Vela di Calatrava a Roma: un nuovo inizio dopo l'abbandono

Dopo anni di abbandono, degrado e promesse mancate, per la (mai completata) Città dello Sport di Roma inizia una nuova fase. Contraddistinta dall'audace struttura nota con l'appellativo di "Vela", progettata dall’architetto <a href="https://arte.sky.it/news/2024/santiago-calatrava-monografia-taschen" target="_blank">Santiago Calatrava</a>, sarebbe dovuta essere un polo sportivo e culturale a servizio della periferia est della Capitale; nel 2009 avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di Nuoto. Tale piano, tuttavia, rimase su carta: i fondi finirono, il cantiere si fermò, e da potenziale emblema di rilancio urbano il sito è diventato uno dei più discussi “non luoghi” della Roma contemporanea. Oggi, grazie a un investimento di 80 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dall’Agenzia del Demanio e dalla Struttura Commissariale per il Giubileo, si sono poste le basi per il suo rilancio come infrastruttura pubblica polifunzionale. Il sito farà il suo debutto in occasione del Giubileo dei giovani 2025, al via il 28 luglio prossimo.
<h2>A ROMA RINASCE PARTE DELL'EX CITTÀ DELLO SPORT DI TOR VERGATA</h2>
Il progetto di riqualificazione ha incluso il consolidamento delle strutture preesistenti, la funzionalizzazione del Palasport, utilizzabile come un’arena all’aperto da 8mila posti (estendibili fino a 15mila), nonché la completa sistemazione delle aree esterne, della viabilità, dei parcheggi e dei sottoservizi. In linea con il Decreto Giubileo e il Piano nazionale per la rigenerazione urbana, il recupero dell’area è stato guidato da criteri di sostenibilità ambientale: attraverso le attuali piantumazioni si stimano riduzioni delle emissioni di CO₂ di circa 45 tonnellate in 20 anni e oltre 65 tonnellate in 30 anni; sono stati inoltr introdotti sistemi di recupero delle acque e di produzione di energia pulita. Il piano di rigenerazione dell'area proseguirà ed è stata annunciata un’operazione di riforestazione, nel vasto spazio sottostante la Vela, con realizzazione di un parco botanico al servizio della città. 
<h2>UN PROGETTO DI ILLUMINAZIONE ARTISTICA PER LA VELA DI CALATRAVA</h2>
Infine la cosiddetta “Vela di Calatrava” – alta 75 metri e pesante oltre 6.800 tonnellate – è tornata a "brillare" grazie a un progetto di illuminazione artistica, anch'esso promosso in occasione del <a href="https://arte.sky.it/news/2024/giubileo-2025-parco-schuster-roma-ostinese" target="_blank">Giubileo</a>. Concepito dalla lighting designer Barbora Nacarova, l'intervento si è aggiudicato nei mesi scorsi il darc Awards, nella categoria Structures High Budget 2024, in occasione di un concorso internazionale di light design. “L’illuminazione artistica della vela vuole simboleggiare il percorso del sole, della luna e delle stelle. Gli astri scandiscono il ritmo del tempo, delle stagioni e delle nostre vite e da sempre guidano il viaggiatore, pellegrino, verso la meta”, ha dichiarato Alessandra dal Verme, Direttore dell’Agenzia del Demanio, cui si deve l'investimento.
Questa prima riqualificazione dell’area è solo l’inizio: l’intervento ha già aperto la strada a nuove infrastrutture nel medesimo quadrante, come lo svincolo autostradale e il cavalcavia, e alla nascita di un nuovo polo strategico per Roma, a dimostrazione della possibilità di riscatto delle <a href="https://arte.sky.it/news/2022/monumenti-droni-drift" target="_blank">opere incompiute</a>.
[Immagine in apertura: Photo courtesy Agenzia del Demanio]

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Diretto da Andrea Bettinetti e narrato dal noto attore Giuseppe Cederna, il documentario esplora l’origine della corrente artistica partendo da quel giorno di novembre del 1967 in cui il critico d’arte <a href="https://arte.sky.it/news/2021/libro-germano-celant">Germano Celant</a> pubblica il suo celebre manifesto: Arte Povera, appunti per una guerriglia.
Sulla scorta delle riflessioni sul Teatro Povero, formulate pochi anni prima da Jerzy Grotowski, Celant arriva a teorizzare un nuovo approccio all’arte, distante dalle omologazioni della società dei consumi e votato alla riscoperta di materiali e processi creativi semplici, diretti, “poveri”.
Viaggiando tra musei e collezioni private che oggi ospitano le opere di riferimento di questa corrente artistica, il documentario si muove idealmente tra passato e presente, presentando allo spettatore materiali d’archivio, filmati d’epoca e interviste a molti dei protagonisti dell’<a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-arte-povera-parigi-autunno-2024">Arte Povera</a>. È così che, accanto alle voci di molti artisti e galleristi, trovano spazio testimonianze eccezionali come quella dello stesso Celant, intervistato nel 2019 a Venezia in occasione della grande retrospettiva dedicata a <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-jannis-kounellis-minneapolis">Jannis Kounellis</a>.

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