Prende il via Comicon, il festival del fumetto di Napoli

Si aprirà il prossimo 1° maggio l’edizione 2025 di <a href="https://arte.sky.it/news/2023/napoli-comicon-2023-fumetto" target="_blank">Comicon Napoli</a>, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di fumetto e cultura pop. In programma fino al 4 maggio negli spazi della Mostra d’Oltremare, il festival taglia il traguardo delle 25 edizioni con un vasto programma di eventi, tra cui ben 18 mostre esclusive che spaziano dal manga giapponese all’animazione, dal libro-game al fumetto italiano, offrendo ai visitatori un viaggio affascinante nella nona arte e non solo.
La quattro giorni napoletana sarà arricchita dalla partecipazione di numerosi ospiti di caratura internazionale: tra questi spiccano il fumettista e sceneggiatore statunitense Darick Robertson, il mangaka coreano Boichi e il fumettista italiano <a href="https://arte.sky.it/news/2021/mostra-benevento-tanino-liberatore-fumetto" target="_blank">Tanino Liberatore</a>. Evento tra i più attesi del panorama dei festival del fumetto, anche quest’anno Comicon Napoli accoglierà il pubblico con una proposta espositiva speciale, corredata da numerosi eventi e dalla presenza di autori di fama mondiale.
IL FESTIVAL NAPOLETANO DEL FUMETTO SPEGNE 25 CANDELINE
Per rendere omaggio alla ricchezza del mondo del fumetto contemporaneo, dando conto delle sue molteplici prospettive artistiche, la nuova edizione della rassegna napoletana accoglierà alcuni dei grandi maestri della nona arte, a partire da Liberatore. Il fumettista abruzzese, scelto come “magister” della manifestazione, sarà protagonista di Drawing Power. The art of Liberatore, un’importante retrospettiva che ripercorrerà la sua carriera attraverso illustrazioni e tavole dai suoi fumetti più amati, tra cui l’iconico <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-frigidaire-rivista-fumetto-roma" target="_blank">Ranxerox</a>.
Non mancheranno poi i grandi esponenti del fumetto internazionale, con incontri, panel ed esposizioni dedicate a figure di spicco come il maestro americano Jon J. Muth, ospite per la prima volta di un evento nel nostro Paese, e il mangaka Shin’Ichi Sakamoto, a cui sarà dedicata la mostra In Corpore Veritas. L'edizione 2025 di Comicon riserverà inoltre uno spazio importante al rapporto tra il fumetto e la città partenopea, raccontato in particolare dall'esposizione Napoli: Fumetto Destination. Il festival offrirà infine l’occasione di celebrare alcune ricorrenze speciali, come quella legata al 40esimo anniversario di Lupo Solitario, il primo e più celebre libro-game della storia.
MOSTRE IMPERDIBILI E OSPITI INTERNAZIONALI A “COMICON NAPOLI 2025” 
Fedele all’approccio multidisciplinare che da 25 anni caratterizza la rassegna napoletana, il poster ufficiale di questa edizione di Comicon è stato realizzato da Jamie Hewlett, fumettista britannico e co-creatore (insieme a <a href="https://arte.sky.it/news/2025/disco-muto-protesta-intelligenza-artificiale" target="_blank">Damon Albarn</a>) della virtual band dei <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/01/il-ritorno-dei-gorillaz-il-primo-singolo-dopo-6-anni" target="_blank">Gorillaz</a>.
La panoramica sul mondo del fumetto contemporaneo sarà poi impreziosita da numerosi altri eventi e mostre, incluse una retrospettiva dedicata ai disegnatori italiani che hanno lavorato all’universo visivo del mondo di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/01/francobolli-poste-americane-star-wars" target="_blank">Star Wars</a> e un’esposizione delle illustrazioni originali di Thomas Taylor, autore della storica copertina della prima edizione di <a href="https://arte.sky.it/news/2022/asta-libro-harry-potter" target="_blank">Harry Potter e la Pietra Filosofale</a>.
[Immagine in apertura: una foto del Comicon delle passate edizioni]

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Non c’è nome che incarni l’immaginario pop del Novecento più di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/andy-warhol-fumetto-biografia">Andy Warhol</a>. L’uomo che ha trasformato una lattina di zuppa in un’icona e il volto di Marilyn in un manifesto universale del consumismo e della cultura di massa torna protagonista sul grande schermo con ANDY WARHOL. AMERICAN DREAM, l’ultimo appuntamento della stagione de <a href="https://arte.sky.it/news/2024/grande-arte-cinema-2025">La Grande Arte al Cinema</a> di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/documentario-impressionismo-grande-arte-cinema-nexo">Nexo Studios</a>, diretto da Ľubomír Ján Slivka e nelle sale solo il 6 e 7 maggio. 
A differenza di molte altre pellicole sul genio americano, questa volta la narrazione non si limita a raccontare il mito scintillante della Factory, dei <a href="https://arte.sky.it/news/2022/scoperta-disco-velvet-underground-warhol-museum">Velvet Underground</a>, delle serigrafie dai colori acidi: il documentario sceglie infatti di scavare più a fondo, di andare oltre la superficie luccicante per restituire al pubblico il ritratto di un Warhol più umano, più fragile, più vero. 
IL “VERO” ANDY WARHOL AL CINEMA
Warhol si divertiva a dire di sé di essere “venuto dal nulla”, una battuta che nascondeva però una realtà fatta di emigrazione, povertà, sacrifici. I genitori, Ondrej Warhola e Júlia Justína Zavacká, erano arrivati negli Stati Uniti dall’attuale Slovacchia, carichi di speranze e intrisi di una profonda spiritualità cristiano-bizantina che avrebbe segnato il giovane Andy ben più di quanto si sia portati a credere. ANDY WARHOL. AMERICAN DREAM parte proprio da qui, dai luoghi che ancora oggi parlano di quella storia familiare, mostrando il villaggio d’origine dei Warhola, la casa di Pittsburgh dove l'artista nacque, e le chiese in cui da bambino imparò a guardare l’arte sacra con occhi già curiosi e penetranti. 
Attraverso interviste ai nipoti Donald e James Warhola, materiali d’archivio, lettere e fotografie, il film ricostruisce il percorso di un uomo che, dietro la maschera algida dell’artista pop per eccellenza, nascondeva una fede silenziosa, un’inquietudine esistenziale e un costante senso di vulnerabilità.
IL SOGNO AMERICANO DI ANDY WARHOL
Quello che emerge dal documentario è un Warhol lontano dall’immagine stereotipata del genio distaccato e cinico: un uomo che viveva il successo come una forma di protezione, quasi una corazza per non mostrare troppo di sé. Il film ripercorre anche le tappe più drammatiche della sua vita, come l’attentato subìto nel 1968 per mano di Valerie Solanas (evento che segnò profondamente il suo corpo e la sua psiche), fino alla morte improvvisa e alle sue esequie a Pittsburgh.
Ma accanto al racconto delle ferite, il documentario celebra anche il sogno americano che Warhol ha incarnato e, allo stesso tempo, decostruito. Anche se la sua arte ha dato voce all’effimero esaltando gli oggetti di consumo, il messaggio che resta è quello di un uomo che, dietro la ripetizione seriale delle immagini, ha sempre cercato l’unicità.

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