L’Ape Maia compie 50 anni e diventa uno spettacolo teatrale

Il 1° aprile 1975 andava in onda sulla TV giapponese la prima puntata di una serie di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/libro-storia-studio-ghibli" target="_blank">animazione</a> destinata a lasciare un segno importante nell’immaginario collettivo: L’Ape Maia. Il cartone animato sarebbe arrivato sugli schermi italiani solo cinque anni più tardi, conquistando da subito il favore dei telespettatori del nostro Paese. Nel 50esimo anniversario di quell’esordio televisivo, un nuovo spettacolo musicale sta per arrivare sui palcoscenici italiani, con il titolo L’Ape Maia – Il Musical. La prima nazionale si terrà a Milano, presso il Teatro San Babila, con repliche in programma dall’11 al 14 dicembre.
L’evento rappresenta il primo spettacolo dal vivo in italiano interamente dedicato alla simpatica ape amante della natura, che da mezzo secolo incarna gli ideali di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/06/abbraccio-piu-forte-libro-valerio-berruti" target="_blank">amicizia</a>, libertà e rispetto dell'ambiente. Il musical promette di portare in scena tutta l’allegria di un personaggio capace di affascinare generazioni di giovani telespettatori fin dagli anni Settanta. Dopo il debutto milanese, lo spettacolo partirà per un tour che raggiungerà altre quattro tappe in tutta Italia.
<h2>IL MUSICAL DEDICATO AL MONDO DELL’APE MAIA</h2>
Il progetto scenico dedicato all’Ape Maia è caratterizzato da una trama originale, che mette insieme canzoni e coreografie inedite. Lo spettacolo, scritto e diretto da Michele Visone, mira così a presentare al pubblico una versione assolutamente nuova di un personaggio molto amato, portando al tempo stesso sul palco tutti i protagonisti della serie di animazione: Willy, Flip e gli amici del prato dei papaveri.
Protagonista del musical sarà però un nuovo soggetto: una bambina di nome Gaia, che insieme alla simpatica apina scoprirà l’importanza dell’amicizia e dell’amore per il mondo naturale. Lo spettacolo resta così fedele ai valori che avevano ispirato il romanziere tedesco Waldemar Bonsels, autore del libro di inizio Novecento da cui lo studio giapponese Zuyo trasse ispirazione per il cartone degli anni Settanta. Il ruolo fondamentale della natura e della collaborazione viene evidenziato e reso attuale anche attraverso le avvincenti musiche inedite, composte da Davide Perra e Alberto Schirò.
<h2>LE INIZIATIVE IN PROGRAMMA PER IL 50ESIMO ANNIVERSARIO DELL’APE MAIA</h2>
Dopo il debutto nazionale a Milano, la tournée de L’Ape Maia – Il Musical toccherà quattro importanti tappe in tutto il Paese. Lo spettacolo andrà infatti in scena anche al Teatro Cartiere Carrara di Firenze, a partire da febbraio 2026, per poi raggiungere Torino, Roma e Napoli nei mesi successivi. È inoltre prevista un’anteprima speciale dello spettacolo in una cornice d’eccezione: l’edizione 2025 di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/bando-lucca-comics-fumetto" target="_blank">Lucca Comics & Games</a>. Il Teatro Girolamo del capoluogo toscano ospiterà infatti una rappresentazione speciale del musical il prossimo 29 ottobre.
I festeggiamenti legati all’importante ricorrenza dell’Ape Maia prevedono poi numerose altre iniziative di grande fascino, tra cui l’inaugurazione di una nuova oasi apistica a Milano e il progetto filatelico Maia Art Figures, a cura di quindici artisti in collaborazione con Poste Italiane. Questo programma di eventi punta a rendere omaggio a un personaggio che, con la sua simpatia e il suo messaggio universale, ha saputo far breccia nel cuore di generazioni di spettatori.
[Immagine in apertura: L’Ape Maia – Il Musical]

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La Cappella Sistina di Michelangelo rivive in una sorprendente mostra multimediale

“Se ci fosse almeno un mezzo per fissar bene nell’anima imagini tali!”, scriveva Goethe nel 1786, rapito dal genio di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/michelangelo-santo-peccatore-programmi-tv-6-marzo" target="_blank">Michelangelo</a> dopo una visita alla <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-immersiva-cappella-sistina-varsavia" target="_blank">Cappella Sistina</a>. Oggi, più di due secoli dopo, quella sua aspirazione trova risposta nella mostra La Sistina di Michelangelo. Un’icona multimediale, ospitata a Casa Buonarroti, a Firenze, fino al 7 gennaio 2026. 
L’esposizione, voluta dalla Fondazione Casa Buonarroti e curata da Silvestra Bietoletti e Monica Maffioli, restituisce un racconto affascinante della fortuna del capolavoro michelangiolesco attraverso oltre sessanta opere tra incisioni, fotografie, edizioni illustrate e reinterpretazioni contemporanee. L’allestimento, che inaugura le sale restaurate al piano terreno, propone allo spettatore un viaggio nella storia dello sguardo, restituendo alla Sistina la sua natura di opera viva, inesauribile, che continua a interrogarci e a riflettersi nei nuovi linguaggi visivi.
<h2>A FIRENZE LA MOSTRA MULTIMEDIALE CHE CELEBRA LA CAPPELLA SISTINA</h2>
“La raccolta della famiglia Buonarroti è ancora oggi la più ricca collezione di fogli michelangioleschi al mondo”, ha dichiarato il direttore di Casa Buonarroti, Alessandro Cecchi, “e accogliere questa mostra nel palazzo voluto dal pronipote di Michelangelo significa proseguire una tradizione di memoria e valorizzazione lunga quattro secoli”.
Dalle acqueforti settecentesche di Tommaso Piroli e Giovanni Volpato alle prime fotografie ottocentesche di Adolphe Braun, la mostra ricostruisce il cammino della Sistina nella cultura dell’immagine. Così, dai negativi monumentali dei Fratelli Alinari ai fotogrammi del critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti, il soffitto vaticano si è trasformato in un laboratorio di visione, un’enciclopedia visiva che attraversa i secoli. Il restauro degli anni Ottanta, diretto dai Musei Vaticani, ne ha infine risvegliato i colori abbaglianti, rendendola “il luogo da visitare”, come sottolinea la direttrice Barbara Jatta. 
<h2>LE RAPPRESENTAZIONI DELLA CAPPELLA SISTINA, DAL SEICENTO A OGGI</h2>
Oggi la mostra fiorentina riaccende quel dialogo tra arte e media con una sezione dedicata alle reinterpretazioni più recenti. È infatti con il Novecento che la Sistina entra nella cultura di massa: dalle tavole cromolitografiche dell’Arundel Society alle copertine di LIFE, dai collage pop di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-pop-art-italia-palazzo-buontalenti-pistoia" target="_blank">Tano Festa</a> ai lampoons raccolti da Leo Steinberg, il “tocco” tra Dio e Adamo diventa un’icona universale, replicata e reinventata all’infinito. In tempi più recenti, si va dalle fotografie fuori fuoco e dai colori sospesi di Bill Armstrong – che trasforma i gesti del Giudizio Universale in pure vibrazioni cromatiche – fino all’opera “foto-grafica” Not in my name del sudanese Khalid Albaih, dove il celebre incontro delle mani diventa un grido contro la guerra.
[Immagine in apertura: Frank Lerner, Michelangelo’s Sistine Chapel, servizio fotografico a colori pubblicato in “LIFE”, 26 dicembre 1949, pp. 25-49. Firenze, collezione privata]

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