Il fumetto di Guido Crepax in una grande mostra a Brescia

Inaugura il 30 settembre a Brescia la retrospettiva intitolata Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003, dedicata all'artista che ha firmato alcune delle pagine più importanti del fumetto d'autore italiano del Novecento. Visitabile fino al 15 febbraio 2026, negli spazi del <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-massimo-sestini-fotografia-brescia-migranti" target="_blank">Museo di Santa Giulia</a>, l’esposizione segue l’intero percorso di <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-guido-crepax-legnano" target="_blank">Crepax</a>, portando sotto i riflettori la sua opera come fumettista di livello internazionale e i molti altri interessi creativi perseguiti dall'artista milanese. 
Ad essere approfondito è così il contributo essenziale offerto dal grande fumettista sia all’affermazione della nona arte che alla valorizzazione della cultura italiana nel secondo dopoguerra. Organizzata dalla <a href="https://arte.sky.it/news/2022/app-bambini-musei-brescia" target="_blank">Fondazione Brescia Musei</a>, in stretta collaborazione con l’Archivio Crepax, la mostra ripercorre cinquant’anni di carriera artistica attraverso l’esposizione di 150 opere, incluso un centinaio di tavole originali firmate dal maestro del fumetto erotico. Non mancano poi gli esempi di arte grafica e i progetti per il cinema e la televisione, a testimonianza dell’impatto del lavoro di Crepax in diversi campi culturali.
<h2>AL MUSEO DI SANTA GIULIA LA MOSTRA DEL MAESTRO DEL FUMETTO ITALIANO</h2>
Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003 si distingue come la prima grande retrospettiva dedicata all’opera dell'autore scomparso oltre due decenni fa e raccoglie un’accurata selezione di opere, alcune delle quali mai presentate prima al pubblico. Attraverso le sette sezioni tematiche del percorso espositivo, i visitatori sono invitati a scoprire l'evoluzione stilistica del celebre fumettista. In tale ottica, il punto di partenza ideale della mostra è rappresentato dalle 100 tavole originali, che documentano l’impatto grafico dell’opera di Guido Crepax sulla nona arte.
La mostra antologica allestita al Museo di Santa Giulia intende però raccontare un artista a tutto tondo, prendendo le distanze da etichette superficiali come quella di "creatore di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/08/viva-valentina-un-libro-in-omaggio-a-guido-crepax" target="_blank">Valentina</a>". L’intenso lavoro di ricerca creativa condotto da Crepax in cinquant’anni di carriera viene raccontato attraverso opere di varia natura, dai disegni ai progetti pubblicitari, dagli storyboard per il cinema alle <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/12/guido-crepax-libro-album-musicali-illustrazioni" target="_blank">copertine di album</a>.
<h2>IN MOSTRA A BRESCIA 150 OPERE DI GUIDO CREPAX</h2>
Grazie alla sua impronta multidisciplinare, la retrospettiva bresciana avvicina i visitatori agli aspetti meno conosciuti dell’opera di Guido Crepax. L’analisi di una carriera tanto prolifica è favorita anche dal confronto tra le molteplici espressioni creative adottate dal maestro milanese. Il rigoroso approccio filologico adottato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/06/mostra-guido-crepax-valentina-aosta" target="_blank">Alberto Fiz</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-fabrizio-plessi-parco-archeologico-brescia" target="_blank">Ilaria Bignotti</a>, curatori dell’esposizione, delinea così il ritratto di un artista eclettico, la cui opera ha saputo valicare i confini del fumetto per influenzare numerosi ambiti creativi diversi.
[Immagine in apertura: Guido Crepax, Valentina Intrepida, 1972; china su cartoncino rigido Schoeller, 35,5x51 cm; © Archivio Crepax]

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L’installazione multimediale creata da Rossiter indaga i punti di contatto tra natura, cultura e spazi architettonici, invitando i visitatori a vivere in prima persona gli ambienti interni ed esterni di uno dei simboli del <a href="https://arte.sky.it/news/2025/casa-gomis-barcellona-centro-culturale" target="_blank">Razionalismo</a>. Grazie alla combinazione di stampe fotografiche e video in <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/08/tutta-larchitettura-invisibile-di-roma-in-un-video" target="_blank">time-lapse</a>, il fotografo offre al pubblico una prospettiva inedita sulla Farnsworth House, riassumendo attraverso le immagini in rapida sequenza l’avvicendarsi delle stagioni fuori e dentro la residenza.
<h2>UN'ESPERIENZA DEDICATA ALLA QUATTRO STAGIONI NELLA FARNSWORTH HOUSE</h2>
Per realizzare il suo progetto artistico, Tom Rossiter ha posizionato le fotocamere in due punti strategici: mentre la prima riprendeva gli interni della casa illuminati dalle grandi vetrate, l’altra offriva una panoramica dell’edificio catturata attraverso un obiettivo grandangolare. Entrambi gli apparecchi hanno quindi scattato una foto ogni 20 secondi nell’arco di un intero giorno per ciascuna delle quattro stagioni.
Le oltre 34mila immagini così ottenute sono state montate in due video affiancati che offrono una riflessione coinvolgente sul passare del tempo in un contesto ambientale e architettonico unico al mondo. L'esperienza è ulteriormente arricchita da un sottofondo sonoro creato ad hoc, che unisce spezzoni ambientali registrati intorno alla casa con le musiche tradizionali dei <a href="https://arte.sky.it/news/2022/mostra-libro-sebastiao-salgado" target="_blank">nativi americani</a> che un tempo popolavano l’Illinois.
<h2>ESPLORANDO IL CONCETTO TEMPO NELLA CASA PROGETTATA DA MIES VAN DER ROHE</h2>
Amplificato da una cornice estetica di grande impatto come quella offerta da Farnsworth House, Inhabit si distingue come un’opera multimediale e immersiva che spinge l’osservatore a interrogarsi tanto sul valore architettonico di una dimora privata tanto famosa, quanto sulla storia del territorio in cui sorge. Tutta la regione di Plano, nel nord-est dello stato dell’Illinois, è stata infatti per lungo tempo la casa dei Potawatomi, un popolo di indigeni americani.
L’installazione di Rossiter celebra così l’essenzialità del progetto architettonico di Mies van der Rohe, stimolando al contempo un'analisi sulla crescente urbanizzazione che interessa tutta l’area. Il fotografo e architetto statunitense intreccia diversi piani di lettura nella sua opera, collegandola idealmente ai cambiamenti climatici che influiscono sulla regolarità delle stagioni e sullo stato di salute dell’ambiente. Nelle parole di Tom Rossiter, l'obiettivo finale dell’installazione è duplice: permettere a tutti di “abitare” (in inglese, inhabit) per qualche istante in una dimora simbolo dell’architettura contemporanea, e “riconnettere la casa alla terra e al cielo”, apprezzando il passato e “contemplando il futuro di questo luogo sacro”.
[Immagine in apertura: INHABIT: Edith Farnsworth House and Environs in Four Seasons - Fall Interior Daytime. Credit Tom Rossiter]

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