Arriva in Italia il pluripremiato fumetto che svela il volto del razzismo

La casa editrice salernitana <a href="https://arte.sky.it/news/2025/graphic-novel-ernest-hemingway-edizioni-npe" target="_blank">Edizioni NPE</a> ha portato in Italia il graphic novel Elmer, scritto e illustrato dal fumettista filippino Gerry Alanguilan (nell’immagine in apertura, un dettaglio della copertina). L’opera, pubblicata per la prima volta in italiano lo scorso 3 ottobre, offre uno sguardo originale e sconvolgente su argomenti come la <a href="https://arte.sky.it/news/2022/fumetto-discriminazione-genere" target="_blank">discriminazione</a> e il pregiudizio. Prodotto originariamente dallo stesso autore (prematuramente scomparso nel 2019), il fumetto è considerato uno dei migliori esempi di narrativa contemporanea sul difficile tema del razzismo.
Punto di partenza del racconto è un 1979 alternativo, dove i polli sono improvvisamente diventati intelligenti, acquisendo il dono della parola. Da questa premessa ucronica si sviluppa un racconto straniante, dove il tema del razzismo acquisisce una dimensione diversa da quella offerta da analisi e dibattiti sulle disuguaglianze nella nostra società.
<h2>IL DRAMMA E LA SATIRA GROTTESCA DI “ELMER”</h2>
Il protagonista del racconto satirico è Jake Gallo, un pollo intelligente “di seconda generazione”. A distanza di molti anni dall’inaspettata evoluzione che ha toccato la sua specie, il volatile si sente ancora escluso dalla società in cui vive. Ad aiutarlo nella ricerca di una propria dimensione esistenziale c’è il diario che ha ereditato da suo padre, Elmer, che lo guida alla scoperta della ventennale lotta dei polli per il riconoscimento dei propri diritti.
Attraverso questa inedita esplorazione di temi come l’uguaglianza, la memoria storica e il senso di ingiustizia, il volume illustrato tratteggia una metafora di grande impatto, intrecciando il tono apertamente favolistico con riflessioni filosofiche sul tempo presente. In tale ottica, un ruolo fondamentale lo svolge lo stile inconfondibile di Alanguilan. Con il suo tratto rigoroso, il fumettista filippino ha dato vita a tavole che restano impresse nella memoria del lettore, comunicando il senso di disagio del protagonista senza mai rendere implausibile il contesto surreale in cui si svolge l’opera.
<h2>IL CAPOLAVORO DI GERRY ALANGUILAN ESCE FINALMENTE IN ITALIA</h2>
La lunga ricerca di una propria identità da parte di Jake Gallo invita il lettore a rileggere con occhi nuovi le tante storie di discriminazione di cui abbiamo notizia quotidianamente. È proprio questo confronto costante con l’altro che suggerisce sul finale una possibile soluzione ai problemi della società contemporanea. Grazie a un tono abilmente sospeso tra satira grottesca e racconto drammatico, Gerry Alanguilan riprende e attualizza alcune delle tematiche che avevano animato in passato un capolavoro della narrativa mondiale come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/fattoria-animali-orwell-fumetto" target="_blank">La fattoria degli animali</a> del britannico <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/05/george-orwell-biografia-fumetto" target="_blank">George Orwell</a>.
Pubblicato nelle Filippine in quattro albi, usciti tra il 2006 e il 2008, Elmer arriva in Italia a distanza di quindici anni dalla sua prima edizione francese, che ha consentito al suo autore di ricevere numerosi premi, inclusi il Prix Asie de la Critique ACBD e il Prix Quai des Bulles. Anche la critica anglosassone ha riconosciuto l’assoluto valore di un’opera che ha ricevuto il plauso di uno scrittore del calibro di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/03/coralin-la-moderna-fiaba-di-neil-gaiman-diventa-opera-lirica" target="_blank">Neil Gaiman</a>, oltre a essere candidata al prestigioso <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/08/la-beatlesmania-illustrata-a-fumetti" target="_blank">Eisner Award</a> come Miglior album grafico – inedito nel 2011.

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A Ravenna è tempo di Biennale di Mosaico Contemporaneo 

Da espressione sacra dell’antichità a medium concettuale dell’arte contemporanea, il mosaico continua a parlare al presente. Nato per raccontare storie divine e civili attraverso luce e materia, oggi è riscoperto da artisti e designer come strumento di dialogo, riflessione e sperimentazione: ogni tessera diventa parte di un racconto collettivo, un frammento che, unito agli altri, restituisce visioni nuove del mondo. E nessuna città poteva accogliere questo ritorno di attenzione meglio di Ravenna, custode di capolavori bizantini unici al mondo.
Dal 18 ottobre al 18 gennaio 2026, la località romagnola ospita la nona edizione della Biennale di Mosaico Contemporaneo. Promossa dal Comune di Ravenna e coordinata dal MAR – Museo d’Arte della Città, la rassegna esplora il mosaico come pratica artistica e sociale, capace di unire tempi, culture e generazioni in un linguaggio universale fatto di luce, pietra e relazioni.
<h2>LA "BIENNALE DI MOSAICO CONTEMPORANEO" DI RAVENNA</h2>
Il titolo scelto, Luogo Condiviso, è la chiave interpretativa di questa edizione e una dichiarazione d’intenti: il mosaico come arte dell’incontro, in contrasto con la frammentazione del nostro tempo. In un’epoca segnata da conflitti e solitudini digitali, l’arte musiva torna a essere un gesto politico e umano. La biennale, diretta da Daniele Torcellini, coinvolge musei, gallerie, chiostri, laboratori, scuole e associazioni culturali, trasformando Ravenna in un cantiere diffuso. Ogni luogo della città, dal MAR a Palazzo Rasponi dalle Teste, dai Chiostri Francescani alla Biblioteca Classense, diventa parte del progetto tramite installazioni, mostre, performance e iniziative a carattere educativo.
<h2>DA MARC CHAGALL A OMAR MISMAR: LE MOSTRE DA NON PERDERE</h2>
Tra gli eventi clou della biennale spicca la mostra <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-marc-chagall-mosaico-mar-ravenna" target="_blank">Chagall in Mosaico. Dal progetto all’opera</a>, evento di punta ospitato al MAR. Realizzata in collaborazione con il Musée national Marc Chagall di Nizza, l’esposizione ripercorre oltre vent’anni di dialogo tra l’artista russo e l’arte musiva, presentando per la prima volta insieme il bozzetto e le due versioni ravennati del celebre Coq Bleu, oltre al monumentale Grand Soleil, scomparso da decenni. Accanto a Chagall, Palazzo Rasponi ospita le mostre di Shahzia Sikander e Omar Mismar, artisti internazionali che intrecciano temi di identità, genere e conflitto sociale al linguaggio del mosaico. Dai progetti dei giovani vincitori del concorso GAeM alle installazioni nei chiostri, alle opere diffuse negli hotel e nelle strade della città, la biennale si estende come una rete creativa che attraversa Ravenna e l’intera Emilia-Romagna. 
[Immagine in apertura: Museo Nazionale di Ravenna, Orodé Deoro, Il primo tempio e Futuro d’amore]

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