La storia della musica alternativa in Italia

Non solo cantanti d’opera, il pop leggero e spensierato e festival canori: la musica del Bel Paese è molto di più. Lo dimostra la serie Sound Gigante – Storia alternativa della musica italiana, della quale sabato 27 luglio vanno in onda su Sky Arte quattro episodi. Il risultato è un racconto dell’evoluzione della storia della musica italiana, dagli anni Settanta alla fine del decennio successivo.Il primo episodio, in onda alle 21:15, si concentra su un anno nevralgico per lo sviluppo dell’avanguardia musicale italiana: il 1964. È questo l’anno in cui l’indimenticabile <a href="https://arte.sky.it/news/libro-ennio-morricone" target="_blank">Ennio Morricone </a>compone la colonna di Per un pugno di dollari di Sergio Leone, caposaldo del genere spaghetti western. E non solo: nel medesimo periodo prendono piede le sperimentazioni radicali di MEV e del Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza, in cui ha militato lo stesso Morricone.Si prosegue, alle ore 22:15, con lo scenario che caratterizza gli anni Prima della rivolta del 1968. Si tratta di un decennio fondamentale, in cui vengono anticipati fenomeni musicali e di costume destinati a esplodere successivamente. L’arena di sperimentazione più florida, tuttavia, è quella delle colonne sonore dei film di genere e delle Library musicali.I primi anni Settanta, in Italia, sono contraddistinti dalla nascita della controcultura, protagonista del terzo episodio: dal titolo A mano armata, va in onda alle 23:15. In questo fermento emergono le nuove forme musicali, etichette indipendenti e artisti che utilizzano i primi rudimentali campionatori. Il progressive rock raggiunge il suo culmine proprio in questa fase.L’ultima puntata, Edonismo e anarchia, va in onda alle 00:15. Il sipario cala sulla fine degli anni Settanta, mentre tutto cambia ancora una volta: la fine dell’utopia di un mondo di uguaglianza e giustizia sociale viene sostituita con una visione individualistica. E da questa rottura nascono la disco music e il punk.

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60 anni dal primo concerto dei Beatles in Italia

I grandi miti del jazz in versione illustrata

Un Natale distopico con Vinicio Capossela

Un nuovo saggio per il 100esimo anniversario della morte di Eleonora Duse

Nel 1924, mentre era negli Stati Uniti per quella che sarebbe stata l’ultima tournée della sua vita, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-eleonora-duse-venezia " target="_blank">Eleonora Duse</a> conobbe <a href="https://arte.sky.it/news/libro-film-charlie-chaplin" target="_blank">Charlie Chaplin</a>: un incontro che segnò un momento cruciale nella vita e nel retaggio culturale di entrambi gli artisti. Un secolo più tardi, in occasione del <a href="https://arte.sky.it/news/attori-musicisti-scrittori-anniversari-2024 " target="_blank">centesimo anniversario </a>della morte della “divina”, Marcello Gallucci ha pubblicato con la casa editrice <a href="https://arte.sky.it/foto/roma-libro-fotografia-architettura-storia " target="_blank">Jaca Book</a> Eleanora - Come Chaplin ricreò la Duse - Rêverie su un mazzo di fiori (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina), un saggio che si propone di esplorare gli effetti di questo confronto fra due dei maggiori interpreti dell’arte teatrale e cinematografica moderna. Assemblando articoli e testi redatti da grandi critici dell’epoca, da attori e registi del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/marilyn-monroe-programmi-tv-4-agosto " target="_blank">Lee Strasberg</a>, e dello stesso Chaplin, l’autore dà vita a un saggio che “non è un libro sulla Duse”, come sottolinea lo stesso Gallucci nella prefazione, ma offre al lettore una ricca serie di spunti per indagare la “dimensione intima” della grande attrice italiana.<h2>L’INCONTRO FRA CHAPLIN ED ELEONORA DUSE</h2>All’epoca del loro incontro, l’allora 35enne Charlie Chaplin era già una stella del cinema muto, mentre Eleonora Duse aveva 63 anni ed era ancora considerata, anche in America, una delle grandi dive del teatro mondiale. Come emerge chiaramente dalle sue parole fedelmente riportate nel libro, il grande cineasta britannico rimase affascinato dalla presenza scenica e dalla profondità emotiva della Duse, tanto da sentirsi motivato a integrare nuove forme di espressione recitativa nelle sue pellicole e a perfezionare la sua tecnica attoriale. Nella sua analisi critica, posta in chiusura d’opera, l’autore analizza quindi nel dettaglio come le opere di Chaplin successive all'incontro risentano in modo evidente dell'influenza della grande attrice italiana.<h2>UN TRIBUTO ALLA “DIVINA” DUSE NEL CENTENARIO DELLA SCOMPARSA</h2>Grazie agli spunti offerti dagli articoli di giornale dell’epoca e da numerosi brevi saggi, in buona parte inediti o noti solo parzialmente, l’opera prende in esame l’impatto immediato di una figura come Eleonora Duse sul pubblico americano, analizzando anche come l'incontro con Chaplin abbia cambiato la sua percezione nella cultura statunitense di inizio Novecento. Il celebre cineasta infatti “ricreò” la figura della Duse in pellicole come Luci della città e Tempi moderni, rendendo omaggio alla sua straordinaria capacità di trasmettere emozioni profonde attraverso l’arte scenica, e contribuendo in modo significativo alla grandezza internazionale del lascito artistico di una delle più grandi attrici della storia del teatro.

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Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

Il libro della giungla: il grande classico in una nuova versione illustrata