Un dipinto di Matisse per la prima volta al Van Gogh Museum

Il <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-150-anni-impressionismo-amsterdam" target="_blank">Van Gogh Museum</a> di Amsterdam ha annunciato nei giorni scorsi un’acquisizione prestigiosa: il dipinto di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/henri-matisse-mostra-immersiva-firenze" target="_blank">Henri Matisse</a> intitolato Oliviers à Collioure. Con quest’opera, la prima del celebre esponente dei Fauves, il polo museale dei Paesi Bassi aggiunge un pezzo importante alla propria collezione, espandendo la sezione espositiva dedicata agli artisti influenzati dall’opera del pittore di Zundert. L’operazione di acquisto è stata resa possibile dal coinvolgimento di numerosi fondi privati e istituzionali, il cui intervento ha consentito di inserire nel percorso espositivo del museo olandese una tela di assoluta importanza storica e culturale.
Dipinto nel 1905, il quadro di Matisse rappresenta un esempio particolarmente calzante di come la sua arte in quel periodo traesse grande ispirazione dalle palette espressive e dallo stile dinamico di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/09/lolanda-van-gogh-e-i-suoi-disegni" target="_blank">Vincent van Gogh</a>. Proprio questo nuovo approccio alle linee e ai colori si sarebbe rivelato determinante di lì a pochi mesi per la nascita del Fauvismo. Ad Amsterdam, il dipinto ha trovato posto nella galleria al terzo piano del museo, accanto ad Alberi nel giardino dell’ospedale psichiatrico: si tratta di un disegno a penna realizzato da Van Gogh nel 1889, sedici anni prima dell’opera di Matisse.
<h2>ARRIVA AD AMSTERDAM L'"OLIVIERS À COLLIOURE" DI HENRI MATISSE</h2>
Per chiarire meglio l’importanza di questa aggiunta alla collezione permanente del Van Gogh Museum, la curatrice dei dipinti dell'istituzione, <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-famiglia-van-gogh-amsterdam" target="_blank">Lisa Smit</a>, ha sottolineato come l’opera di Matisse si riveli “fondamentale per mostrare in modo efficace la particolare influenza di Van Gogh sulla generazione di artisti che lo ha seguito”. La tela Oliviers à Collioure è considerata un potente esempio dell'uso espressivo del colore da parte di Matisse in un momento cruciale del suo percorso artistico. Fu proprio nel 1905 infatti che l’artista francese dipinse anche Femme au chapeau, opera con cui prese parte alla prima esposizione dei <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/mostra-matisse-centre-pompidou-parigi" target="_blank">Fauves</a>. 
Dal punto di vista tecnico, il quadro di Matisse è animato da pennellate nette e ricche di colori non miscelati, che lasciano gran parte della tela non dipinta e non nascondono le linee del disegno preparatorio. Proprio l'interazione tra i tratti di matita e le pennellate conduce l’occhio dell’osservatore verso la figura centrale, una donna che cammina con un parasole rosso. Il risultato finale è un’opera dinamica, immediata, ricca della luce e dei colori dei panorami estivi di Collioure, piccolo borgo di pescatori sulle coste del <a href="https://arte.sky.it/news/2024/henri-matisse-luce-mediterraneo-mestre" target="_blank">Mediterraneo</a> al confine sud-occidentale della Francia.
<h2>L’INFLUENZA DI VINCENT VAN GOGH SULL’ARTE DEI FAUVES</h2>
Con l’ingresso della prima tela a firma di Henri Matisse, il Van Gogh Museum “ha colmato una lacuna significativa nella sua collezione”, come ha evidenziato la curatrice Lisa Smit. Oltre alla sua assoluta rilevanza dal punto di vista artistico, il dipinto Oliviers à Collioure rappresenta infatti un campione perfetto dell’influenza del pittore olandese sulle correnti di inizio XX secolo, e sul Fauvismo in particolare.
Potendo ammirare quest’opera accanto al disegno realizzato da Van Gogh che l’ha ispirata, i visitatori sono invitati a cogliere tutte le affinità stilistiche e tematiche tra i due artisti, dal fascino per i paesaggi assolati alle numerose similitudini tecniche, come il lasciare la tela non dipinta e le linee ben visibili. L’unione di tanti elementi diversi consente di comprendere ancora meglio il valore artistico e strategico per il museo olandese di questa nuova importante acquisizione.
[Immagine in apertura: Olive Grove in Collioure. Henri Matisse (1869 - 1954), 1905. Oil, pencil and ink on canvas, 46 cm x 55 cm. Credits: Van Gogh Museum, Amsterdam (purchased with support from the VriendenLoterij, the Mondriaan Fund, the Rembrandt Association (with the additional support from its Van Rijn Fonds, its Liesbeth van Dorp Fonds, its Fabritius Fonds and its Claude Monet Fonds, and the members of The Yellow House Circle)]

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Può la moda influenzare i cambiamenti sociali? E come si riflettono questi ultimi nel nostro modo di vestire? A queste domande risponde la serie di documentari Moda – Una rivoluzione italiana, in onda su Sky Arte domenica 1° giugno.
Oltre a tracciare un preciso quadro cronologico dell’evoluzione del “Made in Italy”, i quattro episodi della docu-serie ripercorrono le tappe cruciali del Novecento italiano, evidenziando il ruolo da protagonista delle creazioni di moda prodotte in questo Paese.
La puntata iniziale, in onda alle ore 21:15, abbraccia i primi cinquant’anni del XX secolo, un periodo segnato da una lenta ma inarrestabile evoluzione del guardaroba degli italiani. Il cambiamento vede in prima linea alcune pioniere della moda femminile come Rosa Genoni, prima stilista italiana ad allontanarsi dall’haute couture francese. A cavallo della Seconda guerra mondiale, salgono alla ribalta figure come Luisa Spagnoli, <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-elsa-schiaparelli-parigi-moda">Elsa Schiaparelli</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2020/libro-salvatore-ferragamo-scarpe-moda">Salvatore Ferragamo</a>, che lasceranno un segno indelebile nel panorama della moda italiana.
È l’Italia del boom economico la protagonista del secondo episodio della serata, in onda alle ore 22:20. Il successo del <a href="https://arte.sky.it/news/2023/roma-mostra-palazzo-poli-gina-lollobrigida">cinema italiano</a> aiuta la definitiva consacrazione internazionale della nostra moda, contribuendo al tempo stesso a consolidare stereotipi di bellezza e stile che dureranno per molti anni. Ma con l’arrivo degli anni Sessanta, emergono nuove tendenze. Il mondo della moda si apre ai giovani e all’innovazione, lanciando nuovi indumenti che si affermano immediatamente come simboli di libertà.
La terza puntata, in onda alle ore 23:25, racconta quel periodo di cambiamenti frenetici compreso tra il Sessantotto e gli anni Novanta. È proprio in questa fase che Milano si impone come capitale internazionale della moda, grazie alle idee e alle innovazioni di stilisti del calibro di <a href="https://arte.sky.it/video/armani-prive-481413">Giorgio Armani</a>, Gianni Versace, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/favola-siciliana-racconto-tre-atti-programmi-tv-13-agosto">Dolce&Gabbana</a>. Nello stesso periodo la società italiana è scossa da un grande fermento, legato prima alle lotte di piazza e alla controcultura giovanile negli anni Settanta, poi al cosiddetto “riflusso” e a una maggiore attenzione all’edonismo nel decennio successivo.
La docu-serie Moda – Una rivoluzione italiana si chiude con il quarto e ultimo episodio, in onda alle ore 00:30. La narrazione si sposta ancora in avanti nel tempo, arrivando fino ai giorni nostri. Tra tendenze sempre più veloci e passeggere, la moda e la società assistono all’avvento dell’era digitale, caratterizzata da una costante e rapidissima frammentazione degli stili. Cresce intanto la richiesta di prodotti più circolari e attenti all’ambiente. Le istanze sociali si moltiplicano e la moda si apre a concetti come la sostenibilità e l’inclusività, proponendo abiti realizzati con criteri etici e adatti a un pubblico non necessariamente conforme ai precedenti canoni estetici.

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