Al via la nuova edizione di Artissima, nel segno della responsabilità sociale

Torino torna a essere epicentro dell’arte contemporanea con la 32esima edizione di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/artissima-torino-2024" target="_blank">Artissima</a>, un appuntamento che da oltre trent’anni unisce mercato e ricerca, confermandosi punto di riferimento per gallerie, curatori e artisti da tutto il mondo.
Dal 31 ottobre al 2 novembre, la fiera d’arte contemporanea accoglierà negli spazi dell'Oval ben 176 gallerie provenienti da 36 Paesi e cinque continenti, confermando la propria vocazione internazionale e il ruolo di laboratorio d’idee. Il tema scelto per questa edizione, Manuale operativo per Nave Spaziale Terra, si ispira alla visione dell'architetto statunitense Richard Buckminster Fuller, e invita a riflettere sulla responsabilità collettiva nei confronti del Pianeta. Come suggerisce il direttore <a href="https://arte.sky.it/news/2024/bando-residenza-artistica-artissima-torino" target="_blank">Luigi Fassi</a>, alla guida per il quarto anno consecutivo, gli artisti diventano timonieri di questa “nave spaziale affidata alla responsabilità collettiva di chi la abita e che ci rende tutti suoi piloti. Come possiamo prendercene cura bilanciandone risorse e sostenibilità per tutti i viventi?".
<h2>LA 32ESIMA EDIZIONE DI ARTISSIMA</h2>
La fiera si struttura in sette sezioni che restituiscono un panorama ampio e articolato dell’arte internazionale. La Main Section raccoglie oltre cento gallerie affermate, mentre la sezione New Entries presenta dodici realtà emergenti alla loro prima partecipazione, provenienti da tre continenti e dedicate alla sperimentazione: tra queste la brasiliana Galatea, la londinese Pipeline e l’italiana Zazà, ognuna con progetti monografici che uniscono intuizione e ricerca. Monologue/Dialogue dà spazio a progetti monografici o a dialoghi tra due artisti, mentre Art Spaces & Editions ospita spazi no-profit e librerie indipendenti.
Le tre sezioni curate completano l’identità della fiera: Present Future, guidata da Léon Kruijswijk e Joel Valabrega, esplora le nuove frontiere della materia e del linguaggio; Back to the Future, curata da Heike Munder e Jacopo Crivelli Visconti, riporta alla luce pionieri della contemporaneità; Disegni, diretta da Irina Zucca Alessandrelli, esalta la forza immediata del tratto su carta. 
<h2>GLI EVENTI DIFFUSI IN CITTÀ</h2>
Anche questa volta, inoltre, Artissima esce dai confini dell’Oval per trasformare Torino in <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostre-autunno-2025-torino" target="_blank">un laboratorio urbano diffuso</a>. Alle Gallerie d’Italia prende forma The Screen is a Muscle, rassegna di video e film d’artista curata da Luca Lo Pinto, con opere di Bruce Conner, Julia Scher, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/mostra-eva-franco-mattes-careof-milano" target="_blank">Eva & Franco Mattes</a> e altri protagonisti della scena contemporanea. E ancora, il progetto IDENTITY 2025 – Mondi Possibili, ideato con la Fondazione Circolo dei Lettori, mette in dialogo artisti e scrittori come Liliana Moro e Tommaso Pincio, Chiara Camoni (che, insieme alla curatrice Cecilia Canziani, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/cecilia-canziani-padiglione-biennale-arte-2026" target="_blank">rappresenterà l'Italia</a> alla Biennale arte 2026) e Piersandro Pallavicini, Giorgio Andreotta Calò e Tiziano Scarpa, esplorando le connessioni tra parola e immagine. Al Parco Michelotti, New Acid di Basim Magdy dialoga con la musica del C2C Festival, mentre Vittoria sul Sole di Renato Leotta anima il Principi di Piemonte. Tra i progetti collaterali spiccano, infine, la mostra Portrait di Angharad Williams alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la collezione di occhiali d’artista firmata da Nicola Bizzarri.

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A Cagliari la prima grande mostra dedicata ad Antonio Ligabue

A Milano l'intensa opera dell'artista giapponese Chiharu Shiota per le Olimpiadi 2026

A caccia di bellezza tra Mantova e Firenze

Un acquerello di Dalí scoperto in un garage è stato venduto a una cifra stellare

Quasi 46mila sterline, oltre 52mila euro: è questo il valore finale a cui è stato battuto all’asta <a href="https://arte.sky.it/news/2025/salvador-dali-asta-cambridge" target="_blank">Vecchio Sultano</a>, un acquerello originale e autenticato di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/libro-taschen-salvador-dali" target="_blank">Salvador Dalí</a>. Una cifra da record, se si considera che appena due anni fa il dipinto era stato acquistato a una svendita per l'equivalente di 170 euro da un anonimo mercante d'arte inglese, e che la stima di partenza si attestava intorno alle 30mila sterline.
Ad aggiudicarsi l’opera è stato un acquirente d'oltreoceano, intervenuto lo scorso 24 ottobre all’asta organizzata presso l’Art & Design Sale di Cheffins a Cambridge. La vendita dell’acquerello rappresenta il capitolo conclusivo di una storia eccezionale. Il dipinto appartiene infatti a una serie limitata di opere, realizzate da Dalí su commissione, e mostra un lato diverso della sua pratica artistica, ben distante dalle opere più note e riconducibili al <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostre-100-anni-surrealismo" target="_blank">Surrealismo</a>. 
<h2>IL “VECCHIO SULTANO” DI SALVADOR DALÍ VENDUTO ALL’ASTA PER OLTRE 50MILA EURO</h2>
Il dipinto a tecnica mista, realizzato da Salvador Dalí con acquerello e pennarello, raffigura un sultano con un turbante ingioiellato. Il ritratto, ispirato da una scena de Le Mille e una Notte, faceva parte di una serie commissionata nel 1963 da Giuseppe e Mara Albaretto, facoltosa coppia di collezionisti milanesi. Nonostante gli fosse stato chiesto di illustrare alcune scene della Bibbia, il pittore spagnolo convinse i suoi mecenati ad accettare un soggetto di carattere decisamente diverso.
L’opera conferma come Dalí, che si credeva di discendenza moresca, fosse sempre stato affascinato dalla cultura del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/03/dallegitto-a-costantinopoli-suggestioni-doriente-a-milano" target="_blank">vicino Oriente</a>. Il progetto originale prevedeva ben 500 illustrazioni, ma l’artista ne portò a termine solo un centinaio. Metà delle opere finì effettivamente nelle mani degli Albaretto, per essere pubblicate per la prima volta nel 2014 su iniziativa dell’erede della coppia di collezionisti. I cinquanta dipinti restanti furono invece lasciati in custodia alla casa editrice <a href="https://arte.sky.it/news/2025/carlo-mollino-saggio-rizzoli-paola-rossella-colombari" target="_blank">Rizzoli</a>, che ne avrebbe dovuto curare la pubblicazione, ma finirono smarrite o, come nel caso del Vecchio Sultano, in collezioni private.
<h2>L’ACQUERELLO RITROVATO DEL MAESTRO DEL SURREALISMO</h2>
L’affascinante storia della scoperta dell’insolito dipinto di Dalí è iniziata due anni fa, quando un mercante d'arte ha identificato la firma dell’artista su un acquerello messo in vendita in occasione di una svendita di oggetti provenienti da un garage di Londra. L’opera era stata inserita anni prima in un lotto da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/asta-gustav-klimt-record-sotheby-new-york" target="_blank">Sotheby’s</a>, con una base d'asta stimata attorno alle 10mila sterline, senza però essere acquistata.
L'autenticità del Vecchio Sultano è stata poi verificata da Nicolas Descharnes, tra i massimi esperti del pittore di Figueres. Lo storico dell’arte ha confermato come lo stile dell’opera, il tratto della firma autografa e anche la qualità della carta utilizzata fossero coerenti con gli altri pezzi conosciuti della serie Le Mille e una Notte. Il ritorno di un dipinto così rilevante, e al tempo stesso distante dallo stile distintivo di gran parte della produzione del capostipite del Surrealismo, segna un momento di grande importanza per la storia artistica di Salvador Dalí.
[Immagine in apertura: Salvador Dalí, Vecchio Sultano (1966). Courtesy of Cheffins]

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