Durante le Olimpiadi Invernali del 1994, L’Urlo di <a href="https://arte.sky.it/news/edvard-munch-programmi-tv-23-gennaio" target="_blank">Edvard Munch</a> viene rubato dalla <a href="https://arte.sky.it/news/edvard-munch-programmi-tv-31-agosto" target="_blank">Galleria nazionale di Oslo</a>. L’unico condannato per il furto è Pål Enger, ex calciatore e appassionato d’arte.Con un ritmo serrato e un tocco da Scandi-noir, il documentario L’Urlo di Munch – Il grande furto, in onda su Sky Arte sabato 21 dicembre, intreccia la ricostruzione del colpo con l’analisi della complessa figura di Enger, un personaggio ambiguo e affascinante, motivato da un mix di ossessione, vanità e amore per il celebre dipinto.Il film non si limita a raccontare i fatti, ma scava nelle profondità emotive e psicologiche del protagonista e nella sua relazione con L’Urlo. Il risultato è un’opera che, pur esplorando un atto criminale, riesce a parlare di arte, umanità e delle sfumature dell’ossessione, consegnando al pubblico una storia che emoziona e sorprende. Fino alla fine.

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Il furto dell’Urlo di Edvard Munch | Sky Arte

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Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

A Parigi ha aperto la più grande mostra sugli orsetti di peluche

L'orso è un animale che ha sempre spaventato e affascinato l'uomo, occupando un posto di rilievo nella cultura e nell'immaginario collettivo. Ora una mostra nella capitale francese ripercorre il nostro rapporto con i plantigradi da una prospettiva giocosa e speciale: quella rappresentata dagli orsetti di peluche. Visitabile fino al 22 giugno 2025 negli spazi del <a href="https://arte.sky.it/news/piccolo-principe-mostra-parigi " target="_blank">Musée des Arts Décoratifs</a>, lo spazio museale dedicato alle arti decorative ricavato all’interno del Palazzo del <a href="https://arte.sky.it/news/louvre-parigi-depositi-restauro" target="_blank">Louvre</a>, a Parigi, l’esposizione si intitola Mon ours en peluche (in italiano, Il mio orso di peluche) e presenta al pubblico 130 esemplari di questo speciale giocattolo in stoffa, offrendo un viaggio affascinante attraverso la storia del design, della cultura e dell'immaginario infantile.<h2>UN GIOCATTOLO ICONICO TRA ARTE, MODA E CULTURA</h2>Per presentare la ricca selezione di orsi di peluche, tutti provenienti dalle collezioni del museo e realizzati in diverse epoche e Paesi, la mostra parigina accompagna il pubblico attraverso undici diverse sale, che ripercorrono la storia del rapporto tra uomo e orsi dalla preistoria ai giorni nostri, esplorando al tempo stesso l'evoluzione del design e dei materiali utilizzati dai primi del Novecento a oggi per la realizzazione dei teneri giocattoli. Il focus espositivo si concentra in particolare su momenti decisivi, come quello all'inizio del XX secolo in cui nacque l'orso di peluche così come lo conosciamo oggi: in quegli anni infatti una ditta di giocattoli tedesca lanciò sul mercato un orso realizzato in mohair, mentre dall’altra parte dell’oceano, il rifiuto del presidente degli Stati Uniti di allora, Theodore Roosevelt, di sparare a un cucciolo d’orso durante una battuta di caccia ispirò la creazione di un giocattolo, che prese il nome di Teddy Bear in onore del celebre politico. L’immediato successo di questo tenero pupazzo lo rese in breve tempo il compagno di giochi ideale per i bambini di ogni parte del mondo.<h2>IL FASCINO INTRAMONTABILE DELL'ORSO DI PELUCHE IN MOSTRA A PARIGI</h2>L’esposizione curata da Anne Monier Vanryb, conservatrice delle collezioni di giocattoli del museo, illustra come gli orsetti di peluche non possano più essere considerati solamente un <a href="https://arte.sky.it/news/libro-biografia-famiglia-lego-salani" target="_blank">gioco per bambini</a>: il loro incontestabile e perdurante successo li ha infatti resi un'icona della cultura popolare, fonte di ispirazione per artisti, stilisti e designer. Dai teneri protagonisti di avvincenti storie letterarie, come Winnie the Pooh e Paddington, al mondo della moda, dove l'orso di peluche è stato negli anni reinterpretato come accessorio ed elemento decorativo da case di moda del calibro di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/12/la-prima-retrospettiva-su-dior-negli-usa-e-allestita-da-rem-koolhaas" target="_blank">Christian Dior</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/04/ad-anversa-omaggio-allo-stilista-belga-martin-margiela" target="_blank">Hermès </a>e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/03/il-centre-pompidou-dentro-al-louvre-e-lultima-idea-di-louis-vuitton" target="_blank">Louis Vuitton</a>, l'orso di peluche è diventato nel corso dell’ultimo secolo un simbolo di giocosità, emozione e nostalgia dell’infanzia, perdendo i tratti minacciosi delle sue rappresentazioni primitive per conquistare grandi e piccini con il suo fascino e la sua tenerezza.[Immagine in apertura: Teddy bear, ca. 1910-1912 Mohair plush; shaved muzzle; felt underpaws. Paris, Musée des Arts Décoratifs, donated by Danièle Giraudy, 1994 © Les Arts Décoratifs / Christophe Dellière]

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