A Venezia riapre dopo il restauro lo splendido Palazzo di Ca’ Cappello

<p>Dopo un lungo e meticoloso restauro, Palazzo di Ca’ Cappello, sede degli studi orientali dell’<a href="https://arte.sky.it/news/street-art-restauro-ca-foscari" target="_blank">Università Ca’ Foscari di Venezia</a>, è stato ufficialmente riconsegnato alla comunità accademica. Reso possibile da un finanziamento di circa 2 milioni di euro, l’intervento ha riguardato non solo il recupero estetico del prestigioso edificio, ma anche un fondamentale miglioramento strutturale e impiantistico. </p><p>“<em>L’investimento che abbiamo compiuto per il restauro</em>”, ha dichiarato Tiziana Lippiello, rettrice dell'Università Ca’ Foscari Venezia, “<em>riflette la nostra volontà di investire nel futuro di questa città attraverso sedi e servizi adeguati, attrattivi anche per un pubblico internazionale</em>”.</p><h2>2 MILIONI PER IL RESTAURO DI CA’ CAPPELLO A VENEZIA</h2><p>Il restauro ha previsto un adeguamento completo della struttura, che include sei nuove aule didattiche, una biblioteca ristrutturata e rinnovati spazi di lavoro per il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea. Gli interventi, durati circa venti mesi, hanno garantito un miglioramento sulla sicurezza antisismica e sulle misure di prevenzione incendi, oltre a rendere l’immobile accessibile a tutti, con la creazione di servizi igienici dedicati e l’installazione di un nuovo ascensore. Laura De Giorgi, direttrice del Dipartimento, ha evidenziato l'importanza di questo palazzo, quale simbolo della storia accademica di Venezia e fulcro degli studi orientali.</p><h2>LA STORIA DI CA’ CAPPELLO A VENEZIA</h2><p>Dalle fonti, l’edificio rinascimentale di Ca’ Cappello risulta presente sin dal 1537 nel quartiere di San Polo. Il palazzo ha visto molteplici trasformazioni nel corso dei secoli, a partire dal rinnovo dovuto all’incendio avvenuto nel Seicento (che ne distrusse gli affreschi che decoravano la facciata), passando dai fasti della famiglia Cappello all’acquisizione da parte dell’ambasciatore inglese Austen Henry Layard, che lo trasformò in un punto di ritrovo per l'arte e la cultura internazionale. Nel 1967, l’università Ca’ Foscari rilevò il palazzo, trasformandolo in sede degli studi orientali. Con il recente restauro, Ca’ Cappello non solo recupera la sua antica bellezza, ma rivive come un polo d'eccellenza per l'insegnamento e la ricerca, pronto ad accogliere le future generazioni di studiosi.</p><p>[Immagine in apertura: credit Università Ca' Foscari]</p>

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Una mostra "psichedelica" in occasione della Torino Art Week

<p>Mentre si concludono gli ultimi preparativi per <a href="https://arte.sky.it/news/artissima-torino-2024" target="_blank"><em>Artissima</em></a> – la fiera d’arte contemporanea più attesa d’Italia che, curata da <a href="https://arte.sky.it/news/bando-residenza-artistica-artissima-torino" target="_blank">Luigi Fassi</a>, si terrà nei padiglioni dell’Oval del Lingotto dal 1º al 3 novembre –, in tutta Torino fioriscono gli eventi e le mostre, consacrando il capoluogo piemontese come una delle maggiori capitali dell’arte del nostro tempo. In questo fermento, accompagnato dalla <em>Torino Art Week 2024</em>, le OGR Torino inaugurano <em>Retinal Rivalry</em>, mostra personale di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2012/11/gaillard-la-quiete-dopo-la-tempesta" target="_blank">Cyprien Gaillard</a>.</p><h2>L’INSTALLAZIONE DI CYPRIEN GAILLARD ALLE OGR TORINO</h2><p>Allestito al Binario 1 delle ex Officine fino al 2 febbraio 2025, il progetto espositivo, a cura di Samuele Piazza, offre un’interpretazione innovativa del mezzo filmico, trasformandolo in scultura e accompagnando il pubblico in un’esperienza sensoriale unica. Protagonista è l’installazione di Gaillard, in cui le immagini stereoscopiche in movimento (una delle firme distintive di Gaillard) dimostrano un potenziale scultoreo, evocando atmosfere spettrali e psichedeliche. Ad arricchire l’esperienza, la colonna sonora dello stesso artista, che si presenta come una fusione di elementi dissonanti e melodici provenienti da fonti eterogenee, che spaziano dalla musica sundanese a registrazioni conservate negli archivi dell'UNESCO di Parigi.</p><h2>L'OPERA DI CYPRIEN GAILLARD PER LA "TORINO ART WEEK"</h2><p>L'elemento centrale di <em>Retinal Rivalry</em> è l’abbandono della narrazione tradizionale in favore di una riflessione sulla "pura visione" e sul potere evocativo delle immagini. L’installazione di Gaillard invita a esplorare l'architettura tedesca attraverso un viaggio che spazia da scene appartenenti a eventi popolari come l'<em>Oktoberfest</em>, a spazi intrisi di storia e memoria, come le rovine romane scoperte sotto la cattedrale di Colonia. In questo contesto, spiccano luoghi emblematici, come un fast food collocato in una sottostazione elettrica di Norimberga, sede di raduni nazisti, e le spettacolari formazioni naturali del massiccio del Bastei. Le immagini, oscillando tra vuoto e ri-creazione scultorea, si proiettano oltre lo schermo, alterando la nostra percezione e invitando alla riflessione sulla cultura e la storia.</p><p>[Immagine in apertura: Cyprien Gaillard, <em>Retinal Rivalry</em>, 2024 3D motion picture, DCI DCP, dual 4k projection at 120fps, 2 Channel Audio 29:03 min © Cyprien Gaillard Courtesy the artist, Sprüth Magers and Gladstone Gallery]</p>

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