Città reale e utopie urbane: l'architettura di Sant’Elia in due mostre

<p>Como e Milano si uniscono in un viaggio condiviso sotto il segno di <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/architettura/firenze-oltrecitta-arte-architettura-citta" target="_blank">Antonio Sant’Elia</a>, l’architetto visionario che con i suoi disegni ha immaginato metropoli verticali e pulsanti, ben prima che il progresso ne rendesse possibile la realizzazione. Dall’8 novembre all’8 dicembre, la Pinacoteca Civica di Como e l’<a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-poetic-activism-adi-design-museum-milano" target="_blank">ADI Design Museum di Milano</a> ospitano parallelamente l’esposizione <i>Antonio Sant’Elia. Visioni futuriste tra Como e Milano</i>, a cura dei Musei civici comaschi e dell’Accademia di Belle Arti di Brera. L’iniziativa rappresenta la prima tappa del progetto triennale <i>Documentare, valorizzare: tra ricerca e progettazione digitale</i>, avviato nel 2024 e incentrato sull’incontro tra arte, tecnologia e formazione. Protagonisti, insieme a Sant’Elia, gli studenti delle scuole di Comunicazione e Nuove Tecnologie dell’Accademia, impegnati in un confronto che restituisce nuova vita ai tratti rapidissimi del maestro futurista.</p>
<h2>IL DOPPIO TRIBUTO ALL’ARCHITETTURA DI ANTONIO SANT’ELIA</h2>
<p>A Como – dove l’architetto nacque nel 1888 – la Pinacoteca Civica accoglie dieci disegni originali databili tra il 1913 e il 1914, insieme a un video che racconta i luoghi della città che ne hanno nutrito l’immaginario: officine, banchine del lago, cantieri, linee ferroviarie. Un percorso intimo e tecnologico allo stesso tempo, dove il visitatore può persino trasformare i propri schizzi “in stile Sant’Elia” grazie a un sistema di intelligenza artificiale che interpreta forme e prospettive secondo l’estetica futurista. A Milano, la mostra prosegue con quattordici tavole provenienti dalla Pinacoteca comasca, accompagnate da proiezioni immersive firmate da Terminus Digital Art. Due narrazioni parallele che restituiscono l’energia di un artista che, in appena ventotto anni di vita, è riuscito a incidere profondamente nel modo di immaginare la città moderna.</p>
<h2>LA VISIONE URBANA DI ANTONIO SANT’ELIA IN MOSTRA</h2>
<p>Come ha ricordato la storica dell’arte Lorella Giudici, l'urbanista era “<i>affezionatissimo alla sua città natale</i>”, ed è proprio tra Como e Milano che maturò le sue visioni più ardite. Le metropoli industriali di inizio Novecento, in rapida trasformazione, gli offrirono la materia viva per costruire un linguaggio architettonico nuovo, fondato su velocità, energia e interconnessione. “<i>Sant’Elia aveva precorso agli inizi del Novecento i temi moderni della mobilità urbana</i>”, scrive Alessandra Coppa, docente di Storia dell’Architettura all’Accademia di Brera. L’architetto pensava infatti a “<i>una città per incontri dinamici, un’utopia realizzabile dove la strada diventa la 'piazza'. Ipotizzava una città policentrica dove l’interconnessione dei trasporti era determinante</i>”. Non è un caso che i suoi fogli, come osserva Rosanna Ruscio, docente di Storia dell’Arte contemporanea, siano “<i>libere prove iconiche del suo programma utopico, la dimostrazione di una capacità di vedere anche nel rapido schizzo quella che doveva essere la fusione degli edifici con l’ambiente</i>”. </p>
<p>[Immagine in apertura: A. Sant'Elia, Edificio industriale con torre angolare, 1913]</p>


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Nel veneziano si scava nel foro dell'antica città di Altino

<p>La direzione del <a href="https://arte.sky.it/news/2025/museo-archeologico-nazionale-venezia-cortile-agrippa" target="_blank">Parco archeologico di Altino</a> ha annunciato l’inizio di una nuova missione archeologica, che esplorerà per la prima volta il cuore dell’antico centro urbano, situato a pochi chilometri da Venezia. Gli scavi sono partiti proprio in questi giorni di fine ottobre e si concentrano nel settore che si ipotizza ospitasse in età romana il foro della città.</p>
<p>Promossa e condotta dal Parco archeologico di Altino, che fa parte dei Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna, la campagna si ricollega agli scavi condotti tra il 2022 e il 2024 nella zona del decumano. Per i prossimi due mesi, dunque, gli archeologi concentreranno le loro attenzioni sull’area che doveva ospitare “<i>il cuore monumentale di Altino romana</i>”, come dichiarato dalla direttrice del Parco, Marianna Bressan. L’archeologa ha inoltre confermato come l’obiettivo sia “<i>dare sostanza, attraverso lo scavo stratigrafico, a quanto previsto con le indagini non invasive</i>”, effettuate nei primi anni Duemila dagli studiosi dell’<a href="https://arte.sky.it/news/2025/smontaggio-restauro-statua-gattamelata-donatello-padova" target="_blank">Università di Padova</a>.</p>
<h2>I NUOVI SCAVI NEL SITO ROMANO SULLE SPONDE DELLA LAGUNA DI VENEZIA</h2>
<p>Fondata nel II secolo a.C. nello stesso luogo di un antico insediamento delle popolazioni paleo-venete, la città romana di <a href="https://arte.sky.it/news/2021/scoperta-venezia-strada-romana" target="_blank">Altino</a> ha rappresentato per molto tempo un importante snodo commerciale, in virtù della sua posizione strategica sulle sponde di quella laguna dove solo molti secoli più tardi sarebbe sorta <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/scoperta-disegno-antico-venezia" target="_blank">Venezia</a>. Il nucelo centrale della cittadina ci è oggi noto solo attraverso le immagini aeree e le prospezioni non invasive. La campagna mira dunque a confermare la presenza e l’esatta posizione di monumenti come il foro, l’anfiteatro cittadino e due grandi teatri.</p>
<p>Oltre a validare le ipotesi avanzate negli anni passati in merito all’assetto urbanistico di Altino, gli studiosi sperano di portare alla luce reperti che aiutino a gettare nuova luce sulla storia della città romana. Le eventuali scoperte consentirebbero inoltre di ricostruire con certezza l’evoluzione e la successione cronologica delle attività dell’uomo in tutta l’area.</p>
<h2>LE 3 FASI DELLA CAMPAGNA DI SCAVI NEL PARCO ARCHEOLOGICO DI ALTINO</h2>
<p>L’antico centro di Altino è da diversi anni al centro dell’attenzione degli studiosi. Solo di recente però è stato possibile acquisire i terreni su cui avviare la campagna di scavi. Tale operazione si articolerà in tre fasi: solo dopo una nuova ricognizione, aerea e via terra, si potrà infatti determinare il punto esatto dove scavare. La fase finale si concentrerà poi sullo studio dei reperti e dei nuovi rilievi stratigrafici, anche nell’ottica di una possibile apertura al pubblico dell’intera area archeologica.</p>
<p>A tale scopo, sono in programma delle visite guidate alle sessioni di scavo, organizzate dalla direzione del Parco non appena i lavori lo renderanno possibile. Il coinvolgimento del pubblico attraverso <a href="https://arte.sky.it/news/2024/insula-casti-amanti-scavi-pompei" target="_blank">questo genere di iniziative</a> riveste infatti un ruolo cruciale per la piena valorizzazione di uno dei siti archeologici di maggiore interesse del nostro Paese.</p>
<p>[Immagine in apertura: parco archeologico di Altino, dettaglio dei mosaici pavimentali della Domus della Pantera (area archeologica del Decumano), credits Samir Sayed Abdellattef e Giacomo Vidoni]</p>


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