Una statua di Bernini entra a far parte della collezione del Rijksmuseum

Il modello di una statua raffigurante un Tritone, realizzato da <a href="https://arte.sky.it/news/2024/docufilm-borromini-bernini-nastro-argento" target="_blank">Gian Lorenzo Bernini</a> alla metà del XVII secolo, è entrato a far parte da qualche giorno della collezione permanente del <a href="https://arte.sky.it/news/2022/rijksmuseum-amsterdam-programmi-tv-17-febbraio" target="_blank">Rijksmuseum</a>, il prestigioso museo della capitale olandese. Si tratta di uno studio preparatorio in terracotta, alto 72 centimetri, scolpito dal grande <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-bernini-ariccia-palazzo-chigi" target="_blank">artista barocco</a> in vista dei lavori commissionati da papa Innocenzo X per la realizzazione una delle due fontane laterali che adornano Piazza Navona a Roma, universalmente nota con l’appellativo di Fontana del Moro.
Benché la versione finale della scultura sia stata poi realizzata in marmo dall'assistente di Bernini, Giovanni Antonio Mari, il modello recentemente donato da un collezionista privato offre una prospettiva unica sul processo creativo di uno dei maestri dell’arte del Seicento, oltre a rappresentare un evento storico: si tratta infatti della prima e unica scultura di Gian Lorenzo Bernini presente in una collezione pubblica dei Paesi Bassi.
IL MODELLO DEL TRITONE PER LA FONTANA DEL MORO DI PIAZZA NAVONA
Riscoperta dopo essere stata trascurata a lungo, la scultura in terracotta raffigura un Tritone, figura mitologica marina dalle fattezze umane, in piedi su una grande conchiglia e impegnato a tenere per la coda un grosso delfino. Sottoposta nel 2018 a un accurato processo di restauro, grazie a cui è stato possibile rimuovere numerosi strati di pittura sovrapposti, l’opera manifesta ora un’incredibile ricchezza di dettagli, dimostrando come Bernini non rinunciasse al proprio stile virtuosistico anche nell’esecuzione di “semplici” lavori preparatori: tutta la scultura è infatti caratterizzata da un’eccezionale dinamicità, accentuata dalla rotazione del corpo del Tritone sul proprio asse, nonché dai dettagli dei capelli e della barba mossi da una forte brezza marina.
Il modello in terracotta esposto al Rijksmuseum è uno studio preparatorio che richiama una seconda opera, attualmente custodita presso il <a href="https://arte.sky.it/news/2024/artemisia-gentileschi-maddalena-kimbell-art-museum" target="_blank">Kimbell Art Museum</a> di Fort Worth, Texas. A differenza della scultura gemella, maggiormente rifinita, la nuova acquisizione della collezione olandese è caratterizzata da una grande emotività, evidenziata dalla maggiore espressività del volto della creatura anche rispetto alla statua finale.
I PAESI BASSI ACCOLGONO IL LORO PRIMO CAPOLAVORO DI BERNINI
Oltre a evidenziare l’abilità dell’artista nel creare opere di eccezionale teatralità e dinamicità, il modello in terracotta del Tritone conferma la complessità del processo seguito da Gian Lorenzo Bernini nell’esecuzione dei suoi lavori, nonché l’incredibile influenza da lui esercitata sullo sviluppo dell'arte dal Seicento in avanti.
Salutata come “un'acquisizione storica” dal direttore del Rijksmuseum, Taco Dibbits, la presenza della scultura di Bernini nella collezione di uno dei più prestigiosi istituti museali europei rende accessibile al pubblico internazionale un'importante opera d'arte, contribuendo a diffondere la conoscenza del Barocco italiano.
[Immagine in apertura: installation Triton by Bernini. Photo: Rijksmuseum/Kelly Schenk]

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Un'eccezionale mostra su Caravaggio a Roma per il Giubileo 2025

Nell’<a href="https://arte.sky.it/news/2024/giubileo-2025-parco-schuster-roma-ostinese" target="_blank">anno del Giubileo</a>, Roma omaggia il maestro assoluto della pittura del Seicento: <a href="https://arte.sky.it/news/2024/caravaggio-programmi-tv-14-marzo" target="_blank">Michelangelo Merisi,</a> detto Caravaggio. Dal 7 marzo al 6 luglio 2025, infatti, le <a href="https://arte.sky.it/news/2024/tiziano-bellini-bronzino-mostra-galleria-borghese-palazzo-barberini" target="_blank">Gallerie Nazionali di Arte Antica</a> di Palazzo Barberini ospitano Caravaggio 2025, una mostra che riunisce un numero eccezionale di dipinti autografi del maestro e opere raramente visibili, intrecciando i capolavori della collezione del museo ai prestigiosi prestiti provenienti dalle più illustri istituzioni internazionali.
ROMA OMAGGIA CARAVAGGIO NELL’ANNO DEL GIUBILEO
A cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, l’ambizioso progetto esplora l’innovazione di Caravaggio nel contesto artistico, religioso e sociale del suo tempo, mettendo in luce la potenza rivoluzionaria della sua visione pittorica. L’allestimento tematico – che riflette la drammatica teatralità e l’uso rivoluzionario della luce che caratterizzano le opere dell’artista – guida il visitatore attraverso la forza narrativa delle sue rappresentazioni.
Il percorso si articola in sezioni, ognuna dedicata a un periodo della produzione di Caravaggio: si parte dall’esordio romano a cavallo tra il Cinquecento e Seicento, per poi entrare nel vivo del linguaggio caravaggesco, sempre in bilico tra sacro e profano. Si approda così ai drammi religiosi (come nel caso della Cattura di Cristo proveniente dalla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/07/larte-sotto-il-tendone-del-circo-una-mostra-alla-national-gallery-di-dublino" target="_blank">National Gallery of Ireland di Dublino</a>), per poi esplorare, attraverso l'intesità del realismo caravaggesco, la nascita del ritratto moderno.
I CAPOLAVORI DI CARAVAGGIO ESPOSTI A ROMA
Tra i capolavori in mostra spiccano il Ritratto di Maffeo Barberini, presentato al pubblico per la prima volta dopo sessant’anni dalla sua riscoperta, e l’Ecce Homo del <a href="https://arte.sky.it/news/2023/museo-prado-madrid-programmi-tv-16-settembre" target="_blank">Museo del Prado</a>, che torna in Italia dopo secoli. Ad arricchire l’esposizione anche la Santa Caterina del <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-pablo-picasso-thyssen-bornemisza-madrid" target="_blank">Museo Thyssen-Bornemisza</a>, e il suggestivo confronto tra Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini e la Marta e Maddalena del Detroit Institute of Arts. La mostra offre inoltre un’opportunità irripetibile: quella di ammirare i tre capolavori commissionati dal conte Ottavio Costa – Giuditta e Oloferne, San Giovanni Battista e San Francesco in estasi –, accanto ad altre opere iconiche come I Bari e il Martirio di Sant’Orsola.
[Immagine in apertura: Caravaggio (Michelangelo Merisi), Giuditta e Oloferne, 1598-1602 olio su tela; 145x195 cm. Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini, Roma (IT). Crediti: Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell'arte/Enrico Fontolan]

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