
Le novità della Biennale Architettura 2025 curata da Carlo Ratti
Architettura
12 febbraio 2025

Le novità della Biennale Architettura 2025 curata da Carlo Ratti
Architettura
12 febbraio 2025
La Biennale Architettura 2025, curata da Carlo Ratti e intitolata “Intelligens. Natural. Artificial. Collective.”, esplora le diverse forme di intelligenza con un approccio collaborativo e propone soluzioni concrete all’adattamento ai cambiamenti climatici. Al via il 10 maggio, promette di rendere la città lagunare un "laboratorio vivente".
Se fino a poco fa l’intelligenza era considerata una caratteristica squisitamente umana, oggi i suoi confini si sono sfumati al punto di aprire il dibattito a nuove definizioni. Tiene in considerazione anche questa premessa la 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, in programma dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Curata dall’architetto e urbanista Carlo Ratti, è intitolata Intelligens. Natural. Artificial. Collective. Tra Giardini, Arsenale e spazi diffusi in città, la kermesse riunisce 66 paesi, di cui 4 – Repubblica dell’Azerbaijan, Sultanato dell’Oman, Qatar e Togo – al proprio debutto.
COSA ASPETTARSI DALLA BIENNALE ARCHITETTURA 2025?
Richiamando la necessità di un’architettura capace di evolversi per rispondere ai cambiamenti climatici sempre più estremi, la rassegna “invita diversi tipi di intelligenza a lavorare insieme per ripensare l’ambiente costruito”, ha spiegato l'architetto e ingegnere Ratti. La chiave è l’approccio collaborativo: per la prima volta nella storia della Biennale, oltre 750 professionisti provenienti da diverse discipline – dagli urbanisti agli scienziati, dai matematici agli artisti, dai cuochi ai programmatori – prenderanno parte al dialogo collettivo sulla trasformazione dell’architettura. Il processo curatoriale ha seguito una logica “dal basso verso l’alto”, attraverso lo Space for Ideas, una call aperta che ha raccolto contributi da ogni angolo del pianeta. In questo modo l’autorialità, tradizionalmente attribuita all’architetto come figura singola e centrale, viene ridefinita in chiave collettiva: la progettazione diventa così un processo condiviso, in cui ogni contributo ha un valore fondamentale. Questo perché, come spiega Ratti, “nell’età dell’adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze esatte alle arti. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve ripensare il concetto di autorialità e diventare più inclusiva, imparando dalle scienze”.
LA MOSTRA CURATA DA CARLO RATTI ALLE CORDERIE E I PROGETTI DIFFUSI IN CITTÀ
Con il Padiglione centrale, ai Giardini, in ristrutturazione per tutto il 2025, Venezia stessa diventerà un "laboratorio vivente": installazioni e prototipi saranno infatti allestiti anche in altri quartieri della città. Una modalità che promette di coinvolgere l’intera laguna, a sua volta caso esemplare di territorio fragile in quest'epoca di crisi climatica. Il progetto espositivo si concentra nelle Corderie dell’Arsenale, con un percorso tematico incentrato su tre forme di intelligenza: Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence. Ogni sezione presenterà progetti e installazioni che esplorano la sinergia tra uomo, natura e tecnologia, con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete alle sfide dell’età dell’adattamento. Il percorso si concluce con la sezione Out, una riflessione provocatoria sulla ricerca spaziale: possiamo davvero considerare lo spazio una via di fuga dalle crisi terrestri? La mostra sostiene che la risposta sia negativa: piuttosto che fuggire, dobbiamo imparare a migliorare la nostra unica casa, il pianeta Terra.
In attesa dall'apertura, fino al 3 marzo prossimo, resta intanto aperta la call indetta dall’architetta Guendalina Salimei: la curatrice del Padiglione Italia è alla ricerca di contributi per il progetto TerraeAquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare.
[Immagine in apertura: Carlo Ratti. Photo Andrea Avezzù. Courtesy La Biennale di Venezia]
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