Il documentario sulla Turandot di Ai Weiwei debutta a Firenze

Tutto è arte. Tutto è politica. Il celebre motto di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/ai-weiwei-roosevelt-island-new-york-camouflage" target="_blank">Ai Weiwei</a> risuona con particolare forza anche durante la visione del documentario Ai Weiwei’s Turandot, dedicato al debutto alla regia lirica dell’artista e attivista cinese, con la messa in scena del capolavoro pucciniano avvenuta nel 2022 al <a href="https://arte.sky.it/news/2020/roma-teatro-opera-circo-massimo" target="_blank">Teatro dell’Opera di Roma</a>. Il lungometraggio, diretto da Maxim Derevianko, sarà proiettato in anteprima il prossimo 4 novembre nel corso della 66esima edizione del Festival dei Popoli a Firenze. 
Il focus narrativo del docufilm ruota attorno al complesso lavoro di allestimento di questa originale versione della Turandot. Facendo leva sulla dimensione universale dell'opera di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/giacomo-puccini-centenario-archivio" target="_blank">Giacomo Puccini</a>, Weiwei ha scelto di rappresentare in forma lirica le principali problematiche della società contemporanea, dalla guerra alla crisi dei rifugiati. Il racconto si intreccia poi con l'attualità del momento, a causa della pandemia globale scoppiata proprio durante la fase di produzione dello spettacolo.
<h2>IL DOCUMENTARIO SULLA PRIMA REGIA OPERISTICA DI AI WEIWEI</h2>
Protagonista assoluta del lungometraggio è la personalità debordante e poliedrica di Ai Weiwei. Concentrando le proprie attenzioni sulla trasposizione in ambito operistico dei temi creativi dell’artista cinese, il documentario offre agli spettatori l’opportunità di conoscere da vicino l’elaborato processo di produzione di questa speciale versione della Turandot. Weiwei ha infatti scelto di portare sul palco il proprio linguaggio visivo unico, impiegando le sue installazioni, sculture e fotografie per trasformare l’opera di Puccini in una riflessione contemporanea sul ruolo dell’arte.
Il film è arricchito da riprese esclusive dietro le quinte del Teatro dell’Opera, che mettono in mostra gli slanci di creatività che hanno animato i confronti tra i membri del team di produzione. La narrazione prende vita sullo sfondo di un teatro brulicante di attività, consentendo allo spettatore di ammirare l’indiscussa abilità di Weiwei nel raccontare i problemi del mondo di oggi attraverso simboli di grande impatto, invitando così gli spettatori a interrogarsi sui temi di assoluta rilevanza.
<h2>LA “TURANDOT” DIRETTA DA WEIWEI PROTAGONISTA AL “FESTIVAL DEI POPOLI” DI FIRENZE</h2>
Il documentario Ai Weiwei’s Turandot esordirà in anteprima nazionale a Firenze, in occasione del Festival dei Popoli 2025, in programma dal 1° al 9 novembre. Giunta alla 66esima edizione, la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/festival-popoli-documentari-firenze" target="_blank">kermesse fiorentina</a> è riconosciuta come la prima e più importante rassegna italiana dedicata al cinema documentaristico internazionale.
La proiezione del film, inserito nella sezione speciale Doc Highlights, si terrà nella serata di martedì 4 novembre presso il <a href="https://arte.sky.it/news/2025/festival-cinema-donne-2025-firenze" target="_blank">Cinema La Compagnia</a>, dove interverranno anche il regista e due produttrici. La presenza del documentario in un contesto cinematografico tanto prestigioso sottolinea come il debutto operistico di Ai Weiwei abbia trasformato la rappresentazione lirica in un evento artistico e politico di assoluta rilevanza culturale. 
[Immagine in apertura: Ai Wei Wei ai Laboratori di Scenografia dell'Opera di Roma. Ph Yasuko Kageyama Opera di Roma 2019. Still video]

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Dessau celebra i 100 anni del trasferimento della Bauhaus

Nel 1925, esattamente cento anni fa, la scuola <a href="https://arte.sky.it/news/2021/storia-bauhaus-fumetto" target="_blank">Bauhaus</a> si trasferiva dalla città tedesca di Weimar, dov'era sorta nel 1919, per insediarsi a Dessau. Fu l’inizio della stagione più fertile del movimento fondato da <a href="https://arte.sky.it/news/2022/walter-gropius-libro-biografia" target="_blank">Walter Gropius</a>, che operò in vari siti urbani. Nell’edificio inaugurato nel 1926, ad esempio, con le sue pareti di vetro e la pianta a pettine, si sperimentavano nuove forme di convivenza tra arte, artigianato e industria. A Dessau insegnarono maestri come <a href="https://arte.sky.it/news/2023/libro-paul-klee" target="_blank">Paul Klee</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-wassily-kandinsky-amsterdam" target="_blank">Wassili Kandinsky</a>, Oskar Schlemmer, e prese forma una rivoluzione estetica che avrebbe influenzato per decenni architettura, design, tipografia e persino il modo di abitare. Anche dopo la definitiva chiusura della scuola, imposta dai nazionalsocialisti nel 1932, il linguaggio della Bauhaus viaggiò con i suoi protagonisti in tutto il mondo, diventando sinonimo di modernità. Oggi, a un secolo di distanza, Dessau ragiona sull’eredità di quell'esperienza con un articolato progetto culturale basato su una domanda: come si traduce, nella società contemporanea, il sogno di un’arte utile, democratica e sostenibile?
<h2>LE CELEBRAZIONI PER I 100 ANNI DELLA SCUOLA BAUHAUS A DESSAU</h2>
Si deve alla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/apertura-bauhaus-museum-dessau" target="_blank">Fondazione Bauhaus Dessau</a> la curatela di un programma esteso oltre un anno, che si concluderà a dicembre 2026, intitolato An die Substanz., in italiano “Alla sostanza”. Il calendario delle iniziative entra nel vivo questo autunno: dal 22 ottobre al 12 novembre il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/apertura-bauhaus-museum-dessau" target="_blank">Bauhaus Museum Dessau</a> ospita la rassegna cinematografica Nitro | Silber | Licht, dedicata alle avanguardie filmiche e alla sperimentazione con luce, argento e pellicola nitrata. Dal 4 dicembre 2025 al 31 gennaio 2027 sarà visitabile la mostra Bakelite | Smalto | Colore, viaggio tra materiali che hanno rivoluzionato l’industria e il design. Nel 2026, dal 28 marzo, prenderà poi il via una costellazione di esposizioni diffuse: Vetro | Cemento | Metallo nell’edificio principale del Bauhaus; Alghe | Detriti | CO₂ nell’ex magazzino Zeeck; Mattoni | Capannone | Elettricità nell’antico ufficio di collocamento; Lamiera | Membrana | Oblò allo Stahlhaus; e Lamelle | Trave | Nodo nella monumentale Junkers-Lamellenhalle, tutte aperte fino all’autunno o all’inizio del 2027. Il gran finale sarà la Festa del Bauhaus, dal 4 al 6 settembre 2026, che animerà musei, strade e atelier con performance, musica e installazioni.
<h2>LA DURATURA INFLUENZA DELLA BAUHAUS IN GERMANIA</h2>
Passeggiare oggi per Dessau è come aprire un libro vivente dedicato alla corrente modernista. L'edificio principale della Bauhaus e le celebri Case dei Maestri – dove abitavano e lavoravano Klee, Kandinsky o Gropius – accolgono i visitatori, che qui possono attraversare stanze in cui vita e progettazione si fondono. Nel quartiere Dessau-Törten, le dimore con portici raccontano l’utopia di un’abitazione popolare capace di essere anche bella, economica e funzionale. Si tratta di siti inclusi nel Patrimonio UNESCO, ma la ricerca delle tracce di quella peculiare fase non si esauriscono a Dessau: un ipotetico itinerario a tema Bauhaus può infatti essere esteso all'intera Germania. Tra le tappe: la Hufeisensiedlung e la Siemensstadt a Berlino, le ville di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/inhabit-installazione-farnsworth-house" target="_blank">Mies van der Rohe</a> a Krefeld, la Fagus Werk in Bassa Sassonia, le opere di Klee, Kandinsky, Schlemmer o Moholy-Nagy nei musei di <a href="https://arte.sky.it/foto/arte/mostra-haus-kunst-monaco-baviera" target="_blank">Monaco</a> e Saarbrücken. Un secolo dopo, la scuola Bauhaus non è solo un retaggio del passato, ma un invito a guardare il mondo con occhi nuovi.
[Immagine in apertura: Dessau, Woman walks in front of the master house by Bauhaus architect Walter Gropius © GNTB, Julia Nimke]

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