Il nuovo museo della Cina è lungo quasi un chilometro

<p>Nell'immenso territorio cinese – caratterizzato da distese interminabili in cui la natura talvolta sembra prendere il sopravvento – l'architettura spesso appare chiudersi in sé stessa, senza riuscire a interagire armoniosamente con il paesaggio. Questo almeno secondo lo studio di architettura <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/12/junya-ishigami-water-garden-art-biotop-nasu-giappone" target="_blank">junya.ishigami</a>+associates, a cui si deve l'ambizioso progetto del Zaishui Art Museum, nella città di Rizhao, nella provincia cinese di Shandong. Il concept della struttura museale si concentra su un preciso obiettivo: provare a definire un dialogo “alla pari” tra l’architettura e l’ambiente sconfinato che la circonda. </p><h2>UN NUOVO STRAORDINARIO MUSEO IN CINA</h2> <p>Sviluppato su un'area di circa 20mila metri quadrati, il centro espositivo si estende per circa un chilometro su uno specchio lacustre artificiale, proprio situato all’ingresso di un quartiere in fase di sviluppo. L’edificio longilineo affiora dall’acqua, espandendosi da sponda a sponda; è sormontato da una copertura con altezze variabili. Il pavimento, a sua volta, è stato concepito per dare al visitatore l’illusione di camminare sulla superficie limpida del bacino artificiale. Lungo la facciata un'ampia vetrata, scandita da colonne che definiscono un ritmo preciso, riveste il Zaishui Art Museum quasi interamente, riflettendo le increspature e i giochi di luce dell’acqua sul soffitto bianco e rifrangente. </p><h2>IL PROGETTO DELLO STUDIO DI JUNYA ISHIGAMI</h2> <p>Secondo lo studio guidato dall'architetto giapponese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/02/e-junya-ishigami-il-progettista-del-serpentine-pavilion-2019" target="_blank">Junya Ishigami</a>, la chiave per affrontare il tema del paesaggio in Cina è stata concepita questo edificio come "<em>Gently gigantic</em>", ovvero "delicatamente gigantesco",<em> </em>ricercando un rapporto inedito tra naturale e artificiale. E infatti nel museo architettura e paesaggio si fondono con eleganza, in nome di un “nuovo ambiente naturale” dalle caratteristiche ibride. La natura, in questo caso, si ritrova persino all’interno della struttura: alcune delle vetrate si possono aprire, favorendo un affaccio diretto sul lago; altrove le parti inferiori dei pannelli vetrati, poste sott'acqua, presentano delle fessure che convogliano naturalmente l'acqua dal lago all'interno.  [Immagine in apertura: Zaishui Art Museum. Photo © Arch-Exist/junya.ishigami+associates]</p>

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Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

A Londra una mostra esplora il concetto di "carineria", tra gattini ed emoji

<p>Nulla attira la nostra attenzione più di ciò che è carino e affettuoso. Dalle emoji ai meme di Internet, passando per i videogiochi ai morbidi peluches, la “tenerezza” sta conquistando il mondo, dimostrandosi una vera e propria ossessione per la nostra società, forse anche in risposta alla complessità della realtà che ci circonda. La <a href="https://arte.sky.it/news/londra-mostra-courtauld-gallery-falsi" target="_blank">Somerset House</a> di Londra lo sa benissimo: per questo, cavalcando l’onda della dolcezza, presenta al pubblico una mostra che esplora il potere delle immagini “tenere”, con una serie di lavori di rilevanza internazionale e persino alcune commissioni – tra cui quelle appositamente realizzate da Ed Fornieles, Sian Fan, Chris Zhongtian Yuan, Sean-Kierre Lyons e Bart Seng Wen Long. <em>CUTE. An Exhibition Exploring the Irresistible Rise of Cuteness</em> è aperta fino al 14 aprile: non resta che lasciarsi inondare dai suoi adorabili protagonisti!</p><h2>UNA MOSTRA "ADORABILE" ALLA SOMERSET HOUSE DI LONDRA</h2> <p>In concomitanza con il 50esimo anniversario del gattino più famoso del mondo, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/07/hello-kitty-tshirt-uomo-nendo" target="_blank">Hello Kitty</a>, la rassegna propone una serie di memorabilia e spazi immersivi dedicati al noto personaggio immaginario giapponese, che tra i primi ha dato il via a questa “ossessione” per l’adorabile. </p> <p>I gatti, in effetti, sono tra i grandi esempi di questa tendenza: li ritroviamo nei dipinti di fine Ottocento di Louis Wain, ma anche nella serie di cartoline <em>The Brighton Cats</em> di Harry Pointer, risalente al 1870. Altro filone fondamentale è quello della cultura del “kawaii” giapponese, che fin dagli anni Dieci del Novecento si concentra su ciò che è tenero e carino: a tal riguardo, diverse opere provengono dal Yayoi Museum di Tokyo, portando a Londra artisti come Yumeji Takehisa, Kaichi Kobayashi e Katsudi Matsumoto.</p><h2>L’ESTETICA “CARINA” E IL SUO RUOLO NELLA SOCIETÀ</h2> <p>“<em>Quella del ‘carino’ è innegabilmente l'estetica più importante dei nostri tempi. Eppure, solo ora ha iniziato a essere presa sul serio</em>”, spiega Claire Catterall, senior curator alla Somerset House. “<em>Spero che questa mostra delizierà e sorprenderà in egual misura – un po’ come la carineria stessa</em>”.</p>
<p>[Immagine in apertura: works by Louis Wain on display in the CUTE exhibition at Somerset House. Credit David Parry PA for Somerset House]</p>

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma