Gli architetti del Royal College of Art di Londra in residenza in Costiera Amalfitana

Vivere in armonia con la splendida cornice naturalistica della Costiera Amalfitana – patrimonio dell'umanità dell'<a href="https://arte.sky.it/news/canto-lirico-italiano-patrimonio-unesco" target="_blank">Unesco</a> dal 1997 –, lasciandosi ispirare dai suoi suoni e colori per comporre un nuovo un progetto artistico, architettonico e performativo: questa l’opportunità offerta dal programma di residenze <a href="https://arte.sky.it/news/residenze-costiera-amalfitana-marea-art-project" target="_blank">Marea Art Project</a>, nato nel 2021 da <a href="https://arte.sky.it/news/residenza-artistica-marea-costiera-amalfitana" target="_blank">un'idea di Imma Tralli e Roberto Pontecorvo</a>. Per la nuova edizione della rassegna, la città di Praiano si prepara ad accogliere, dal 24 febbraio al 2 marzo, gli studenti dell’Architectural Design Studio 7 (ADS7) del <a href="https://arte.sky.it/news/herzog-de-meuron-royal-college-of-art-londra" target="_blank">Royal College of Art di Londra</a>.<h2>LA RESIDENZA ARTISTICA IN COSTIERA AMALFITANA</h2> Il laboratorio, diretto da Lemonot – tra i nove studi di architettura selezionati per il <a href="https://arte.sky.it/news/installazioni-padiglione-italia-biennale-architettura-2023" target="_blank">Padiglione Italia alla Biennale di Venezia nel 2023</a> –, mira a esplorare, insieme agli studenti del Royal College, il concetto di convivialità come strumento di riconnessione fisica, emozionale e politica, e quindi come forma di attivismo sul territorio. Il titolo scelto per il progetto è Being with-in: The Live Project in Praiano: durante la residenza, sotto la guida dei fondatori di Lemonot Sabrina Morreale e Lorenzo Perri, gli studenti raccoglieranno filmati, suoni, architetture e paesaggi, costruendo momenti di scambio con gli abitanti di Praiano. “Il loro lavoro sarà molto prezioso”, hanno dichiarato Imma Tralli e Roberto Pontecorvo, “perché, partendo dall’azione del camminare come pratica estetica, ci permetterà di ritrovare il ritmo di questi luoghi e di rispettarne l’antica temporalità”. <h2>RICONNETTERSI AL TERRITORIO</h2> L’obiettivo è creare nuove connessioni comunitarie: risorse relazionali e materiali che, anche durante la stagione invernale, possano mantenere viva la quotidianità degli abitanti. “Come architetti”, spiegano Morreale e Perri, “siamo interessati a imparare dai luoghi che cambiano rigenerandosi, ristabilendo un contatto genuino tra comportamenti, rituali e risorse del territorio. Praiano – come tutta la Costiera Amalfitana – durante l'inverno, quando le attività commerciali e le strutture turistiche sono chiuse, sembra di colpo isolata. Ma il temporaneo distacco libera il territorio di tutte le sue sovrastrutture, aiutando questi luoghi a ritrovare la propria identità, ricostruendo nuove dimensioni comunitarie”. 
[Immagine in apertura: Positano e Punta Campanella dal convento di San Domenico a Praiano. Foto Credits Marea Art Project]

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Da mezzadro nei campi della Louisiana a icona del blues: l’ascesa verso il successo musicale di George “Buddy” Guy è una storia di perseveranza e trionfo, descritta nel documentario Buddy Guy – La leggenda del blues, in onda mercoledì 21 febbraio su Sky Arte. Mostrando le sue esibizioni, sia storiche che inedite, insieme ai contributi di ospiti d'eccezione come Barack Obama o i <a href="https://arte.sky.it/news/nuovo-disco-rolling-stones" target="_blank">Rolling Stones</a>, la pellicola offre un ritratto dell’artista blues classe 1936 e, in parallelo, dell’affermazione afroamericana nel Ventesimo secolo. Considerato uno dei chitarristi più influenti di tutti i tempi, Buddy Guy si è sempre distinto per il suo stile innovativo e virtuoso, capace di ispirare generazioni di musicisti. Lo attestano anche le interviste realizzate in esclusiva per il documentario a Carlos Santana, <a href="https://arte.sky.it/news/eric-clapton-programmi-tv-25-ottobre" target="_blank">Eric Clapton</a> e altre leggende della musica. Tuttavia la sua carriera non è stata facile: per anni ha dovuto lottare per affermarsi come solista, dopo aver accompagnato i grandi del blues di Chicago negli anni Cinquanta e Sessanta. La svolta e il pieno riconoscimento risalgono agli anni Novanta.

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