375 milioni di sterline per una nuova ala della National Gallery di Londra 

La <a href="https://arte.sky.it/news/2024/film-national-gallery-200-cinema" target="_blank">National Gallery di Londra</a> ha annunciato un piano di trasformazione che entrerà di diritto nella storia. A due secoli dalla fondazione, l’istituzione londinese ha ottenuto impegni di finanziamento per 375 milioni di sterline, la cifra più alta mai raccolta per un progetto museale nel Regno Unito, resa possibile da donazioni senza precedenti a livello internazionale. Questa somma colossale verrà impiegata per la costruzione di una nuova ala costruita, sul sito della St Vincent House, un edificio acquisito 30 anni fa ma rimasto finora inutilizzato. Il progetto, battezzato Project Domani, non si limita alla realizzazione di spazi espositivi aggiuntivi: promette di ridefinire l’intera esperienza museale, confermando la missione originaria della National Gallery, nata nel 1824 per garantire a tutti l’accesso ai grandi capolavori. 
<h2>IL CONCORSO DI ARCHITETTURA PER LA NUOVA ALA DELLA NATIONAL GALLERY</h2>
Il punto di partenza è un concorso di architettura, verosimilmente destinato ad attrarre i più grandi nomi dell’architettura internazionale e le figure emergenti del settore. La sfida non sarà semplice: il progetto dovrà integrare armoniosamente la nuova struttura con l’edificio storico che si affaccia su Trafalgar Square, senza rinunciare alla sperimentazione e all’innovazione. Non solo: la nuova ala dovrà essere costruita secondo i più avanzati criteri di sostenibilità, sfruttando le innovazioni maturate negli ultimi decenni per ridurre l’impatto ambientale e al contempo creare spazi luminosi, accoglienti e funzionali. Project Domani, inoltre, avrà un impatto di tipo urbano: prevede una riqualificazione complessiva dell’area compresa tra Leicester Square e Trafalgar Square, trasformandola in un polo culturale più vitale e accessibile. L’intervento, oltre a ridisegnare il volto della <a href="https://arte.sky.it/news/2025/notte-vincent-van-gogh-national-gallery-londra" target="_blank">National Gallery</a>, darà dunque nuova linfa a quel quadrante della città di Londra, rendendolo un punto di incontro ancora più dinamico per cittadini e visitatori. 
<h2>LA COLLABORAZIONE TRA LA NATIONAL GALLERY E LA TATE</h2>
Oltre all’ampliamento fisico, Project Domani inaugura una nuova stagione di collaborazione tra la National Gallery e la <a href="https://arte.sky.it/news/2025/tate-modern-londra-25-anni" target="_blank">Tate</a>, due istituzioni che da sempre custodiscono anime diverse e complementari della storia dell’arte. La prima, con la sua collezione che parte dal XIII secolo, racconta l’evoluzione della pittura europea fino all’Ottocento; la seconda, custode dell’arte britannica dal 1500 e di quella internazionale dal Novecento, prosegue quel racconto verso le avanguardie e la contemporaneità. Ora, per la prima volta, le due gallerie hanno istituito un gruppo di lavoro congiunto, con l’obiettivo di coordinare prestiti, esposizioni, attività curatoriali e progetti di conservazione. “Vogliamo essere il luogo in cui il pubblico britannico e i visitatori provenienti da tutto il mondo possano ammirare la più straordinaria collezione di dipinti al mondo, dal Medioevo ai giorni nostri, all’interno di una cornice architettonica d’eccellenza”, ha spiegato il direttore Gabriele Finaldi, sottolineando come l’ampliamento della National Gallery sia anche un invito a rinnovare e ampliare la narrazione artistica offerta al pubblico. 
[Immagine in apertura: Foto di A Miah su Unsplash]

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La città-utopia nel cuore dell’Arizona

A Milano l’installazione del regista Iñárritu per i 25 anni di "Amores Perros"

La <a href="https://arte.sky.it/news/2023/calculating-empires-fondazione-prada-milano" target="_blank">Fondazione Prada</a> di Milano ospita fino al 26 febbraio 2026 la mostra immersiva Sueño Perro, una celebrazione artistica che il regista messicano <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/05/al-festival-di-cannes-lopera-in-realta-virtuale-di-inarritu">Alejandro González Iñárritu</a> dedica al suo primo lungometraggio: Amores Perros, uscito 25 anni fa. Allestita negli spazi del <a href="https://arte.sky.it/news/2023/david-cronenberg-mostra-fondazione-prada-milano-specola" target="_blank">Podium</a>, l’esposizione prende la forma di una “installazione in celluloide”, come evidenziato dal sottotitolo dell’evento. Ciò si traduce in un percorso multisensoriale lungo il quale dei proiettori cinematografici riproducono una corposa collezione di scene inedite dal film originale.
Punto di partenza del progetto espositivo di Iñárritu è stata la scoperta negli archivi dell'<a href="https://arte.sky.it/news/2024/premio-scarpa-giardino-messico-espacio-escultorico" target="_blank">UNAM</a> (Universidad Nacional Autónoma de México) di oltre trecento chilometri di pellicola girata e poi scartata al termine delle riprese di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/02/alejandro-g-inarritu-nominato-presidente-di-giura-del-prossimo-festival-di-cannes" target="_blank">Amores Perros</a>. Attraverso un accurato lavoro di selezione e rielaborazione di questi frammenti filmici, il regista premio Oscar intende resuscitare in una forma completamente inedita la sua opera prima. La mostra rivela così al pubblico un livello di lettura inedito del lungometraggio originale, dando vita a un’esperienza che lo stesso cineasta ha definito con un paradosso: “come incontrare un vecchio amico che non abbiamo mai visto prima".
<h2>L’INSTALLAZIONE CHE RACCOGLIE I FRAMMENTI DEL PRIMO FILM DI IÑÁRRITU</h2>
L’esperienza immaginata dal regista messicano fa leva su un allestimento immersivo, che trasforma gli spazi espositivi di Fondazione Prada in un labirinto da esplorare con attenzione. Dai proiettori a 35 millimetri disseminati lungo il percorso sono diffuse le immagini mai viste del film originale che formano un flusso ininterrotto e ipnotico di scene tagliate, in un montaggio onirico da cui non sono stati rimossi graffi, rumori o altre imperfezioni tecniche.
Iñárritu propone così ai visitatori un viaggio indietro nel tempo, attraverso il quale riscoprire in modo diretto e non mediato i grandi temi che animavano il suo lungometraggio di 25 anni fa, come l'amore, la violenza e le contraddizioni della società messicana di fine Novecento. L’installazione conserva l’amore del regista per la propria opera, mantenendo intatto il suo impatto emotivo pur proponendola in una nuova veste, assolutamente priva di qualsiasi riferimento narrativo.
<h2>UNA CHIAVE DI LETTURA DELLA REALTÀ MESSICANA DAL 2000 A OGGI</h2>
Il percorso della mostra si estende anche al primo piano dell’edificio milanese, grazie all’approfondimento tematico intitolato Mexico 2000, a cura dello scrittore e giornalista messicano Juan Villoro. Questa seconda sezione raccoglie immagini fotografiche e articoli di giornale che offrono una più ampia chiave di lettura della realtà socio-economica della capitale messicana di inizio millennio.
Dopo la tappa inaugurale a Milano, l'installazione dell’influente cineasta centro-americano sarà protagonista di un tour espositivo che nel corso del prossimo anno toccherà Città del Messico e Los Angeles. Concepita con l’intento di esplorare da una prospettiva diversa un’opera di fondamentale importanza del cinema degli ultimi anni, Sueño Perro intreccia cinema e arti visive per proporre al pubblico un’esperienza innovativa e coinvolgente.
[Immagine in apertura: Alejandro G. Inarritu - Ph Marta Marinotti]

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