Avanza il conto alla rovescia per la nuova stagione de La Grande Arte al Cinema, il progetto targato Nexo Studios che porta sul grande schermo il meglio della storia dell’arte e dei suoi protagonisti. Il primo appuntamento, in programma il 4 e 5 febbraio nelle migliori sale italiane, è dedicato a uno degli artisti più significativi del divisionismo italiano: Giuseppe Pellizza da Volpedo.

Diretto da Francesco Fei e interpretato dalla voce narrante di Fabrizio Bentivoglio, Pellizza pittore da Volpedo – già accolto con entusiasmo alla Festa del Cinema di Roma – ripercorre la parabola esistenziale e artistica del pittore, celebre soprattutto per il capolavoro Il Quarto Stato, custodito alla GAM di Milano.

IL PITTORE GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO PROTAGONISTA AL CINEMA

Attraverso un linguaggio visivo che richiama i colori e le luci divisioniste, il regista accompagna lo spettatore nei luoghi in cui l’artista ha vissuto, esplorando la sua sensibilità e la sua profonda connessione con la realtà sociale e politica che lo circondava. Pellizza, che trovò la propria voce artistica nella rappresentazione simbolica, emerge infatti nella pellicola come un artista profondamente legato ai suoi tempi, eppure straordinariamente capace di dialogare con il presente. Il percorso verso il divisionismo, che lo portò a sperimentare con punti e colori per catturare l’essenza della realtà, viene raccontato attraverso una fotografia che trasforma ogni scena in un quadro vivente. Fil rouge della narrazione sono le toccanti lettere di Pellizza che, lette da Bentivoglio, sembrano riportare in vita un uomo tormentato ma visionario, la cui modernità risuona ancora oggi.

UN VIAGGIO NELLA VITA E NELLE OPERE DI PELLIZZA DA VOLPEDO

La pellicola si avvale della collaborazione di Aurora Scotti, la più importante critica e studiosa dell’arte di Pellizza, e dell’Associazione Pellizza da Volpedo, che oggi custodisce la maggior parte dei documenti e delle immagini relativi alla sua vita.

Protagonisti “secondari” ma altrettanto importanti sono i luoghi e le opere che raccontano il genio dell’artista. Tra questi il suo atelier a Volpedo, rimasto intatto nel tempo, e le prestigiose collezioni italiane che ospitano i suoi capolavori. “La volontà registica su cui ho basato il mio lavoro”, spiega infatti Francesco Fei, “è stata quella di ricreare una narrazione a livello storico di alto livello, ma anche visivamente panica nel modo di riprendere la natura. Il paesaggio intorno a Volpedo, dove Pellizza volle ambientare la maggior parte delle sue opere è, infatti, assoluto protagonista del documentario, creando uno stretto ed espressivo legame con le pitture riprese fin nei loro minimi dettagli”.