALE DI QUINCY JONES</h2><p>Altrettanto rilevante fu il "sodalizio" con Michael Jackson, conosciuto sul finire degli anni Settanta sul set del film <em>I’m Magic.</em> Quincy Jones produsse il primo disco solista dell'artista, <em>Off the Wall,</em> e più tardi il celeberrimo <em>Thriller</em>. Agli anni Ottanta risale poi la produzione di una delle canzoni simbolo dell'intero decennio: <em>We Are the World</em>, scritta dallo stesso Jackson e da Lionel Richie e interpretata, oltre che dai due autori, da alcuni dei cantanti più noti e apprezzati di quel periodo. Nell'arco della sua vita Quincy Jones ha promosso azioni e raccolte fonde in supporto delle popolazioni in difficoltà. Per il suo impegno sociale, nel 1995 gli è stato attribuito il Premio Oscar umanitario Jean Hersholt, riconoscimento da sommare ai 28 Grammy Awards che hanno costellato una carriera lunga sette decenni.</p><p>[Immagine in apertura: Quincy Jones. Getty Images 1205206400]</p>

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Dolore e compassione negli scatti di Ferdinando Scianna in mostra a Milano

<p>Si intitola <em>Ferdinando Scianna. La geometria e la compassione</em> la mostra che dal 14 novembre 2024 al 18 gennaio 2025 animerà gli spazi del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/02/mostra-milano-dorothea-lange-margaret-bourke-white" target="_blank">CMC – Centro Culturale di Milano</a> con gli scatti di uno dei più importanti fotografi italiani. L'esposizione, curata dallo stesso fotoreporter insieme a Camillo Fornasieri, esplora il tema del dolore e della condizione umana attraverso lo sguardo attento e sensibile di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-fotografia-ferdinando-scianna " target="_blank">Ferdinando Scianna</a>, classe 1943, che nella sua lunga carriera ha sempre avuto a cuore i temi sociali di maggiore rilevanza, finendo per documentare attraverso il suo obiettivo anche gli aspetti più crudi e dolorosi della realtà.</p><p>I sessanta scatti originali in bianco e nero selezionati per la mostra compongono un mosaico di storie nate dalla miseria, dalla violenza e dall’emigrazione, rappresentate con uno sguardo sempre attento a cogliere la dignità e la forza d’animo dei soggetti ritratti. Il percorso espositivo diventa così un viaggio, toccante e profondo, tra immagini crude che testimoniano ciò che spesso si preferisce ignorare, e che porta il visitatore a confrontarsi con le ingiustizie e le fragilità umane.</p><h2>IL DIALOGO TRA IMMAGINI E PAROLE NELLA MOSTRA DI SCIANNA</h2><p>Oltre al suo notevole impatto visivo, la mostra al Centro Culturale si distingue per il forte legame tra immagini e parole: Ferdinando Scianna ha infatti scritto di proprio pugno i numerosi testi che accompagnano le fotografie esposte, offrendo la propria chiave di lettura sui temi indagati in primis attraverso l’obiettivo. Tale unione rafforza l’impatto del percorso espositivo, coinvolgendo l’osservatore e spingendolo a riflettere sul significato profondo di ogni fotografia.</p><p>Partendo da un’idea di arte in cui immagini e parole svolgono un ruolo complementare, l’autore approfondisce la propria concezione della fotografia come specchio fedele della realtà: attraverso gli scatti realizzati in alcuni tra i luoghi più ostili e difficili da riprendere in tutto il mondo, Scianna non si limita a documentare il dolore che vede, ma intende condividere con il pubblico le proprie esperienze e riflessioni.</p><h2>AL CENTRO CULTURALE DI MILANO 60 SCATTI DI FERDINANDO SCIANNA</h2><p>La mostra fotografica rappresenta inoltre un omaggio al grande scrittore <a href="https://arte.sky.it/news/leonardo-sciascia-programmi-tv-20-novembre " target="_blank">Leonardo Sciascia</a>, con cui Scianna ha collaborato a lungo. Il profondo <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-scianna-sciascia-borges-parma" target="_blank">legame </a>che unisce i due intellettuali emerge in particolare dagli scatti dedicati alla Sicilia, oltre ad apparire evidente nell’unione di fotografie e testi: fu proprio Sciascia, infatti, a spingere il fotografo a ricorrere alle parole per approfondire il significato dei suoi reportage.</p><p>Nel 2025 (date da definire), inoltre, il Centro Culturale di Milano ospiterà un’esposizione dedicata agli scatti Giovanni Chiaramonte, amico di Scianna e “ispiratore” della mostra <em>La geometria e la compassione</em>: una doppia rassegna che celebra il dialogo artistico tra due fotografi che hanno voluto esplorare attraverso le loro lenti la condizione umana e la natura più profonda del dolore.</p><p>[Immagine in apertura: Ferdinando Scianna, <em>Beirut Libano 1976</em>. Crediti Ferdinando Scianna]</p>

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